Home 2011 7 Ottobre
7 Ottobre
Le iscrizioni alle scuole superiori PDF Stampa E-mail
In totale saranno 2.548.189 gli studenti che si siederanno per la prima volta nei banchi delle scuole superiori di secondo grado quest’anno. Di loro il 49,2% andrà nei nuovi indirizzi liceali previsti dalla riforma entrata in vigore l’anno scorso. E se il classico mantiene il suo fascino rimanendo al 7%, poco successo sembrano invece riscuotere i neonati indirizzi come il liceo musicale e coreutico e quello europeo internazionale, rispettivamente allo 0,2 e 0,4 per cento. In aumento sono invece, le iscrizioni agli istituti tecnici. La campagna del MIUR sembra aver avuto riscontri positivi: “Una risorsa per il futuro”, spiegano dal sito per il MIUR, e il 32% degli studenti di scuola superiore ha accolto questo richiamo. Divisi in due settori, quello economico e quello tecnologico, le scuole permettono di scegliere tra 11 indirizzi diversi che spaziano dall’ambito amministrativo alla comunicazione. Significativo è stato anche l’incremento di iscrizioni agli istituti professionali, poco più del 3% rispetto al 2010. Divisi anche loro in due macro-settori, uno per i servizi e uno per l’industria e l’artigianato, gli indirizzi previsti in questo caso invece sono 6 e prevedono anche stage nelle aziende. L’obiettivo di questi istituti, infatti, è quello di alternare scuola e lavoro per apprendere, specie nel secondo biennio e nel quinto anno, attraverso un’esperienza diretta.
(Fonte: La Stampa Scuola 05-09-2011)
 
Il congedo per dottorato di ricerca va retribuito anche ai precari PDF Stampa E-mail
Lo ha stabilito il giudice del lavoro di Verona con la sentenza n.360/11 del 26 maggio scorso. Il provvedimento, di cui si è avuta notizia solo in questi giorni, fa luce sull'annosa questione del trattamento retributivo dei precari in caso di assenze tipiche. E s’inquadra nell'ambito di un vero e proprio filone giurisprudenziale, diretto a dare attuazione al principio di parità di trattamento da docenti di ruolo e docenti precari sancito dalla normativa comunitaria (nel caso specifico si tratta della direttiva 99/70/CEE). Il caso riguardava un docente precario al quale era stata preclusa la possibilità di essere retribuito dall'amministrazione scolastica durante la fruizione del congedo per dottorato di ricerca. Possibilità espressamente prevista dalla legge in favore di tutti i dipendenti pubblici che rinuncino alla borsa del dottorato, esprimendo l'opzione per la conservazione del diritto a essere retribuiti dall'amministrazione di appartenenza. Tale opzione ha come unica condizione l'impegno di non abbandonare la pubblica amministrazione al termine del congedo. Salvo il decorso del termine finale del contratto di lavoro.
(Fonte: ItaliaOggi 06-09-2011)
 
Prestiti agli studenti PDF Stampa E-mail
Secondo uno studio di Prestiti.it, un portale che mette a confronto le offerte di finanziamenti da parte di banche e società finanziarie, nell'ultimo anno sono stati oltre quarantamila i prestiti richiesti dagli studenti e dalle loro famiglie per far fronte alle spese del corso di studi. Ricorrono al prestito sia le famiglie, per pagare l'università ai figli, sia studenti che hanno già la laurea e vogliono conseguire un master nei migliori atenei. Questi ultimi rappresentano il 15% del totale. La cifra media del finanziamento, è di 10.500 euro, da restituire in 51 mesi, poco più di quattro anni. Contrariamente a quanto avviene per altri tipi di finanziamento, in questo caso sono soprattutto le donne a decidere di impegnarsi economicamente per la formazione, rappresentando il 38 % delle richieste totali. Per quanto riguarda la distribuzione geografica del fenomeno, la ricerca evidenzia che si tratta di un comportamento distribuito in modo uniforme sul territorio nazionale, anche se in alcune regioni salgono gli importi richiesti. Guida la classifica la Sardegna con richieste di prestito intorno ai 14.900 euro; seguono la Lombardia con 12.800 euro e il Trentino con 12.000 euro. Le regioni in cui si richiedono i minori importi sono invece l'Abruzzo con 8.000 euro e l'Umbria e Veneto con 8.100 euro.
(Fonte: rainews24 31-08-2011)
 
