Home 2012 18 Marzo
18 Marzo
FRANCIA. APPLICAZIONE DELLA LEGGE DEL 2007 (LRU) SULL’AUTONOMIA UNIVERSITARIA CON AUMENTO DEI POTERI AI RETTORI PDF Stampa E-mail
Dopo i 18 Atenei del 2009, i 33 del 2010 e i 22 del 2011, dal 1° febbraio altre 8 Università francesi sono divenute autonome. Si tratta dell'ultimo gruppo di Università passate sotto il regime normativo della “Loi relative aux responsabilités et aux liberté des Universités” (LRU), approvata nel 2007. L'autonomia attribuisce alle istituzioni d'istruzione superiore la gestione finanziaria e delle risorse umane, compreso il reclutamento dei docenti e del personale amministrativo.  Soltanto tre Atenei (Clermont I - Toulose I Capitole e Université de Poitiers) hanno potuto però usufruire finora anche della prevista devoluzione patrimoniale, consistente nel trasferimento di beni da parte dello Stato. Sempre dal 1° febbraio un provvedimento ministeriale (Décret n° 2012-16 du 5 janvier 2012 relatif à l'organisation académique) ha modificato profondamente le competenze in materia di azione educativa, attribuendo direttamente ai Rettori l'adozione delle misure idonee per la gestione del personale, il funzionamento delle istituzioni e la messa in atto della politica educativa stessa. È stato rafforzato il loro potere, riconoscendo la possibilità di definire l'organizzazione funzionale e territoriale per adattarla alle caratteristiche locali, pur nel quadro ministeriale di riferimento. I "directeurs des services départmentaux" (IA-DSDEN) attueranno la strategia accademica a livello dipartimentale e, in qualità di "directeurs académiques" saranno delegati a firmare a nome del Rettore l'insieme degli atti relativi agli affari di loro competenza. E’stato inoltre istituito un "Comité de direction de l'Académie" ed è stato fissato anche il quadro nazionale di un "service publique de proximité", capace di adattarsi alle evoluzioni richieste per favorire la riuscita degli allievi. I nuovi Rettori saranno tutti nominati dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Educazione e previa decisione del Presidente della Repubblica. Le nuove misure adottate permetteranno, ad avviso del Governo, una più chiara linea gerarchica, rendendo il sistema più fluido ed efficace.
(Fonte: M.L. Marino, rivistauniversitas 27-02-2012)
 
SECONDO L’UE IL 3+2 (PROCESSO DI BOLOGNA) VA RAFFORZATO PDF Stampa E-mail
Se in Italia ha acquistato peso il partito dei contrari alla nuova laurea formata da 3 anni di studi generali più altri due di studi specialistici introdotta nel 1980, l'Europa non ha dubbi: non si torna indietro, la riforma delle lauree è irreversibile. Il Parlamento europeo ha approvato il 13-03-2012 la risoluzione che rilancia, con nuovi indirizzi, il cosiddetto Processo di Bologna. Ovvero la riforma universitaria europea (in Italia detta 3+2) alla quale aderiscono 47 Paesi. “Con il voto di oggi il Parlamento europeo ha stabilito – ha dichiararto l’europarlamentare Luigi Berlinguer – l’irreversibilità del processo e attivato percorsi concreti per valorizzarlo. L’obiettivo fondamentale è quello di assicurare ad ogni studente che si iscrive in un ateneo dei Paesi aderenti la validità in tutta Europa dei titoli di laurea conseguiti. Dal voto di oggi dell’europarlamento – ha concluso l’ex ministro dell’università – l’Unione europea comincia a superare un enorme paradosso, quello di avere una moneta unica ma non una laurea valida ovunque”. Il testo è molto chiaro e aveva già ottenuto il via libera della Commissione Cultura con il consenso di tutte le forze politiche. Ad approvazione avvenuta il partito degli scettici dovrà rassegnarsi: bisogna andare avanti con la formula del 3+2 e rafforzarla, adeguando i processi formativi come è scritto nella risoluzione. «Certo, anche l'Ue si rende conto che non tutto ha funzionato da quando si è deciso di adottare questo nuovo sistema - ammette Berlinguer -, è evidente che dei correttivi vanno previsti, ma nessuna inversione di tendenza, anzi, l'Ue chiede ai governi dei Paesi membri un maggiore impegno nel sostegno del 3+2 e invita la commissione esecutiva dell'Ue a prevedere incentivi alle Università che si attiveranno». L'Unione, infatti, metterà a disposizione nuovi fondi per i sistemi di istruzione di ogni Paese ma in cambio ogni Paese dovrà mettere in atto politiche per armonizzare il riconoscimento dei titoli di studio a livello europeo e quindi unificare ancora di più i percorsi universitari rafforzando il 3+2 e lavorando per un 3+2+n aggiungendo anche i master di specializzazione necessari per trovare lavoro in settori come la tecnologia, la ricerca scientifica.
(Fonte: F. Amabile, La Stampa 04-03-2012; laltrapagina.it 13-03-2012)
 
