Home 2012 20 Febbraio SITUAZIONE DELL’ATENEO DI TERAMO. IL RETTORE DICE LA SUA
SITUAZIONE DELL’ATENEO DI TERAMO. IL RETTORE DICE LA SUA PDF Stampa E-mail

In primo luogo, intendo ribadire con forza che l’Ateneo di Teramo esiste e merita rispetto per tutto il complesso delle azioni poste in essere e degli obiettivi che sta perseguendo con un’innovativa impostazione garantistica e meritocratica. Forse, trattandosi di obiettivi, che riguardano la ricerca e la didattica nonché la cura dei nostri studenti, non sono purtroppo d’impatto mediatico.
All’Ateneo di Teramo, d’altro canto, non vige il criterio dell’apparenza, che per sua natura è transitorio e inconferente ai fini degli interessi universitari, bensì vige il criterio del costruire con responsabilità e senza clamori, poiché fare il proprio dovere è un normale atto dovuto a tutte le componenti dell’Ateneo, è un atto che discende da valori morali e senso dell’Istituzione: valori che caratterizzano l’Ateneo di Teramo, anche perché posseduti dalla gran parte dei suoi appartenenti.
Certamente, tutti stiamo vivendo, ormai da qualche tempo, un periodo di grandi difficoltà a livello globale; difficoltà che coinvolgono anche tutto il sistema universitario nazionale, come emerge, con continuità e chiarezza, dalla semplice lettura dei quotidiani. Non è, dunque, una situazione che riguarda il solo Ateneo di Teramo. Tuttavia, la difficile situazione generale è stata affrontata da noi dell’Università di Teramo con grande (anche se non pubblicizzata) determinazione, nella consapevolezza della concorrente incidenza della nostra attività sul territorio, sulle persone che vivono nel nostro territorio, sui nostri ragazzi.
Una determinazione seria, competente e senza compromessi di alcun tipo, secondo l’attuale impostazione del nostro Ateneo, nonché con la fierezza e la tenacia che sono proprie della gente d’Abruzzo.
Noi non elemosiniamo, ma lavoriamo con competenza e dignità e vogliamo lavorare (e l’abbiamo dimostrato) trasferendo le nostre competenze e professionalità nell’interesse di tutti.
(Fonte: R. Tranquilli-Leali, rettore, lettera a un quotidiano 10-02-2012; testo integrale)