Home 2012 8 Ottobre
8 Ottobre
RICERCA. IL CNR HA SOTTOSCRITTO LA DICHIARAZIONE DI BERLINO PDF Stampa E-mail
Il Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), prof. Luigi Nicolais, ha sottoscritto la Berlin Declaration on Open Access to Knowledge in the Sciences and Humanities (Dichiarazione di Berlino) che costituisce la ‘carta’ europea di adesione ai principi dell’accesso aperto ai prodotti della ricerca finanziata con fondi pubblici. Con questo atto il Cnr s’impegna ad assicurare il massimo accesso al patrimonio informativo prodotto dalle attività di ricerca dell’Ente: i risultati della ricerca saranno diffusi non solo attraverso le modalità tradizionali di pubblicazione, ma anche attraverso i nuovi strumenti informativi aperti, propri delle tecnologie d’informazione e comunicazione, che consentono di mettere a frutto più efficacemente i principi dell’open access. I sottoscrittori della Berlin Declaration s’impegnano inoltre ad incoraggiare i ricercatori e le altre istituzioni scientifiche, beneficiarie di finanziamenti pubblici, a utilizzare canali ad accesso aperto per la pubblicazione e la diffusione immediata dei risultati delle loro attività di ricerca. “La sottoscrizione della Dichiarazione di Berlino”, conclude Nicolais, “consentirà al Cnr di entrare a pieno titolo nel panorama delle più importanti istituzioni attivamente impegnate nella realizzazione delle politiche e delle strategie open access adempiendo quanto raccomandato dalle istituzioni europee”.
 
DOTTORATI DI RICERCA. NE PARLA IL MINISTRO PDF Stampa E-mail
Per la riforma dei dottorati cosa avete in programma? «Stiamo lavorando al nuovo regolamento per il dottorato, siamo nella fase finale. Tutto il percorso dovrebbe concludersi entro l'anno e nei primi mesi del 2013 avvieremo il processo interno all'università. Per l'anno accademico 2013-14 ci sarà un nuovo dottorato». Quali sono le novità? «Tre sono i punti essenziali del nuovo regolamento. Si parlerà di dottorato industriale degli enti e delle professioni, ci sarà una maggiore attenzione ai dottorati internazionali. In più sarà possibile svolgerli anche negli istituti di ricerca in congiunzione con l'università, i corsi di dottorato saranno accreditati a monte e poi valutati sui risultati. L'obiettivo è di prevedere uno sbocco che non sia prevalentemente all'interno delle università e degli enti pubblici. Queste competenze dovranno essere presenti anche nelle aziende e nella pubblica amministrazioni, come accade in Finlandia con ottimi risultati. Insomma, pensiamo a un dottorato che sia al servizio del paese e della sua innovazione».
(Fonte: Il Messaggero 01-10-2012)
 
RICERCA. RIFORMARE L’ANVUR E IL CUN PDF Stampa E-mail
Le competenze dell’ANVUR vanno frazionate tra più agenzie realmente terze, ciascuna incaricata di compiti limitati e ben definiti che in nessun modo sconfinino nell’ambito delle policies, spettanti sempre alle sedi di governo competenti. In particolare è auspicabile, come avviene dappertutto, che siano due agenzie separate a svolgere le attività di valutazioni ex post della ricerca e del suo finanziamento, e le attività di accreditamento e assicurazione della qualità della didattica. È opportuno ripensare al modello attuale di finanziamento della ricerca, che prevede molti e separati centri decisionali e di valutazione ex-ante, con sovrapposizione di competenze e perdita di efficienza. Ed è opportuno che il CUN riformato e rivitalizzato, in quanto luogo di rappresentanza elettiva della comunità accademica e scientifica, sia messo nelle condizioni di interagire opportunamente con queste agenzie, assicurando il concorso trasparente e responsabile della comunità scientifica alla definizione di criteri e di procedure davvero efficaci e condivise.
(Fonte: unipd.it/ilbo 01-10-2012)
 
