Home 2012 30 Gennaio RIFORMA. I NUOVI DIPARTIMENTI
RIFORMA. I NUOVI DIPARTIMENTI PDF Stampa E-mail
Uno degli aspetti della riforma universitaria che sicuramente impatterà sul rapporto tra Università e Territorio è quello della “sparizione” delle Facoltà. Finora, almeno nel sentire comune, le Università erano identificate per le Facoltà che esprimevano, fino a equivocare la terminologia (“Mio figlio è iscritto all’Università di Ingegneria”!). Le imprese avevano, nella Facoltà e nel suo Preside, un “entry point di riferimento” per le relazioni con i Dipartimenti dell’Università. Oggi la Legge richiede che le sedi deputate alla ricerca e anche alla didattica siano i Dipartimenti, e che i Dipartimenti possano esistere se e solo se la loro consistenza è superiore a un minimo prefissato. E’ veramente un cambiamento epocale? Dal punto di vista formale non tanto: i Dipartimenti, secondo la legislazione preesistente alla 240, erano formalmente indipendenti e autonomi, e non sottoposti alle Facoltà. Dal punto di vista della didattica sì: finora era la Facoltà che “prendeva in affitto” dai Dipartimenti il personale docente e organizzava i cosiddetti “Corsi di Studio”. Da oggi non sarà più così: saranno i Dipartimenti a organizzare i curricula gestendo in proprio gli insegnamenti del curriculum e “prendendo a prestito” insegnamenti erogati da parte di altri Dipartimenti. Beh, niente di nuovo sotto il sole: al MIT (dove ancora mi trovo) la didattica è organizzata così da qualche tempo. Semmai, è necessario uno stretto coordinamento tra i Dipartimenti, per esempio tramite un comitato di coordinamento snello ed efficiente e dotato di personale di supporto, che sostituisca la Facoltà.
(Fonte: F. Docchio, www.giornaledibrescia.it 12-01-2012)