Home 2011 7 Ottobre
7 Ottobre
Università "fantasma" a Verona PDF Stampa E-mail
Carolus Magnus. Si chiama così l'universita' 'fantasma' fondata nel 2005 da alcuni membri di un'associazione culturale con sede prima a Roma (la 'Unimeur.it') e poi a Verona con l'intitolazione all'imperatore Carlo Magno. A scoprire il bluff dell'ateneo, che non ha mai ottenuto l'autorizzazione del ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, è stata la Guardia di Finanza di Verona. 'Corsi di 'Arti e management dello spettacolo', 'Economia e gestione aziendale' e convenzioni con altri atenei, sia pubblici sia privati, erano i punti di forza presentati agli studenti desiderosi di ottenere l'agognato diploma di laurea. Tra i docenti, figuravano anche personaggi dell'ambiente dello spettacolo; nessuno di questi ha mai tenuto tuttavia lezioni. Solo una decina di studenti - dei venti che avevano inizialmente frequentato uno stage prodromico all'accesso al corso universitario - ha poi effettivamente seguito le lezioni ma a nessuno di loro è stata data la possibilità di laurearsi. Le lezioni e gli esami tuttavia proseguivano e parimenti occorreva versare periodicamente tutte le tasse universitarie. Alla fine, ciascun aspirante alla laurea ha versato circa 7.000 euro, ma non si è visto riconosciuto alcun esame ne’ titolo di studio. (Fonte: AGI 16-09-2011)
 
Inserimenti post laurea. In testa informatica, economia e ingegneria PDF Stampa E-mail
Si muove qualcosa nel mercato del lavoro per i neolaureati? Dai cautissimi uffici placement delle università Italiane qualche bella novità trapela. Anche sul piano delle possibilità d'inserimento. Quest'anno il politecnico di Torino e l'università di Siena hanno avuto più richieste dalle aziende; che a Ca' Foscari, da gennaio a giugno, ne sono arrivate addirittura quasi il doppio rispetto ai primi sei mesi del 2011; e che Pisa ne ha ricevute a luglio e agosto, periodo generalmente morto. Non solo. Ci sono piccoli segnali incoraggianti sul piano della stabilizzazione: negli scorsi mesi è aumentata la percentuale di offerte di contratti di lavoro rispetto a quelle di stage al placement di Bocconi e Bicocca e più laureati Luiss sono stati inseriti dopo l’internship. Positivo? Sicuramente. Però stiamo parlando di alcune buone notizie, non di una rivoluzione: «Quello che si muove è poco, con offerte di lavoro a costi molto bassi e un privilegio del tirocinio» avverte Pietro Lucisano, responsabile del progetto Soul, sistema di placement cui collaborano otto università del Lazio. Insomma, resta attuale l'ultima fotografia di AlmaLaurea: disoccupazione a un anno dal titolo sopra il 16% tra i triennali e quasi al 18% tra gli specialistici. Il discorso è simile per i curricula ricercati. Ingegneri, informatici, economisti rimangono i più gettonati. Non a caso il politecnico di Milano vanta inserimenti al 92-94% a sei mesi dal titolo, Bocconi il 64% già occupati il giorno della laurea (contro il 55% dello scorso anno) e Ca' Foscari più offerte di lavoro in campo It degli informatici «sfornati».
(Fonte: Corsera 16-09-2011)
 
