Home 2012 30 Gennaio FINANZIAMENTI. PREVISIONI DEL MINISTRO
FINANZIAMENTI. PREVISIONI DEL MINISTRO PDF Stampa E-mail

Il ministro Profumo ha confermato che la riforma Gelmini giungerà in porto e i tagli a scuola e università non saranno cancellati. Nel 2012 solo 300 milioni di euro andranno a rimpinguare il Fondo per gli atenei (Ffo) decurtato di 1,3 miliardi di euro, nulla compenserà gli 8 miliardi tagliati alla scuola. Per allontanare l'attenzione da questi fatti, Profumo ha detto la verità: l'Ffo, che nel 2012 ammonterà a 6,1 miliardi di euro (nel 2008 era di 7,4 miliardi), non «sarà la fonte prevalente» del finanziamento degli atenei. Dovrà essere affiancato alle risorse della programmazione triennale, ai 200 milioni derivanti dal blocco del turn-over nell'ultimo anno, la misura decisa da Tremonti per ridimensionare la pubblica amministrazione e ridurre drasticamente il precariato. Considerato anche il pensionamento di 7 mila docenti entro il 2015, sarebbe una decisione positiva se questi soldi fossero usati per un nuovo reclutamento, di cui però Profumo ha evitato accuratamente di parlare, così come sull'opportunità di mantenere il blocco del turnover. Nei fatti questa è la conferma che l'Ffo non sarà più rifinanziato e inizierà l'era della competizione sulle risorse disponibili. In compenso, farà ricorso al «Fondo Letta» per finanziare l'edilizia universitaria. Il totale delle risorse per l'università sarebbe di 12.500 miliardi, di cui 3222 da erogare come incentivi alla ricerca attraverso un sistema che rischia di premiare gli atenei più forti e le cordate accademiche influenti, penalizzando le università più piccole, indebitate e i gruppi di ricerca meno influenti. In realtà da questa cifra devono essere scomputati almeno 1 miliardo del taglio agli atenei e altri 1700 per l'edilizia scolastica a Sud che, in realtà, sono 974,3 milioni, più circa 700 in una complessa partita di giro con la cassa Depositi e Prestiti.
L'inquilino di Viale Trastevere si è anche soffermato sugli 80 miliardi stanziati dall'Unione Europea con il progetto «Horizon 2020» nel 2014. In vista di un simile evento, il ministro ha consigliato ai ricercatori italiani di tenersi in «allenamento» coni bandi PRIN appena pubblicati (e quelli FIRB), anche per evitare l'emorragia avvenuta negli anni del VII programma quadro durante i quali sono stati persi 500 milioni di euro (8%), a fronte di un contributo pari al 14%. In attesa che la ricerca riscopra le antiche virtù atletiche, è certo però che la road map indicata da Profumo per migliorare la «policy» della ricerca è proibitiva.
Gli analisti del sito Roars.it sostengono, infatti, che il numero dei progetti approvati sul PRIN di quest'anno saranno ridotti a non più di 435, cioè tra il 13 e il 40% in meno di quelli presentati nel 2009. I 175 milioni di euro stanziati saranno erogati secondo una procedura così irrazionale da rendere questi fondi inaccessibili. Una situazione che ha spinto la responsabile ricerca del Pd, Maria Chiara Carrozza, a chiedere spiegazioni a Profumo, ma al momento senza risultati. Salvo un improbabile ritiro del decreto sui PRIN, l'allenamento è già oggi una fatica inutile.
(Fonte: R. Ciccarelli, Il Manifesto 11-01-2012)