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29 Maggio
RICERCA. LA PRODUZIONE DI RICERCA IN ITALIA PDF Stampa E-mail

La tabella sottostante riporta la posizione dell'Italia nelle classifiche mondiali del numero di citazioni e di articoli, pro capite e per dollaro di reddito prodotto. Per confrontare queste posizioni, si ricordi che l'Italia è l'ottavo paese al mondo in termini di PIL (il decimo aggiustando per potere d'acquisto) e il diciannovesimo per popolazione.

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RICERCA. VALUTAZIONE CON FUGA DALLE RESPONSABILITÀ DELLE SCELTE PDF Stampa E-mail

Ancora più profondi rischiano, però, di essere i danni di un sistema di valutazione delle carriere e delle istituzioni di istruzione e ricerca che ricerca, in tutti i settori, la rigorosa quantificazione dei dati. Ho già chiarito altrove di considerare utile il contributo degli strumenti di informazione bibliometrica e di valutazione istituzionale: questo però a patto di conoscere gli attori che sono sul “mercato”, i metodi di raccolta e di elaborazione dei dati, la natura degli input, il valore dei risultati comparato tra i vari istituti di rilevamento, e non ultima l’effettiva adeguatezza del settore di studi a un’analisi del genere. Anche in America del resto questi elementi hanno sempre avuto valore di informazione, rappresentano la base ineliminabile per conoscere, in un mondo della ricerca sempre più vasto, qualcosa su chi si ha davanti. Ma da questa base sarà poi il Dipartimento a scegliere chi assumere, e sarà la Fondazione o l’ufficio pubblico che gestisce il finanziamento a decidere chi finanziare, eventualmente facendo scelte diverse dai ranking disponibili; visto che si tratta di informazioni di pubblico dominio, simili scelte dovranno naturalmente essere motivate di fronte all’opinione pubblica, e ci possono essere moltissime buone ragioni di natura politica o di opportunità per articolare le decisioni in modo diverso da quanto le classifiche imporrebbero.
L’Europa, invece, sembra sempre più voler promuovere a tutti i livelli la tendenza a demandare completamente le proprie scelte agli strumenti di informazione, tanto che l’attivazione di meccanismi di valutazione quantitativa (spesso pubblici e quindi unici, non in competizione per la qualità) è un elemento primario nelle agende dei governi coinvolti. Con la necessità di valutazioni oggettive sul piano continentale si registra quindi una fuga dalle responsabilità delle scelte, demandate a meccanismi che invece avrebbero l’unico compito di offrire informazioni attendibili. Pur tra le mille differenze tra i due ambiti, qualche analogia si può trovare col ruolo nel mondo finanziario delle agenzie di rating.
(Fonte: A. Mariuzzo, linkiesta.it 13-05-2012)

 
RICERCA. PRIVATIZZATA SU RIVISTE AD ACCESSO CHIUSO PDF Stampa E-mail

Nella seconda metà del secolo scorso, il marketing dell’Institute for Scientific Information (ora Thomson-Reuters Web of Science) fece credere che la presenza di una rivista nel suo catalogo fosse un marchio di “scientificità” e che un indice bibliometrico detto fattore d’impatto, calcolato sul suo database di citazioni parziale e privato, fosse sufficiente per stabilirne il valore. Così riviste lette in realtà da pochissimi specialisti diventarono opere cui nessuna biblioteca universitaria poteva rinunciare. Questo le rese molto attraenti per le multinazionali dell’editoria scientifica che, dopo averle acquistate e concentrate in poche mani, alzarono i loro prezzi senza controllo, spuntando margini di profitto fuori di ogni proporzione. Il fenomeno, noto come crisi dei prezzi dei periodici, è ormai molto conosciuto e studiato: il testo di J.-C. Guédon, che lo spiega in modo approfondito, tradotto in italiano nel 2004, è liberamente disponibile on-line; e altrettanto facilmente è reperibile la conferenza tenuta da Lawrence Lessig al Cern nell’aprile 2011, che lo denuncia con chiarezza. Quello che merita una riflessione, pratica prima che teorica, sono le sue parole conclusive, dedicate di nuovo al mondo dell’accademia: “Si deve riconoscere l’accesso universale alla conoscenza come un’obbligazione morale. Qui per accesso non s’intende una mera accessibilità fisica, bensì la libertà delle licenze, così da rendere rielaborabile e riutilizzabile ogni prodotto della ricerca. La scienza non vive di conformismo e di esclusivismo, ma di innovazione non prevista, non progettata e in controtendenza. Dovremmo avere il coraggio di dire che quanti praticano o accettano la pubblicazione ad accesso chiuso si comportano ingiustamente e sono incoerenti con l’etica del lavoro scientifico. E gli accademici in posizione di potere, che valutano la ricerca e decidono le carriere altrui, dovrebbero semplicemente smettere di considerare come titoli gli articoli privatizzati su riviste ad accesso chiuso, per quanto prestigiose.”
(Fonte: M. C. Pievatolo 11-05-2012)

