Home 2011 25 Gennaio
25 Gennaio
Informazioni dal Consiglio Universitario Nazionale PDF Stampa E-mail
Il 3 gennaio 2011 il presidente del CUN Andrea Lenzi ha inviato al direttore generale dott. Marco Tomasi una nota in cui chiede con specifico riferimento agli articoli 5 e 6 del Decreto Ministeriale n. 655 che, visto il brevissimo intervallo che intercorre tra la data del citato Decreto e la scadenza prevista nei suddetti articoli (31/12/2010) tale scadenza sia prorogata almeno al 31/1/2011. Si è insediato il nuovo dirigente della segreteria del CUN, dottoressa Maria Giovanna Zilli. Tra il 20 e il 27 gennaio p.v. si svolgeranno presso tutti gli Atenei le votazioni per il rinnovo parziale del CUN che riguarda i rappresentanti dei professori di prima di seconda fascia e dei ricercatori universitari per le Aree 03, 05, 07, 09, 10, 12 e 13 e i tre rappresentanti del personale tecnico e amministrativo.
Il CUN ha emanato una mozione sull’avvio del processo del FFO 2011. A tale proposito il CUN - nel manifestare il proprio disappunto per la tardiva promulgazione del Decreto FFO 2010 pubblicato il 31 dicembre 2010 - chiede l’immediato avvio del processo di definizione e distribuzione del FFO 2011 al fine di consentire agli atenei di programmare per tempo le attività, i servizi e gli investimenti per il 2012.
Il CUN ha emanato una mozione sul Decreto Ministeriale 21 dicembre 2010 n. 655 recante “criteri di Ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle Università per l’anno 2010”. Con riferimento alla nota del presidente prof. Andrea Lenzi inviata in data 3 gennaio 2011 al direttore generale dott. Marco Tomasi, il CUN nel dichiarare piena condivisione dei contenuti, chiede che tale richiesta sia accolta con la massima urgenza in tempo utile per la nuova scadenza richiesta.
Il CUN ha emanato una mozione a proposito delle procedure di valutazione comparativa per posti da ricercatore universitario. Il CUN chiede che il Ministero si adoperi affinché le commissioni giudicatrici delle procedure di valutazione comparativa per la copertura dei posti di ricercatore bandite nel 2011 secondo le procedure di cui alla legge n. 210 3 luglio 1998, siano formate secondo le modalità di cui al D.L. 10 novembre 2008 n. 180, convertito con modificazioni dalla legge di conversione 9-01-2009, n. 1.
Il CUN ha emanato un parere sulla richiesta della Federazione Italiana Biotecnologi di equipollenza delle lauree specialistiche e magistrali in Biotecnologie (classi 7/S; 8/S, 9/S, LM-7, LM-8, LM-9) con la classe di laurea in Biologia (6/S, LM/6).
Il CUN, considerata la diversità dei percorsi formativi, ha espresso un parere non favorevole all’equipollenza generale tra le succitate classi di laurea. Per quanto riguarda, poi, le classi di laurea 9/S, LM-9 e le Classi 6/S, LM-6 e limitatamente ai concorsi pubblici in ambito medico-sanitario, il CUN ritiene possibile l’equipollenza qualora il soggetto richiedente abbia conseguito nel suo percorso formativo specifici requisiti curricolari. Il CUN ha provveduto alla sostituzione della Commissione di sorteggio per le Commissioni di valutazione comparativa dei docenti e dei ricercatori universitari. Considerata l’imminente scadenza per il rinnovo dei rappresentati di alcune Aree disciplinari, considerato che la Commissione era composta anche da membri di aree che saranno sottoposte ad elezione e considerato altresì che i prossimi sorteggi sono già calendarizzati, il CUN ha deciso di nominare una nuova Commissione provvisoria in modo da garantire il regolare svolgimento delle procedure, composta dal presidente Lenzi, e dai consiglieri Siviero, Rossi, Anzellotti, Morra, Frudà e Ruggiu.
(Da InFormaCUN n. 76, 11 e 12-01-2011)
 
