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29 Marzo
UNIVERSITA’ FASULLA. LAUREE HONORIS CAUSA A VIP E POLITICI PDF Stampa E-mail

La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il sequestro del sito web di una finta Università che per anni ha conferito lauree honoris causa a uomini politici e personaggi dello spettacolo usati come richiamo per attrarre iscrizioni. In realtà più che lauree erano inutili pezzi di carta che hanno trasformato gli «onorati» in testimoni e parti offese. Si tratta di nomi noti e vip, inconsapevoli della truffa, insigniti del falso riconoscimento e poi inseriti in un albo d'onore consultabile su internet. Le indagini sulla sedicente «Università Giovanni Paolo I» sono state condotte dal nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza e dal pm sammaritano Carlo Fucci. Il falso ateneo ha dislocato la propria sede nei locali di servizio di una associazione di artigiani mentre gli uffici del Rettorato si trovano in un appartamento vuoto di Latina, nel Lazio.
L'organizzazione messa in piedi dai truffatori - è stato accertato - era molto articolata e dotata di inesistenti strutture didattiche e scientifiche con tanto di facoltà, dipartimenti e scuole di specializzazione esistenti però solo sulla carta. Ampie le opportunità di formazione che metteva a disposizione: da scienze delle comunicazioni alle lauree in medicina. Reclamizzata anche una «Scuola della comicità» che annoverava tra i condirettori cantanti e artisti del cabaret. Per rendere ancora più verosimili le offerte formative del sedicente ateneo Giovanni Paolo I era stato anche realizzato un video, pubblicato su Youtube, con immagini di una presunta inaugurazione dell'anno accademico avvenuta nel prestigioso Palazzo Marino, immobile di rappresentanza della Camera dei Deputati.
(Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it 22-03-2012)

 
UN APPELLO SUI RICERCATORI PDF Stampa E-mail
“Rivolgiamo un appello al Governo affinché non cancelli il futuro di tanti giovani ricercatori, che coltivano la speranza di poter fare ricerca in Italia. Il decreto legge su semplificazioni e sviluppo, già approvato alla Camera e ora in discussione al Senato, cancella i principi di trasparenza e merito alla base delle norme che dal 2006 hanno consentito di finanziare i progetti di ricerca dei giovani scienziati under 40 attraverso il meccanismo della peer review, la valutazione tra pari. Se questa legge non sarà modificata, tale selezione passerà di nuovo attraverso le stanze chiuse dei Ministeri dell'Istruzione e della Salute permettendo l’accesso ai finanziamenti solo a chi ha le giuste amicizie e non la necessaria preparazione acquisita in anni di studio, magari negli scantinati di qualche Facoltà per pochi euro. Un atto inaccettabile soprattutto da un governo guidato da un premier scelto per merito e competenza. Con il nostro impegno congiunto, nel 2006, avevamo ottenuto invece che la valutazione per assegnare i finanziamenti fosse gestita da una commissione composta da ricercatori anch'essi sotto i quarant'anni, di cui almeno la metà operanti in enti di ricerca non italiani. Una metodologia democratica e trasparente, adottata da anni a livello internazionale”. Così Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina e senatrice a vita e Ignazio Marino, chirurgo e senatore che ha presentato un emendamento per cancellare questa norma dal decreto del governo. “Questi sono criteri invocati dagli stessi giovani ricercatori italiani, che abbiamo il dovere di sostenere, anche per cercare di invertire la tendenza all'esodo che da troppi anni svuota il nostro paese di risorse preziosissime. La fuga dei cervelli non si combatte certamente rendendo ancora più difficile, se non impossibile, per chi non ha le conoscenze giuste l’accesso ai fondi della ricerca all’interno delle università e degli enti di ricerca italiani. L’Italia non può allontanarsi di nuovo dalla comunità scientifica internazionale”.
(Fonte: lastampa.it 23-03-2012)
 
7 ° PROGRAMMA QUADRO DI RICERCA E SVILUPPO DELL’UNIONE EUROPEA (2007-2013) - DATI DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA. UN QUADRO STATISTICO SINTETICO NAZIONALE DELLA FORMAZIONE PDF Stampa E-mail

I dati della partecipazione italiana al 7° programma quadro di ricerca e sviluppo dell’Unione europea (2007-2013) sono riportati nel sito del MIUR sulla ricerca internazionale.
La fase dell’Istruzione che maggiormente incide sulla formazione scientifica e tecnologica di un Paese è quella terziaria (Universitaria e la Formazione Specialistica). Uno degli indicatori chiave sull’importanza dell’istruzione è la sua spesa in rapporto alla capacità produttiva (prodotto interno lordo).  La spesa media  per l’istruzione terziaria nei Paesi UE  è pari all’1,3 % del Pil (Prodotto Interno lordo) mentre la percentuale di spesa Italiana è pari allo 0,9%, si rileva che tale percentuale non è dissimile da alcuni grandi paesi industrializzati come la Germania (1,07%). (fig.1)
La spesa per l’istruzione terziaria per studente (senza apporto delle attività di ricerca) in Italia è circa di 5.447 dollari. Nella fase cruciale della formazione tecnico-scientifica per singolo studente, l’Italia spende meno degli altri Paesi Europei, appena al di sopra dell’Ungheria, della Slovacchia e della Polonia. (fig.2) 


 



