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30 Gennaio
IL DOTTORATO DI RICERCA PER IL DIPENDENTE PUBBLICO DOPO LA RIFORMA GELMINI PDF Stampa E-mail

Evidente essendo lo scopo di promozione della cultura e della ricerca scientifica e tecnica perseguito dal dottorato di ricerca, valore solennemente proclamato dall’art. 9 della Costituzione tra i principi fondamentali del nostro ordinamento («La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica»), il legislatore del 1984, con la legge n. 476, ha dettato una normativa di favore sia per il dottorato di ricerca quale strumento per perseguire questo scopo, che per i dipendenti pubblici ammessi ai relativi corsi e progetti di studio, stabilendo che «il pubblico dipendente ammesso ai corsi di dottorato di ricerca è collocato a domanda in congedo straordinario per motivi di studio senza assegni per il periodo di durata del corso e usufruisce della borsa di studio ove ricorrano le condizioni richieste. Il periodo di congedo straordinario è utile ai fini della progressione di carriera, del trattamento di quiescenza e di previdenza».
Con questa disposizione, in buona sostanza, il legislatore ha consentito al dipendente pubblico ammesso ai corsi di dottorato di ricerca di fruire, a domanda, di un congedo straordinario non retribuito per tutta la durata (normalmente triennale) degli stessi. E ciò per stimolare gli impiegati pubblici ammessi alla frequenza di un dottorato ad accrescere la loro cultura e la loro qualificazione e a fare ricerca scientifica e tecnica, nel presupposto, d’intuibile evidenza, che quest’attività arricchisce non soltanto la formazione del singolo, ma anche la professionalità e le competenze dei diversi comparti dell’apparato pubblico e, dunque, i cittadini tutti, rispetto ai cui bisogni l’amministrazione pubblica è servente e, più in generale, arricchisce il “sistema-Paese”. Il lungo articolo sul tema scritto da Nicola Longhi si può leggere integralmente suhttp://www.altalex.com/index.php?idstr=24&idnot=16950
(24-01-2012)

 
ERASMUS MUNDUS: IN ARRIVO 170 MILIONI PDF Stampa E-mail
L'Unione europea rafforza l'impegno per il programma Erasmus Mundus per promuovere l'istruzione superiore e potenziare le prospettive di carriera degli studenti europei attraverso la cooperazione con i paesi terzi. La formula è quella delle borse di studio dirette a studenti extracomunitari e, in parte minore, europei, per frequentare corsi di laurea specialistica e master scelti nel catalogo approvato dalla Ue. A disposizione un importo globale di circa 171 milioni di euro, con l'obiettivo di un flusso minimo di mobilità di 6.210 individui.
(Fonte: M.A. Cerizza, IlSole24ore 23-01-2012)
 
REGNO UNITO. LEZIONI ONLINE INTERATTIVE TRAMITE TABLET PDF Stampa E-mail
Nel Regno Unito, alla Coventry University, gli studenti potranno presto seguire le lezioni online per mezzo del proprio smartphone o tablet. I docenti dell’università britannica potranno svolgere le proprie lezioni di fronte a un pubblico vastissimo, con un potenziale di oltre mezzo milione di studenti connessi, che inoltre avranno la possibilità di interagire con i professori e i tutor rivolgendo domande e rendendo in tal modo la lezione online un momento di fruizione non meramente passivo. La partnership siglata dall’ateneo britannico con l’azienda svedese di telecomunicazioni Ericsson, che metterà a disposizione la propria tecnologia per mezzo di servizi cloud, rappresenta l’ennesimo caso di un’università sempre innovativa dal punto di vista della formazione. La Coventry University, infatti, con la creazione del Serious Games Institute, svolge una preziosa attività di ricerca e sviluppo con l’obiettivo di realizzare nuove soluzioni per l’istruzione e la formazione del futuro. Proprio grazie a questo istituto è stato avviato anche un altro progetto: la digitalizzazione e l’archiviazione in rete delle opere di Shakespeare, facilmente accessibili per gli studenti da ogni dispositivo con accesso al web. Le lezioni universitarie della Coventry University potranno dunque essere seguite ovunque, anche comodamente a casa, e saranno diffuse online grazie alla tecnologia “In-Game”, soluzione per la comunicazione di Ericsson originariamente creata per i giochi online e il mobile gaming, e adesso adattata alla realtà universitaria.
(Fonte: S. Antonuccio, università.it 13-01-2012)
 
