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7 Dicembre
VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA RICERCA 2004‐2010 (VQR 2004‐2010). FREQUENTLY ASKED QUESTIONS (FAQ) PDF Stampa E-mail
Integrazione al 21 novembre 2011. Indice delle FAQ:
http://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/faq_integrazioni_21_novembre_2011.pdf
 
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. IL VALORE DEI CONTRIBUTI PUBBLICATI SU RIVISTE INTERNAZIONALI PDF Stampa E-mail
La recente proposta dell’ANVUR (Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) in merito ai criteri per la valutazione di candidati e commissari delle nuove abilitazioni scientifiche per i ruoli della docenza universitaria (professore ordinario e professore associato) è stata oggetto di alcune critiche nelle parti in cui essa suggerisce di fare riferimento, nel confronto fra i candidati, a indicatori che considerino esclusivamente le pubblicazioni sulle riviste scientifiche internazionali “qualificate” o che attribuiscano loro un peso maggior nella valutazione rispetto alle pubblicazioni a carattere nazionale. In primo luogo è opportuno premettere che il fatto che il progresso delle conoscenze umane avvenga oggi in un contesto in cui il confronto (in tutti i settori della scienza, tranne forse rarissime eccezioni) supera i confini delle nazioni dovrebbe essere ormai un dato indiscutibile nel mondo globalizzato in cui tutti viviamo. L’idea, quindi, che i ricercatori siano spinti (anche tramite opportuni incentivi nella valutazione della loro produzione scientifica) a partecipare a questo confronto non dovrebbe stupire ma anzi essere apprezzata.  La pubblicazione di articoli sulle riviste dei grandi editori scientifici internazionali avviene, inoltre, tramite processi di selezione dei contributi che si affidano al giudizio di due o più revisori esterni, che sono scelti fra gli esperti dell’argomento oggetto dell’articolo e la cui identità è sconosciuta all’autore del lavoro. Il numero degli articoli proposti per la pubblicazione che supera questo filtro è molto ridotto (per le riviste più importanti anche meno del 5%) e, anche nel caso di accettazione, la preparazione della versione finale del contributo richiede comunque modifiche e miglioramenti, sulla base delle indicazioni dei revisori, che rendono spesso necessari molti mesi di lavoro aggiuntivo. Il processo di valutazione e selezione che ho appena descritto chiarisce inequivocabilmente che i contributi pubblicati su riviste scientifiche internazionali qualificate hanno già sostenuto un processo di valutazione “nel merito” relativa ai contenuti del lavoro. Non solo. Qualora se ne confrontino le caratteristiche, tale processo sarà, nella maggior parte dei casi, più efficiente rispetto a quello attuabile dalla commissione nazionale che assegnerà le abilitazioni. La commissione nazionale sarà, infatti, chiamata a valutare un numero molto elevato di lavori (tutte le pubblicazioni di tutti i candidati) in un ridotto periodo di tempo. Ancorché composta di docenti del settore, essa sarà, inoltre, in molti casi certamente meno competente sui singoli argomenti trattati nei diversi lavori rispetto agli esperti selezionati dalle riviste, che sono scelti in modo specifico per ciascun argomento e da una platea più ampia per l’assenza di vincoli sulla loro nazionalità.
(Fonte: M. Menegatti, www.nelmerito.com 18-11-2011)
 
