Home 2012 18 Marzo RICERCA. VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA RICERCA. IL PARERE DEL PRESIDENTE DEL PANEL 11 DELL’ANVUR
RICERCA. VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA RICERCA. IL PARERE DEL PRESIDENTE DEL PANEL 11 DELL’ANVUR PDF Stampa E-mail

Sono stati pubblicati dall'Anvur i primi criteri specifici che saranno seguiti nel più grande esercizio di certificazione della qualità della ricerca nei vari settori scientifici accademici italiani. Una piccola "rivoluzione", il cui primo passo consiste nella divisione delle riviste specialistiche di ciascun ambito in tre fasce, una guida per chi dovrà giudicare in modo anonimo i lavori dei colleghi durante quest'anno. Ma una "rivoluzione" che nel cosiddetto mondo umanistico — dalla letteratura al diritto, dalla filosofia alla storia — ha visto forti resistenze, critiche al metodo adottato e proteste di "lesa autonomia" dei docenti. Non ancora placatesi e, anzi, destinate forse ad aumentare ora che si entra nel vivo. «In realtà, si tratta di una grande occasione pure per discipline umanistiche, che oggi sono in minoranza nei nostri atenei, di fronte al 70% di scienziati (economisti compresi) ormai internazionalizzati, e che rischiano l'isolamento, se non un'involuzione» — spiega Andrea Graziosi, oggi presidente del panel 11 dell'Anvur (Storia, Filosofia, Psicologia, Pedagogia, Antropologia e Geografia).
Professor Graziosi, per alcuni mesi è sembrato che si portasse un attacco "scientista" alla tradizione umanistica italiana.
«Nulla di tutto questo. Valuteremo circa 200.000 prodotti (articoli o libri, da tre a sei per docente o ricercatore) pubblicati nel 2004-2010. E, in ambito umanistico, ciò sarà fatto con il sistema della "peer review". Ovvero, altri docenti scelti e anonimi giudicheranno la qualità dei testi e li porranno in una delle quattro fasce previste, da A a D. Lo stesso sistema che utilizza la maggior parte delle riviste per decidere se accettare o no un lavoro scientifico di qualunque disciplina». «Si costruirà una mappa della situazione italiana nei vari campi del sapere, che permetta al ministero nei prossimi anni di distribuire a ragion veduta la parte premiale (varie centinaia di milioni di euro) del Fondo di finanziamento delle università. Calcolando le diverse percentuali di lavori ottimi, buoni, mediocri e scadenti per dipartimento e Università, stilando una "classifica", sarà, infatti, possibile valorizzare le punte migliori di ciascun settore scientifico».
Perché la graduatoria delle riviste? E perché le opposizioni?
«Diamo solo indicazioni, nate da un ampio confronto con le società scientifiche, che non sono vincolanti, ma aiuteranno la valutazione. Inoltre, poter raggruppare in una fascia A le riviste giudicate migliori permetterà di promuoverle a livello globale, valorizzando la produzione italiana, cosa che attualmente non succede. Le proteste vengono dalla protezione di posizioni consolidate che non si vogliono mettere in discussione».
(Fonte: A. Lavazza, Avvenire 01-03-2012)