IL MODELLO UNIVERSITARIO STATUNITENSE E LE TRADIZIONI EUROPEE PDF Stampa E-mail
Secondo un articolo pubblicato dal ricercatore Atle Nyhagen, dottorando del dipartimento di amministrazione e teoria dell’organizzazione presso l’Università di Bergen in Norvegia, sul sito universityworldnews.com lo scorso 15 gennaio, l’istruzione e la ricerca stanno subendo un processo di internazionalizzazione e globalizzazione sempre più massiccio. In questo processo gli Stati Uniti hanno da tempo fissato i termini del dibattito, soprattutto nel campo della ricerca. I riferimenti alle università d’elite degli Stati Uniti s’incontrano spesso nei discorsi degli attori centrali del settore dell’istruzione superiore e nella politica di settore della ricerca.  Il sistema americano – l’alta qualità delle università di ricerca degli Stati Uniti, la varietà delle istituzioni e la loro capacità di definire l’agenda di ricerca a livello mondiale – viene presentata come modello esemplare per l’Europa, che deve imparare e forse anche copiare dall’America. Il potenziale europeo di sviluppo verso l’assunzione di un ruolo più importante nella competizione per la leadership globale nel campo della ricerca universitaria risiederebbe nell’adozione di un sistema più diversificato, simile a quello americano. Copiando e ponendosi finalmente in concorrenza con le università degli Stati Uniti, la speranza è che l’Europa possa avere successo nel confronto sia con l’Oriente, che con il modello ideale occidentale. Quello che negli Stati Uniti è stato il risultato di un lungo processo storico, deve essere utilizzato come guida per fare cambiamenti radicali in Europa in tempi molto più brevi. I sistemi dei due Paesi sono frutto di differenti percorsi storici, richiedono diversi tipi di riforme e reagiscono in modo diverso alle relazioni mutevoli tra conoscenza e la politica. Di conseguenza, la presenza del modello statunitense, almeno nel dibattito politico sulla riforma universitaria, è principalmente incentrata sulla concorrenza e la concentrazione delle risorse. L’aumento della concorrenza tra le istituzioni e una più selettiva canalizzazione delle risorse delle istituzioni ad alto livello dovrebbe porre rimedio ad alcuni degli effetti creati dell’organizzazione del settore universitario, in cui l’Europa e suoi Stati-nazione sono in ritardo nella classifica mondiale. L’altra faccia della medaglia è che questa competizione rischia di minare i valori centrali su cui si basa la maggior parte degli Stati europei. La maggior parte dei sistemi d’istruzione superiore in Europa ha affrontato in maniera egualitaria e paritaria la distribuzione e l’assegnazione delle risorse tra le istituzioni, creando così una maggiore dispersione e una minore concentrazione delle risorse. Si potrebbe quindi sostenere che la tradizione europea basata sulla distribuzione della conoscenza è minata alla base dal nuovo ambiente competitivo previsto dalla riforma universitaria in corso. La spinta verso una maggiore concentrazione delle risorse va affrontata in concomitanza ai pesanti tagli di bilancio dovuti alla forte crisi economica e l’università si trova nella necessità di trovare percorsi alternativi di reddito per finanziarsi. Infine, la diseguaglianza che deriva dalla sempre maggiore concorrenza e la conseguente creazione di gerarchie mettono in discussione lo status e l’autonomia delle diverse discipline. Allo stato attuale, infatti, le scienze sociali e umanistiche si trovano ad affrontare gravi tagli economici nelle loro facoltà e questo rischia di minacciare il ruolo che queste discipline ricoprono in termini di portatori del dialogo democratico di stabilità sociale.
(Fonte: C. Mariani, www.universando.com 17-01-2012)
 