Media nazionale di undici studenti per ogni professore in Medicina e Chirurgia PDF Stampa E-mail
Il dato più rilevante emerso tra quelli elaborati dalla Conferenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, resi noti su "Il Sole-24 Ore Sanità", è che la media nazionale è di 11 studenti per ogni professore nelle lauree "a numero chiuso" in medicina e chirurgia, odontoiatria e delle 22 professioni sanitarie (infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, della riabilitazione e della prevenzione). Ma si va dal minimo di 6,2 studenti per professore alla Cattolica di Roma, al massimo di 25,4 a Vercelli-Novara. E proprio le università più giovani sono quelle con il maggiore numero di studenti per professore. Il calcolo è stato fatto in base alla presenza di studenti e docenti nell'anno accademico 2010-2011 in tutti gli anni di corso delle rispettive lauree (6 per medicina, 5 per odontoiatria e 3 per le professioni sanitarie). Un altro dato dell'indagine sottolinea il numero spesso eccessivo di professori rispetto agli studenti. Ponendo come "indicatore ottimale" dell'equilibrio docenti/studenti un’uguale incidenza percentuale degli uni e degli altri rispetto al totale delle due categorie, in 18 università la differenza è minima, in 12 la percentuale di studenti è superiore a quella di docenti e in 10 la percentuale di docenti è superiore a quella di studenti. Il minimo a Trieste (0,96% di studenti e 1,13% di docenti), il massimo a Roma Cattolica: 3,2% di studenti e 5,9% di docenti, quasi il doppio, a conferma del rapporto molto basso (6,2) tra studenti e professori. Per quanto riguarda la qualità delle pubblicazioni, secondo il nuovo indice SCImago (messo a punto dalle università spagnole) che misura l’impact factor, si va da un massimo di 1,53 a un minimo di 0,91 con cinque atenei tutti al di sotto di 1.
 
Nella sanità pubblica medici in forte calo. E il governo vara il piano sanitario 2011-13 PDF Stampa E-mail
Entro il 2015 diciassettemila medici lasceranno ospedali e strutture territoriali per aver raggiunto l’età della pensione. In parte non saranno rimpiazzati per la crisi economica e i tagli del personale. In parte mancheranno i rincalzi. Dovremo anche noi ricorrere all’assunzione di stranieri come Gran Bretagna e Stati Uniti? La crisi italiana si avvertirà in modo sensibile dal 2012, avvio di un «saldo negativo tra pensionamenti e nuove assunzioni». La forbice tra chi esce e chi entra tenderà ad allargarsi anche per penuria di nuovi professionisti sfornati dalle scuole di specializzazione. Squilibrio ancora più evidente nelle Regioni in deficit che devono gestire rigidi piani di rientro. I tecnici del ministro della Salute propongono correttivi che consistono nell’aumento di risorse finanziarie per la formazione degli specialisti. Bisognerebbe innalzare il numero dei contratti finanziati dallo Stato. Ora sono 5mila, insufficienti. Dal 2012 al 2014 è prevista una mancanza di 18mila medici che diventeranno 22mila dal 2014 al 2018. Legato a questo il problema degli specializzandi in medicina veterinaria, odontoiatria, farmacia, biologia, chimica, fisica e psicologia oggi senza borse di studio. Per il segretario della Confedir, la confederazione dei dirigenti in pubblica amministrazione, vi uno «squilibrio tra necessità e programmazione nelle scuole di specializzazione». Alcune specialità sono in uno stato di sofferenza cronica: anestesia, radiologia, pediatria, nefrologia, geriatria (con la popolazione che invecchia) e tutta la chirurgia. «Si guadagna molto poco agli inizi, si rischia molto. Due ragioni per scegliere altre strade», testimonia le difficoltà dei colleghi il trapiantologo Antonio Pinna. Il Piano sanitario nazionale per il triennio 2011-2013 approvato il 21 gennaio dal Consiglio dei ministri nella sua forma preliminare individua altri ingranaggi da cambiare nella sanità. Per la formazione degli specializzandi è indicata una copertura per 800-1.000 contratti. E’ da riqualificare la rete ospedaliera con la riconversione degli ospedali di piccole dimensioni e la loro trasformazione nei nuovi modelli territoriali sviluppati dalle Regioni. Va rivista, poi, la rete dei laboratori di analisi, mal distribuiti: il 60-70% delle decisioni cliniche parte da li. Il Piano si sofferma anche sul tema delle vaccinazioni.
(M. De Bac, Corsera 22-01-2011)
 
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