VALORE LEGALE DEI TITOLI DI STUDIO ESTERI IN EUROPA PDF Stampa E-mail
L'Unione Europea ha sancito la "Parificazione delle Carriere Scolastiche" attraverso leggi comunitarie finalizzate a rendere equiparabile e riconosciuto ogni corso di studi professionale svolto all'interno di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, e a favorire la mobilità di studenti e professionisti. La Convenzione di Lisbona del 1997 è divenuta integralmente operante in Italia dal 1° dicembre 2009 con la legge n. 148/02. E' stata quindi realizzata una parificazione, anche dei nomi e dei gradi, delle differenti qualifiche degli Stati membri, al fine di adottare un sistema comune di riferimento in tutta la Comunità Europea. Lo Stato italiano può riconoscere, attraverso le abituali procedure di equipollenza, i Diplomi di Laurea, rilasciati dalle Università dell'Unione Europea. I Diplomi di Laurea rilasciati nell'Unione Europea possono ottenere pieno valore legale anche in Italia, al pari del Diploma di Conservatorio o di una Laurea Triennale delle Università italiane. In questo sito maggiori info sul Quadro Europeo delle Qualifiche.
(Fonte)
 
“LA NOTTE DEI RICERCATORI": LA SCIENZA APRE LE SUE PORTE AL GRANDE PUBBLICO PDF Stampa E-mail
La Notte dei Ricercatori è una delle più celebri iniziative sponsorizzate dalla Commissione europea e rivolta agli appassionati di discipline scientifiche. Il suo obiettivo è di avvicinare tutti, soprattutto le nuove generazioni, alla disciplina in modo stimolante, ma soprattutto divertente. L’iniziativa si ripropone ogni anno con tematiche sempre diverse in più di 300 città europee. Ogni edizione vede come protagonisti non solo centinaia di ricercatori e istituti di ricerca, ma conta anche circa 600 mila visitatori. In questa occasione, ogni ricercatore ha la possibilità di esporre il proprio lavoro al pubblico, illustrando in che modo la scienza e la ricerca incidano in maniera più o meno diretta nella vita quotidiana di ognuno, proprio perché essa risulta spesso molto lontana, forse troppo, dalla quotidianità. La Notte dei Ricercatori è finanziata attraverso le “Azioni Marie Curie” dell’Unione europea, nate proprio con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo e la formazione di validi ricercatori, assicurandogli la possibilità di realizzare una brillante carriera nell’ambito della ricerca e dello sviluppo. I ricercatori, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nel definire l’Europa di domani. Proprio per questo motivo risulta indispensabile non solo sostenere il loro lavoro, ma anche stimolare le nuove generazioni, per formare gli scienziati di domani. L’importanza di questa iniziativa è certamente testimoniata dalle cospicue somme di denaro stanziate già dal 2005. All’epoca 16 milioni di euro furono messi disposizione dall’Unione europea proprio per consentire la realizzazione del progetto. Finanziamenti destinati ad aumentare di anno in anno. Per il 2012, infatti, l’Unione europea ha già disposto 7 miliardi di euro, proprio a sostegno del progetto della Notte dei Ricercatori.
(Fonte: F. Romano, torvergata.eurosblog.eu 09-03-2012)
 