“Toxic” e “Safe Teachers” PDF Stampa E-mail

È passata quasi inosservata la decisione estiva del Governo, in continuità con quelli precedenti, di stabilizzare 30mila insegnanti precari (e 37mila Ata, ossia bidelli e assistenti amministrativi) senza alcuna selezione volta a verificare la loro effettiva capacità d’insegnare (o pulire e gestire le scuole) e solo sulla base della loro posizione nelle cosiddette “graduatorie a esaurimento”, determinate soprattutto dall’anzianità e non dal merito. Da circa dieci anni, la scuola italiana non cerca più di assumere i migliori neolaureati ma pesca in queste graduatorie coloro che, dopo aver ottenuto un’abilitazione anche in tempi remoti e nei modi più strani, hanno preferito sottoporsi a una lunga gavetta in attesa di un mal pagato posto fisso, piuttosto che tentare altre strade professionali.
Continuando in questo modo, non può che aumentare nel nostro Paese il numero di chi sceglie l’insegnamento solo per ripiego e mancanza di alternative. Chiedete a un preside qual è la sua preoccupazione in questi giorni in cui si formano le sezioni prima dell’inizio dell’anno scolastico. Il dirigente deve sistemare gli insegnanti peggiori in modo che facciano meno danni possibili, affiancandoli ai docenti bravi per creare un mix di “toxic” e “safe teachers” che non provochi troppe proteste tra le famiglie e gli studenti. Oggi la scuola ha bisogno di attrarre i migliori laureati alla carriera d’insegnante, e per farlo è necessario interrompere il circolo vizioso del precariato seguito dalle stabilizzazioni senza selezione. C’è un unico modo credibile per farlo: abolire i concorsi pubblici nazionali e dare autonomia alle scuole che devono essere libere di assumere gli insegnanti preferiti, pagandoli quanto meritano, e di mandare via quelli di cui non hanno bisogno o che non sanno fare il loro mestiere. Se i sindacati pensano che questo sia iniquo per i lavoratori, abbiano il coraggio di spiegarlo agli studenti delle famiglie meno abbienti. I ricchi, lo sappiamo, una soluzione la trovano sempre: sono i poveri a pagare il costo di un insegnante che non sa fare il suo mestiere.
(Fonte: A. Ichino, Il Sole 24 Ore 13-09-2011)

 
La formazione tecnica universitaria contro lo spreco di capitale umano PDF Stampa E-mail
Cresce in Italia il numero dei giovani che non studiano e non lavorano. Anche per il fallimento della laurea triennale. Una soluzione potrebbe essere la formazione tecnica universitaria sul modello delle scuole di specializzazione tedesche: una riforma a costo zero per le casse dello Stato. L'università, insieme a un certo numero di imprese locali, potrebbe introdurre un corso di laurea triennale caratterizzato da una presenza simultanea dello studente nelle aule universitarie e in azienda. Controlli reciproci garantirebbero la qualità della formazione.
(Fonte: T. Boeri, P. Garibaldi, lavoce.info 20-09-2011)
 
Merito e sistema formativo PDF Stampa E-mail

Portare un giovane talento senza un soldo ai più alti livelli della società italiana appare oggi, ancor più di ieri, una missione impossibile. Le storiche carenze di adeguato supporto organizzativo, finanziario e regolamentare appaiono oggi aggravarsi. All’interno dell’università italiana sono molti i costumi e i comportamenti che contrastano con l’affermazione del merito. Prendendo spunto dal Club The European House-Ambrosetti (che in realtà si riferisce all’intera società italiana), questi fattori sono:

1. L’affiliazione, ovvero il nepotismo e il malcostume della raccomandazione.

2. Gli automatismi, con i riconoscimenti economici e di posizione legati all’anzianità prescindendo dal merito.

3. La circolarità, cioè meccanismi/processi in cui è presente un connubio/commistione di interessi tra il controllore ed il controllato, i quali creano pericolosi circoli viziosi guidati da interessi specifici e non dal merito.

4. L’opacità, cioè la mancanza di trasparenza che lascia spazio alle scelte discrezionali.

Chiunque conosca dal di dentro il contesto universitario italiano, nelle pur varie collocazioni geografiche e nelle tradizioni storiche maturate nei singoli atenei, riconoscerà nella propria organizzazione la presenza di almeno alcuni di questi tratti.
(Fonte: L. Sesti Osséo, Menodizero.eu 14-09-2011)
 
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