Per quanto riguarda altri indicatori sulla formazione, sembra utile citare che oltre il 51% degli studenti Italiani provenienti dalla scuola secondaria accede all’istruzione terziaria e che i laureati italiani nell’area delle scienze tecnologiche e matematiche sono in media il 22% del totale dei laureati italiani, in linea con la media Europea.
(Fonte: settimo programma quadro pag 38, 01-03-2012)

 

 
7° PROGRAMMA QUADRO DI RICERCA E SVILUPPO DELL’UNIONE EUROPEA (2007-2013) - DATI DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA. UN QUADRO STATISTICO SINTETICO NAZIONALE DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

I Programmi quadro (PQ) sono i principali strumenti finanziari dell’Unione europea per incentivare le attività di ricerca e sviluppo che concernono quasi tutte le discipline scientifiche. La valutazione scientifica dei progetti è eseguita da esperti scientifici indipendenti, la graduatoria di merito è stilata da un gruppo di esperti che seguono collaudate e aggiornate metodiche messe a punto dalla Commissione Europea.
L’Italia ha una spesa stimata per ricerca e sviluppo di circa 22 miliardi di dollari (17,53 miliardi di euro) (13) e si posiziona in valore assoluto al decimo posto della graduatoria stilata dall’OCSE dopo Stati Uniti, Giappone, Cina, Germania, Francia, Corea sud, Regno Unito, Canada e Russia
In termini di percentuale, il dato Italiano è all’1,18% del PIL (fig. 3) inferiore alla media dei paesi Europei che è stimato al 1,8% e superiore solo a paesi Europei come Ungheria, Polonia, Grecia e Repubblica Slovacca.
La percentuale di spesa pubblica della ricerca italiana pari allo 0,7 % del PIL è equivalente alla media dei paesi UE, quindi per migliorare il rapporto di spesa R&D sul PIL è necessario  aumentare prevalentemente la ricerca del settore privato.



Il numero dei ricercatori italiani (14) (FTE- full time equivalent) è stimato in circa di 96.303 unità, inferiore in Europa oltre che alla Germania (230.000) a Francia e Regno Unito (200.000) e alla Spagna (120.000).  Il numero dei ricercatori italiani sul totale degli occupati è di 4 ogni 1000 (0,4%) mentre sia Francia, Germania e Regno Unito sono allo 0,8% e la Spagna allo 0,6%. I Paesi del nord Europa si attestano a percentuali sopra la media UE (0,7%). Inoltre c’è una scarsa propensione a produrre brevetti e, infatti, ci posizioniamo agli ultimi posti della graduatoria OCSE per brevetti registrati su numero di abitanti.
(Fonte: settimo programma quadro pag. 39, 01-03-2012)
 
LA RICERCA ITALIANA NELLE RETI DI SUCCESSO EUROPEE PDF Stampa E-mail

Il 7° Programma Quadro di Ricerca Comunitario è il più importante strumento Europeo a sostegno della ricerca scientifica e tecnologica, finanzia progetti in base all’eccellenza scientifica e tecnologica. Il programma Cooperazione è il più importante dei 4 programmi specifici con una dotazione complessiva di 32.413 milioni di euro nel periodo 2007-2013. Il programma Cooperazione (ricerca cooperativa) è composto di 10 aree tematiche: Salute, Scienza dell’alimentazione, Tecnologie della Comunicazione, Nanotecnologie Materiali e Sistemi di Produzione, Energia, Ambiente, Trasporti, Scienze economiche e scienze umane, Sicurezza e Spazio. La partecipazione italiana nel programma Cooperazione del sette PQ si attesta all’8,99 % dei finanziamenti assegnati.
L’entità del finanziamento Italiano per intensità è inferiore solo a Germania 17,86%, Regno Unito 12,65% e Francia 11,14%. Il Lazio è la regione con più finanziamenti Europei, corrispondenti al 23,64% del complessivo nazionale superando la Lombardia al 21,45%, il Piemonte al 10,65%, la Toscana con il 9,55%, l’Emilia Romagna 8,31%, il Veneto, la Liguria e Campania intorno al 6% mentre la Puglia a circa al 5%. In termini di produttività sul 7 PQ si segnala come i ricercatori liguri con 12,5 Keuro /unità di ricerca sono i più efficienti su base nazionale.
(Fonte: settimo programma quadro pag. 40, 01-03-2012)

 
QUATTRO ENTI DI RICERCA EUROPEI AL VAGLIO PDF Stampa E-mail
La base dati Scimago (Scimago Institutions Rankings World Reports), che presenta i dati sulle pubblicazioni scientifiche nelle più prestigiose riviste internazionali, riporta i dati di quattro enti europei: il CNR italiano, il CNRS francese, il CSIC spagnolo e il Max Plank tedesco per il periodo 2005-2009. Il numero di pubblicazioni per ricercatore del CNR è pari a 10,9, quello del CNRS a 11,2, quello del CSIC a 5,6 e quello del Max Plank a 3,2. La comparazione tra gli enti citati non è molto agevole a causa di differenze concernenti la dimensione, la missione, la struttura organizzativa: il CNRS è maggiormente integrato con l’università rispetto al CNR italiano; il CSIC è più simile al CNR; il Max Plank è più orientato alla ricerca applicata e quindi i suoi ricercatori pubblicano meno articoli sulle riviste scientifiche. Si può tuttavia ragionevolmente affermare che, sotto il profilo della produttività scientifica misurata attraverso le “migliori” riviste, il CNR è un’istituzione di tutto rispetto, allineata ad analoghe organizzazioni europee.
(Fonte: roars 15-03-2012)
 
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