OPENAIRE. ACCESSO APERTO AI RISULTATI DELLA RICERCA EUROPEA PDF Stampa E-mail

All’inizio del 2010 nasce OpenAIRE, un’iniziativa della durata di 36 mesi, che vede la partecipazione di 27 paesi europei per un totale di 38 membri (in alcuni casi sono presenti più istituzioni per paese) allo scopo di sostenere il Progetto Pilota sull’Open Access formalizzato dall’Unione Europea nel 2008. I ricercatori che hanno a disposizione un repository istituzionale depositeranno in tale archivio i lavori di ricerca nei tempi previsti (6 o 12 mesi dopo la pubblicazione). OpenAIRE è dotato di un harvester che raccoglierà i dati dai repository che ne avranno fatto richiesta. I ricercatori che non hanno a disposizione un archivio istituzionale depositeranno i lavori di ricerca direttamente in OpenAIRE. Il mondo dell’accesso aperto non è completamente conosciuto e risente, a volte, di pregiudizi o di adesioni acritiche: ad esempio spesso si teme che la ripubblicazione dei propri lavori di ricerca nei repository istituzionali possa essere qualcosa d’illegale e che violi le regole del copyright. Gli editori sono però ormai consci della necessità per i ricercatori di adempiere alle richieste di istituzioni ed enti finanziatori della ricerca, ed esiste un sito su cui ogni editore dichiara la politica editoriale rispetto all’accesso aperto e la compatibilità con le richieste degli enti finanziatori (si veda ad esempio la politica dell’editore Elsevier). Ormai tutti i grandi editori internazionali prevedono la possibilità di ripubblicazione nei repository.
Molte istituzioni italiane si sono dotate di un repository istituzionale. Assicurare la compatibilità fra il proprio repository e il progetto OpenAIRE significa non solo rispettare i vincoli presenti nei contratti che prevedono il finanziamento dei progetti, ma essere maggiormente visibili a livello europeo. Attualmente solo due archivi istituzionali sono registrati in OpenAIRE e depositano i lavori frutto dei finanziamenti FP7: AIR (unimi) e AMS acta (unibo). La raccolta in un unico punto dei risultati di progetti di ricerca svolti in paesi diversi offrirà una panoramica della ricerca svolta nella European Research Area, e potrà essere utilizzata per la valutazione (analisi citazionale, ma anche testuale, analisi delle reti ecc.) anche in termini comparativi dei progetti finanziati.
(Fonte: http://www.openaire.eu/ 06-02-2012)

 
LA COMMISSIONE EUROPEA SELEZIONA UN PROGETTO EUROPLACEMENT DI TRE UNIVERSITÀ ITALIANE (UNIPR, UNIBO, UNICT) PDF Stampa E-mail
Il progetto Europlacement è coordinato dall'Università degli Studi di Parma con la collaborazione dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna e dell'Università degli Studi di Catania. Finanziato nell'ambito del programma europeo Leonardo da Vinci - è stato selezionato dalla Commissione Europea tra i migliori progetti di trasferimento dell'innovazione del 2008 relativi allo sviluppo di competenze per le esigenze del mercato del lavoro. L'idea di Europlacement è di analizzare la transizione dallo studio al lavoro dei laureati e proporre degli strumenti pratici ai servizi di placement e di orientamento post laurea degli atenei. Europlacement ha concentrato la sua attività in 8 paesi europei, coinvolgendo 13 partner e analizzando il mercato del lavoro utilizzando alcuni indicatori, quali i tassi di occupazione e di disoccupazione e i tempi di transizione tra l'università e il lavoro.
(Fonte: I. Ceccarini, rivistauniversitas 28-02-2012)
 
« InizioPrec.11121314Succ.Fine »

Pagina 12 di 14