 
RICERCA. L’ACCADEMIA DEI LINCEI CHIEDE TRASPARENZA NELLA VALUTAZIONE PDF Stampa E-mail

Sul sito Roars, esperti di valutazione hanno scritto degli articoli piuttosto tecnici in cui si sono discussi i vari punti critici della Vqr. Quello che si è chiesto a gran voce dal sito Roars, non è stato di bloccare la valutazione perché si è contrari, “a prescindere”, magari portando argomenti strumentali per ottenere alla fine questo obiettivo. Piuttosto si è chiesta trasparenza nelle procedure e soprattutto dei criteri di valutazione che siano all’altezza di quelli adottati nei paesi in cui la valutazione nazionale è da tempo una realtà. Tutto questo, purtroppo, non è avvenuto: al contrario l’Anvur ha pigiato sul pedale dell’acceleratore portandosi avanti anche in altri ambiti. Questa volta la critica viene da un’istituzione al si sopra di ogni sospetto: l’Accademia dei Lincei, la più antica accademia del mondo, massima istituzione culturale italiana, e consulente scientifico e culturale del Presidente della Repubblica. Nella lettera, che la Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, ha scritto al Presidente della Repubblica, guarda caso, si ritrovano molti degli argomenti discussi sopra: “Che per tutte le aree siano resi espliciti i criteri della valutazione … i criteri per la scelta dei revisori”, punti che possono essere riassunti nella parola “trasparenza”. Inoltre si chiede che “laddove la composizione dei Gev (ndr, valutatori) risulti squilibrata … a favore di una corrente scientifico-disciplinare … si provveda a correggere tale situazione con l’individuazione pluralista degli esperti revisori facendo ricorso … alla stessa Accademia Nazionale dei Lincei”.
(Fonte: F. Sylos Labini, FQ 18-05-2012)

 
RICERCA SANITARIA. ASSEGNATI 83 MILIONI A 294 PROGETTI DI RICERCA, 32 MILIONI AI GIOVANI PDF Stampa E-mail

La Commissione Nazionale Ricerca Sanitaria, della quale fa parte il Ministro della Salute, ha approvato la graduatoria dei progetti vincitori del bando "Ricerca Finalizzata e Giovani Ricercatori" del Ministero della Salute: sono stati assegnati nel complesso circa 83 milioni di euro di finanziamenti a 294 su 2.826 progetti presentati tra settembre e novembre 2011, e di questi 32 milioni sono andati ai Giovani Ricercatori. I Progetti per quanto attiene la tipologia di ricerca si sono così distribuiti: Progetti Ricerca Biomedica n. 1.850. Progetti di Ricerca Clinico-Assistenziale n. 976. I progetti presentati riguardano diversi settori medici, in particolare neuroscienze, oncologia, genetica e gnomica, health care, gestione sistemi sanitari, veterinaria e sicurezza alimentare. Hanno analizzato i progetti circa 500 scienziati valutatori dell'NIH-CSR statunitense e quattro Commissioni di "study session" costituite da ricercatori italiani residenti all'estero da più di dieci anni. "Si sono gettate le basi per l’internazionalizzazione della ricerca del SSN utilizzando come ambasciatori i nostri connazionali" si legge nel comunicato divulgato dal Ministero della Salute, considerando che i progetti esteri coinvolgeranno ricercatori italiani residenti all'estero che lavoreranno con i loro connazionali; le risorse saranno infine utilizzate su territorio italiano. L'elenco dei 294 progetti ammessi ai finanziamenti è stato pubblicato sul portale www.sanita.gov.it.
(Fonte: A. Proietti, studiocataldi.it 19-05-2012)

 
RICERCA. PER UNA SINERGIA TRA RICERCATORI INTERESSATI A UN’INIZIATIVA IMPRENDITORIALE E POTENZIALI PARTNER E FINANZIATORI PDF Stampa E-mail

Si è tenuto presso il CNR il convegno ‘Emerging Companies, meet the innovation’ che è alla terza edizione ed ha l’obiettivo di mettere in sinergia ricercatori interessati ad avviare un’iniziativa imprenditoriale con potenziali partner e finanziatori. Il programma prevede testimonianze di spin-off già costituiti, presentazioni di venture capitalist, business angels e rappresentanti del mondo finanziario. “Un’impresa hi-tech nasce dall'incontro di più fattori: bontà e sostenibilità dell'idea, disponibilità e interesse del mercato, adeguato sostegno normativo e finanziario, rapporto continuo e prossimo con le reti di ricerca, sistema adeguato di infrastrutture”, afferma il presidente del Cnr, Luigi Nicolais. “Come Ente intendiamo costruire reti sempre più fitte e interconnesse capaci di far incontrare positivamente domanda e offerta. Anche per questo ci doteremo a breve di un regolamento specifico sugli start-up, che a partire dalla più ampia visione e interpretazione della tutela della proprietà intellettuale, incoraggi l'iniziativa imprenditoriale dei ricercatori agevolandone l'incontro con la finanza privata”. “L’edizione 2012 di ‘Emerging Companies, meet the innovation’ rappresenta anche un passo formativo della ‘Start Cup Ricerca–Il Sole 24 Ore’, la competizione avviata lo scorso aprile dal Cnr, cui hanno aderito a oggi oltre 50 business ideas”, aggiunge Manuela Arata, Technology transfer officer del CNR “Giunta alla sua terza edizione, la Start Cup intende promuovere e sostenere idee imprenditoriali innovative generate dalla ricerca condotta presso il nostro e altri enti di ricerca nazionali”.
(Fonte: dazebaonews.it 23-05-2012)

 
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