Le corporate academy PDF Stampa E-mail
In Italia sono quasi una trentina e sono sempre più una valida alternativa ai master post-universitari. Le corporate academy, quelle strutture di formazione interna create dalle aziende per lo sviluppo delle competenze dei propri dipendenti, crescono, si organizzano, cercano collaborazioni con atenei e scuole, diventano una realtà di apprendimento a tutti gli effetti complementare o in alcuni casi sostitutiva rispetto al sistema universitario tradizionale. Attraverso corsi in aula, lezioni frontali, attività di formazione a distanza o di affrancamento e coaching, le academy aziendali offrono aggiornamenti e approfondimenti specifici a manager, quadri, giovani talenti, impiegati. «Una buona corporate academy è un fattore di competitività che serve sia in tempi floridi sia in tempi di difficoltà- spiega Mario Molteni, ordinario di Economia aziendale alla Cattolica e profondo conoscitore del settore-. E una struttura all'interno della quale un'impresa raccoglie, ordina e mette in condivisione saperi, valori, comportamenti, strategie e prassi e che si configura come elemento di coesione e crescita fondamentale, soprattutto nelle imprese a rete». Una necessità nelle multinazionali (sia quelle tradizionali sia quelle "tascabili", che devono creare un terreno valoriale e nozionistico condiviso dall'head quarter alle sedi periferiche) ma che sta prendendo piede anche nelle aziende di più contenute dimensioni, che vogliano investire in formazione strutturata per migliorare il proprio business. E le più recenti ricerche in tal senso, ultima quella dell'Osservatorio Asfor, fotografano questa situazione: venticinque academy aziendali sparse da Nord a Sud, budget in crescita del 28%, un aumento costante del numero dei lavoratori coinvolti, programmi formativi sempre più d'eccellenza.
(Fonte: G. Bassi, Il Sole 24 Ore 07-09-2011)
 
Compie 23 anni la "Magna Charta Universitatum" PDF Stampa E-mail
Compie 23 anni la "Magna Charta Universitatum", promossa dall'Università di Bologna e sottoscritta finora da 721 atenei nel mondo; e vedrà durante la cerimonia di venerdì 31 nuove sottoscrizioni: i nuovi firmatari provengono da Azerbaijan, Francia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Moldova, territori Palestinesi, Slovenia, Turchia e Ucraina. "Le adesioni sono raddoppiate nel giro di 22 anni - ha spiegato il Rettore dell'Universita' di Bologna Ivano Dionigi - le domande vengono vagliate, ovviamente non sono tutte come la Sorbona o Cambridge, però è cambiato il mondo e dobbiamo cambiare anche noi. Finora, salvo casi eccezionali, hanno tutti i requisiti per essere ammessi: la cosa fondamentale è la sottoscrizione e il rispetto di questi principi - ha aggiunto Dionigi - Con alcune università gli scambi di studenti e docenti continuano e diventano fisiologici: al primo posto vanno la ricerca e la competizione, ma non dobbiamo dimenticare anche il grande ruolo sociale che abbiamo". L'Osservatorio della Magna Charta Universitatum ha sede a Bologna e ha la funzione di vigilare sull'applicazione dei principi fondamentali sanciti dalla Magna Charta. Il Consiglio è presieduto oggi da Ustun Erguder della Sabanci University (Turchia), l'Universita' di Bologna è rappresentata dal Rettore Ivano Dionigi e dal prorettore alle Relazioni internazionali Carla Salvaterra. Il professore Fabio Roversi Monaco, Rettore dell'Alma Mater nell'anno della stesura del documento e presentatore della Magna Charta Universitatum, è il presidente onorario dell'Osservatorio Magna Charta. "La prima parte del nuovo Statuto dell'universita' di Bologna - ha sottolineato Roversi Monaco - è basata sulla Magna Charta".
(Fonte: AGI 08-09-2011)
 
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