USA. UN NETWORK PER GIOVANI RICERCATORI ITALIANI PDF Stampa E-mail

Il primo netwotk interamente dedicato a chi ha intrapreso la carriera di ricercatore negli Stati Uniti si chiama Issnaf. Con la loro struttura aperta, università e laboratori americani attirano ogni anno decine di giovani laureati. Ma una volta messo piede di là dall’Atlantico le domande e le problematiche pratiche sono tante. Dal 5 novembre, per tutti loro, è stato lanciato ufficialmente “Young ISSNAF”, il network per gli under 40 della Fondazione ISSNAF, associazione di ricercatori e accademici italiani in Nord America. Destinato a supportare che è intenzionato a fare carriera negli States ma senza precludersi, in futuro, una possibilità di rientro. L’idea di una rete «under 40» è nata quasi per caso, Houston, la città più nota del Texas, stato certamente più conosciuto per il suo petrolio, ma dove sorgono alcuni dei più prestigiosi poli di ricerca del mondo in campo medico, energetico e spaziale, dove sono presenti molti ricercatori italiani. Young Issnaf è, in realtà, un «network nel network»: una costola della rete dei ricercatori e degli accademici italiani in America, la Issnaf, nata nel 2008 su iniziativa di 37 studiosi italiani di fama mondiale, fra cui dei premi Nobel quali il fisico Renato Dulbecco, il genetista Mario Capecchi e l’astrofisico Riccardo Giacconi. Per chi volesse saperne di più www.issnaf.org.
(Fonte: LaRepubblica.it 21-01-2012)

 
USA. UN RANKING ANCHE PER I CORSI DI LAUREA TELEMATICI PDF Stampa E-mail

Negli Stati Uniti “U.S. News & World Report” ha rilasciato la primissima classifica accademica che dà un voto ai corsi di laurea telematici americani che coinvolgono ormai più di 6 milioni di studenti. Si tratta in realtà di due classifiche distinte che vanno a premiare i migliori corsi “bachelor”, corrispondenti alla nostra laurea triennale, e quelli “master”, il corrispettivo della nostra specialistica. Una classifica speciale che fornisce dei dati concreti per aiutare nella scelta i tantissimi studenti che vogliono scegliere un corso telematico: ”Nel 2010, l’immatricolazione ai corsi online è cresciuta negli Stati Uniti di un incredibile 21 per cento – spiega Matthew Speer, di U.S. News University – è più di 10 volte la crescita media della popolazione studentesca nelle università ordinarie. Era chiaramente arrivato il momento di iniziare a valutare questi programmi d’insegnamento”. Il ranking mette dunque in fila 196 corsi di laurea triennale online e 523 corsi specialistici in economia, informatica, formazione, ingegneria e scienze infermieristiche, tutti accreditati e in grado di fornire almeno l’80 per cento dei contenuti attraverso la rete. Per quanto riguarda i “bachelor” proposti dalle università telematiche americane, i corsi sono classificati secondo tre parametri distinti: livello di insegnamento, che vede in testa la Westfield State University; coinvolgimento e valutazione degli studenti, dove a spuntarla è l’Arizona State University; e infine la tecnologia e i servizi agli studenti, in cui si distingue la Bellevue University.
Il capitolo dedicato ai corsi di laurea specialistici vede invece una categoria in più, ovvero la selettività in fase di ammissione, ma in questo caso la classifica è suddivisa per ambito disciplinare.
(Fonte: C. Ferro, università.it 15-01-2012)

 
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