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. ACCORGIMENTI PER MIGLIORARE IL METODO BIBLIOMETRICO PDF Stampa E-mail
Se si vuole andare verso un sistema universitario che funzioni davvero, occorre anche mettere in campo un sistema di valutazione efficace. Il tema tocca due diversi aspetti: la valutazione della ricerca, che porta ad assegnare fondi alle università e ai singoli ricercatori, il reclutamento del personale accademico. La questione sollevata da Menegatti (nell’ultimo numero di www.nelmerito.com è che occorre – come sta facendo di recente l’ANVUR - dare una preferenza (valutazione superiore) alle pubblicazioni dei ricercatori su riviste scientifiche qualificate, cioè a dire su quelle riviste che rispondono a certi requisiti di qualità e di cui è stata valutata la rilevanza all’interno del dibattito scientifico (cosa che è possibile fare ricorrendo a indici bibliometrici). L’impostazione è da condividere e rappresenta una strada obbligata che necessita però di alcuni accorgimenti per renderne efficace il funzionamento. Una valutazione oggettiva è complicata e un meccanismo premiale automatico può essere discutibile. Il secondo problema è che anche su riviste importanti possono essere collocati articoli di scarso valore, il processo di selezione dei contributi è sì severo come dice Menegatti ma non esclude il fenomeno della ‘‘pubblicazione degli articoli degli amici’’ e di articoli su argomenti di moda. L’adozione di un puro criterio meccanico può portare a risultati non sempre soddisfacenti ed è soprattutto illusorio che esista in modo oggettivo. Queste critiche sono importanti ma non sono sufficienti a buttare via il principio che sta alla base dell’impostazione. Basta ricorrere a qualche accorgimento. Principalmente due. Non introdurre un automatismo stretto soprattutto per quanto riguarda il reclutamento – che deve essere lasciato all’autonomia della commissione e delle università che si assumono le responsabilità – e introdurre una soglia non troppo severa di accettabilità (pubblicazioni con referaggio o censite da una o più banche dati) sopra il quale la valutazione è rimessa nella sfera dell’autonomia. Insomma occorre stare attenti nel disegnare un meccanismo di valutazione/incentivo molto raffinato stringente che – nel caso di malfunzionamento – può dare pessimi risultati. Le soglie, le sedi di collocazione editoriale devono essere condivise con gli ambiti scientifici per renderle efficaci assicurando un certo grado di selettività. Quanto alla valutazione della ricerca si può forse essere più stringenti. La seconda indicazione è che occorre trovare un giusto mix tra criteri oggettivi di valutazione e assunzione di responsabilità da parte di chi effettuerà la valutazione, altrimenti si rischia di cadere nella deresponsabilizzazione con risultati assai negativi. D’altro canto la riforma dell’università va proprio in questa direzione: coniugare il binomio valutazione-autonomia. Il diavolo sta nei dettagli: imporre dall’alto criteri di valutazione stringenti potrebbe essere complicato e inefficace, occorre quindi lavorare anche sull’innalzamento della cultura della valutazione e della responsabilità a tutti i livelli. Si tratta di agire sulla cultura e sulle istituzioni che governano il sistema universitario, solo così si giungerà a premiare davvero il merito.
(Fonte: E. Barucci, www.nelmerito.com 25-11-2011)
 
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. REF (RESEARCH EXCELLENCE FRAMEWORK) E ERA (EXCELLENCE OF RESEARCH IN AUSTRALIA) PDF Stampa E-mail
Nel Regno Unito, lo studio pilota finalizzato a predisporre le regole del prossimo programma nazionale di valutazione della ricerca, il cosiddetto REF (Research Excellence Framework), è giunto alla seguente conclusione: "Bibliometrics are not sufficiently robust at this stage to be used formulaically or to replace expert review in the REF". In Australia, uno degli aspetti più controversi dell’ERA 2010 (Excellence of Research in Australia), era la classificazione delle riviste in quattro fasce di qualità. Il sistema non ha funzionato e il governo lo ha ammesso pubblicamente. Il ministro Carr ha dichiarato che "There is clear and consistent evidence that the rankings were being deployed inappropriately … in ways that could produce harmful outcomes". Nella nuova edizione dell’ERA australiano, piuttosto che affidarsi a criteri automatici, sarà rafforzato il ruolo dei comitati di valutazione della ricerca che utilizzeranno le competenze specifiche dei loro settori per formulare i loro giudizi.
(Fonte 18-11-2011)
 
RICERCA. SETTE IDEE SULLA RICERCA DAL GRUPPO 2003 PDF Stampa E-mail
La ricerca scientifica e l’innovazione costituiscono uno dei terreni su cui si gioca il futuro dell’Italia. Il Gruppo 2003 (http://www.gruppo2003.org), che raccoglie scienziati italiani altamente citati nella letteratura scientifica internazionale, intende portare il suo contributo di riflessione e proposta nell’affrontare questo passaggio critico nella vita del nostro paese. In una visione generale formulata dal Gruppo 2003 e ispirata al normale modo di fare ricerca scientifica nei paesi più avanzati, il Gruppo propone 7 punti critici essenziali per affrontare in modo costruttivo questo difficile passaggio. Questo perché i dati disponibili (ad esempio la competitività dei nostri giovani a livello di European research council) dimostrano che il paese dispone ancora di un patrimonio di risorse intellettuali, passione e dedizione che chiede solo di essere messo a frutto. Di seguito i sette punti: 1) Investimenti. 2) Affidabilità. 3) Valutazione. 4) Trasparenza. 5) Togliere lacci e laccioli. 6) Cervelli in entrata. 7) Interazione con l’industria. Testo esteso e commenti.
(Fonte: www.scienzainrete.it 16-11-2011)
 
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