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23 Agosto
UNIBO. A UN RICERCATORE UNIBO UN RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE NELL’AMBITO DELL’OPERATIONS MANAGEMENT PDF Stampa E-mail

Matteo Mura, ricercatore dell’Università di Bologna in Ingegneria economico gestionale, afferente al Dipartimento di Scienze aziendali, ha ricevuto un riconoscimento internazionale nell’ambito della 4th Production & Operations Management (P&OM) World Conference, tenutasi ad Amsterdam lo scorso 5 luglio.
Il suo articolo "Innovating Healthcare Operations: Lessons from a micro-level investigation", realizzato insieme a tre colleghi ricercatori del Politecnico di Milano, ha conseguito il Chris Voss Best Paper Award. Il premio, istituito nel 2002 e assegnato al miglior articolo presentato al convegno valutato in termini di contributo all’avanzamento della teoria e della pratica nell’ambito dell’Operations Management, consiste in un certificato onorifico e in un riconoscimento economico ed è stato consegnato durante la sessione conclusiva del convegno. L’articolo di Matteo Mura si inserisce nell’ambito di un filone di ricerca, sviluppato in collaborazione con diverse università italiane e straniere, che analizza i temi della misura della performance, dell’innovazione e dell’organizational learning in ambito ospedaliero. È la prima volta che l’Università di Bologna riceve questo riconoscimento dalla comunità scientifica internazionale.
(Fonte: magazine.unibo.it 24-07-2012)

 
UNIBO. TASSE STUDENTESCHE PDF Stampa E-mail

Università degli studi di Bologna. Tasse immobili da tre anni, nessun aumento per il 2012 né per l’anno a venire. Lo assicura il prorettore dello storico ateneo emiliano, Roberto Nicoletti: “I nostri bilanci sono sani, non c’è necessità di apportare aumenti, abbiamo 5 fasce di reddito e un nostro studente in media paga di tasse da 1400 euro fino a un massimo di 1900 euro all’anno”. Nessuna differenziazione per i fuoricorso: “È vero che non fanno bene all’università ma bisogna distinguere: c’è chi lavora anche a nero per mantenersi agli studi, e questa ipotesi non sarà sicuramente contemplata. Fargli pagare lo scotto di questa crisi non sarebbe giusto”.
(Fonte: metronews.it 04-08-2012)

 
ANNALE EINAUDI «SCIENZE E CULTURA NELL'ITALIA UNITA» PDF Stampa E-mail

In una congiuntura difficile per la ricerca, presa nella morsa di strutture «feudali», di tagli indiscriminati e di una controversa opera di «valutazione», la casa editrice Einaudi sceglie di dedicare un corposo volume di oltre mille pagine a Scienze e cultura nell'Italia unita, uscito in chiusura del cento-cinquantesimo nazionale. Individuare un tema così impegnativo per l'Annale numero ventisei della Storia d'Italia rappresenta una ripresa di interesse: nel 1980 il terzo volume fu dedicato a Scienza e tecnica, quattro anni dopo il settimo a Malattia e medicina. Al di là delle dinamiche editoriali, questo nuovo Annale rappresenta anche un'indicazione in merito al vecchio dibattito sul ritardo tecnologico e scientifico del Bel Paese e sulla presunta marginalità della scienza nella «conversazione nazionale», per citare l'espressione usata ironicamente da Jonathan Franzen nel suo romanzo Freedom. Nell'insieme i trentotto saggi raccolti nel volume fanno luce sugli sviluppi otto-novecenteschi, rimasti a lungo nell'ombra delle glorie passate (Galileo, Spallanzani, la posizione eminente di Roma tra le capitali scientifiche in età moderna). I profili contrastanti dei due curatori testimoniano del notevole incremento dell'interesse per l'attività scientifica manifestatosi negli ultimi quarant'anni in diversi campi umanistici e delle scienze sociali (a partire dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti), con l'affermarsi della storia sociale e culturale della scienza, lo sviluppo dei science studies e l'emergere di una storia dei saperi che esplora i confini tra i diversi stili di pensiero, scientifici o non. Un aspetto distintivo di questo volume (a confronto di tante altre storie delle scienze su scala nazionale) risiede nel numero di contributi dedicati alla comunicazione scientifica. Si tratta di una produzione «a uso interno», ma anche rivolta a un pubblico di «non-specialisti», in costante allargamento man mano che i saperi scientifici divengono più specializzati: infatti, buona parte del pubblico della divulgazione è composta di scienziati attivi in altri campi scientifici.
(Fonte: L. Berlivet e M. Nani, Il Manifesto 17-07-2012)

 
L’IDEA DI UNIVERSITÀ TRA PASSATO E FUTURO PDF Stampa E-mail

Roberto Celada Ballanti e Letterio Mauro (a cura di). De Ferrari Editore, Genova 2012, 122 pp. Un’antologia che studia l’università degli ultimi due secoli dal punto di vista filosofico. Humboldt, riformatore dell’Università di Berlino nel 1809-1810, ministro dell’Istruzione del governo prussiano, è stato il promotore di un’università moderna: autonoma dallo Stato, che deve solo garantire aiuti esterni, e socratica nei fini, sempre in costante posizione di ricerca. Se nella scuola esistono il maestro e il discente, nell’università entrambi esistono in funzione della scienza: non si accolgono passivamente i saperi, ma c’è una libera collaborazione tra chi insegna e chi impara. Poiché la scienza non è una conoscenza acquisita, l’esperienza del professore si unisce all’energia dello studente in un’incessante ricerca della verità. Il fine è la ricerca scientifica e la formazione morale dell’uomo: per questo Humboldt propone una formazione completa, che unisca la scienza alla formazione morale. L’innovazione di Humboldt è proprio nell’idea di formare l’umanità: è nell’università che si formano non solo i ricercatori, ma anche i funzionari dello Stato e i professionisti, i magistrati, i medici, i maestri. C’è quindi un delicato equilibrio tra la ricerca scientifica (per pochi) e la preparazione professionalizzante (per la maggioranza). Egli progetta un sistema educativo in cui il conseguimento della competenza professionale mira alla formazione completa dell’uomo. Egli sostiene che l’università è un istituto di libertà che ha bisogno di una struttura semplice e snella. Concezione molto distante da quella attuale: «Oggi l’università è come un supermercato – scrive Domenico Venturelli – con crediti e debiti e offerta formativa. Con la raccolta a punti e i premi. Un’università deformata con un’immensità di corsi». Proprio nella massificazione e negli apparati burocratici statali Jaspers colse il pericolo più grande per lo spirito dell’università che dovrebbe unire ricerca, insegnamento e formazione. Nel volume altri approfondimenti sono dedicati a Giovanni Gentile, John Henry Newman, Max Weber, Karl Jaspers, Edith Stein, Martin Heidegger, Ernst Bloch e Jürgen Habermas.
(Fonte: M. Viglione, rivistauniversitas luglio 2012)

 
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