Home 2011 25 Luglio Le proposte dell’ANVUR per il sorteggio delle commissioni per l’abilitazione nazionale
Le proposte dell’ANVUR per il sorteggio delle commissioni per l’abilitazione nazionale PDF Stampa E-mail

La legge 240/10 prevede un doppio passaggio per divenire professore ordinario o associato – il conseguimento di un’abilitazione nazionale (art. 16) a numero aperto e una chiamata locale (art. 18). Prevede anche che il ministero indichi in apposito decreto i requisiti minimi per l’abilitazione (art. 16 comma 3). Infine, prevede che i membri della commissione siano sorteggiati in un elenco di professori ordinari che i) facciano richiesta e ii) siano valutati positivamente dall’ANVUR (art.  6 comma 7). Ora l’ANVUR ha pubblicato le sue proposte. Per poter partecipare al sorteggio dei commissari per le nuove abilitazioni nazionali, un professore ordinario deve aver pubblicato, negli ultimi dieci anni, più della mediana dei suoi colleghi di settore concorsuale.  Quindi almeno il 50% degli ordinari diventerebbero “zombie accademici”. Analogamente, per essere ammesso al concorso, un candidato dovrebbe aver pubblicato più della mediana della fascia a cui concorre,  con un aggiustamento per l’anzianità accademica. Un aspirante ordinario dovrebbe aver pubblicato più della mediana degli ordinari in servizio, un aspirante associato più della mediana degli associati. Come si calcolano le pubblicazioni? L’ANVUR suggerisce, almeno in prima approssimazione, criteri diversi per i settori 1-9, che comprendono le discipline scientifiche e medicina e gli altri (10-14). Questi ultimi comprendono Lettere, Legge e le cosiddette scienze sociali.  Economia, statistica ed econometria sono però considerate scientifiche. Per le discipline scientifiche si adotta come criterio principale il numero di pubblicazioni su riviste ISI (o Scopus), e come criteri accessori il numero di citazioni  e l’h-index.  In pratica, il CINECA (il braccio informatico del ministero) dovrebbe prima contare tutti gli articoli che i professori ordinari avranno aggiunto alla loro lista personale e calcolare la mediana, elencare i professori che la superano e poi controllare che essi superino anche la mediana di uno degli altri due criteri di riferimento (h-index o numero di citazioni), presumibilmente usando un programma standard come Publish or Perish. Per i settori umanistici il solo criterio è il numero di pubblicazioni, ponderato  per la tipologia (libri, articoli etc.). L’ANVUR afferma esplicitamente che questi criteri sono validi solo per le prossime abilitazioni, e auspica di potersi basare in futuro su liste di riviste e case editrici di qualità.
(Fonte: G. Federico, noiseFromAmerika 07-07-2011)

Due commenti.

1) Quante probabilità ci sono che il regolamento sia approvato senza modifiche? Per completezza di informazione si dovrebbe dire che il parere dell'ANVUR è solo uno dei 3 (tre) pareri sul merito, richiesti peraltro da un Regolamento (quello sull'abilitazione) che non solo deve ancora entrare in vigore, ma è ancora ben lungi dall'esserlo. Gli altri 2 pareri sono quelli del CUN (introduzione, specifiche dei criteri) e del CEPR (che non ha manco un sito istituzionale, in questo Paese in via di sottosviluppo). Quindi la probabilità attualmente è un terzo; meglio sarebbe dire che in questo pasticcio di pareri e parametri numerologici la voce finale ce l'avrà ancora il Consiglio di Stato, perché il decreto da preparare (da parte del Ministero) dovrà avere natura regolamentare, e quindi essere sottoposto anche a quello scrutinio.
(Renzino l'Europeo, 07-07-2011)

2) La soluzione ovvia e semplice sarebbe stata di dire che "uno non entra dove ha fatto il dottorato/assegno". Una sana "non-imbreeding rule" basata su pratiche standard.  Purtroppo va contro la mentalità corporativa, localista e familistica degli italiani. Sarebbe stata una norma semplice ed efficace, a costo zero, nessuno avrebbe potuto dirsi danneggiato.
(marcoxa, 09-07-2011)