STUDENTI. PIÙ DIFFICILE AL NORD SUPERARE IL TEST PER L’ACCESSO A MEDICINA PDF Stampa E-mail
Per gli studenti di Medicina che aspirano ad essere ammessi al corso di laurea è più facile superare la selezione nelle università da Roma in giù. Al Nord, invece, la battaglia è più dura e i punteggi necessari per conquistare l'ingresso in facoltà sono più alti. Succede da dieci anni a questa parte. Quest'anno la tendenza non è cambiata. Secondo i dati elaborati dall'agenzia Dire in base ai risultati pubblicati nel sito nel ministero, negli atenei di Napoli, Bari o Palermo si riesce a entrare con meno di 40 punti mentre a Milano, Torino o Bologna ne servono di più. Qualche esempio. A Napoli supera il filtro lo studente che totalizza 36,75 punti su un massimo di 80. A Cagliari e Sassari si entra a Medicina con 37,25. Stesso livello nella sede aggregata di Chieti, l'Aquila, Perugia, Roma Tor Vergata. Man mano che si sale lungo la penisola, le asticelle si alzano. Per un posto a Firenze, Parma, Pisa e Siena servono 39 punti, a Bologna e atenei aggregati 41. Oltre 42 a Milano (con Varese Insubria, Piemonte Orientale). L'accesso più difficile è a Padova, Trieste, Udine: 43 punti minimo. Per la prima volta le graduatorie hanno riguardato 12 gruppi regionali di università e non i singoli atenei.
(Fonte: M. D. B., Corsera 13-09-2012)
 
STUDENTI. LA SCELTA DELL’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail
Le facoltà universitarie, le sedi, sono tanto più credibili quanto più sono solide, strutturate. Bisogna vedere anche la serietà dei docenti che ci lavorano e che possono garantire una buona preparazione. In questo senso le facoltà con una tradizione dovrebbero garantire dei percorsi di studio più solidi. Ci sono insomma molti fattori. Di certo sarebbe meglio non iscriversi a un corso solo perché è vicino a casa. L’università italiana ha tante pecche, è vero. Ma ne ha molte anche il mondo del lavoro: ci sono tantissime barriere all’entrata. Poi se vogliamo, si può discutere del valore legale del titolo di studio, ma non tutte le responsabilità per la mancanza di opportunità ai giovani sono da ricercare nell’università. Sappiamo bene che aziende faticano ad assumere. E’ un sistema complesso, con responsabilità diffuse: è una questione molto delicata ed è difficile generalizzare. Nella mia personale e pluriennale esperienza, tuttavia, gli stage hanno un valore formativo enorme: se l’azienda selezionata dall’università è seria e il candidato altrettanto, il risultato è comunque positivo. Non do responsabilità ai ragazzi e non gliele tolgo, perché in vent’anni ho visto tante persone brave e preparate e tante altre svogliate: adesso non è peggio di prima. In generale forse i ragazzi oggi sono più disorientati e meno motivati, questo sì. Ma, anche qua, è difficile generalizzare. Per scegliere a che università iscriversi consiglio ai giovani di seguire la loro passione. Non lo dico per dire: in un mondo in cui ci sono difficoltà reali, è più semplice superarle se sei motivato dalla passione per quello che fai. Se invece hai scelto una facoltà per convenienza, superare i momenti difficili diventa più complicato.
(Fonte: D. Cardini, solferino28.corriere.it 04-10-2012)
 
SETTE ESAMI IN UN GIORNO CON IL MASSIMO DEI VOTI. INCREDIBILE MA VERO PDF Stampa E-mail
Inimmaginabile il caso di uno studente – iscritto al registro degli indagati – che ha superato ben 7 esami nello stesso giorno, tutti con il voto massimo, fino a laurearsi, in breve tempo, con un 110 e lode in linea con l’invidiabile ”carriera”. Emblema di uno scenario che, se dimostrato, infliggerà un nuovo, durissimo colpo alla credibilità dell’istruzione italiana. Nel complesso, la Procura ha requisito, in un anno e mezzo, fascicoli e documenti di oltre settemila iscritti, arrivati alla laurea tra il 2004 e il 2011. Ad accendere la scintilla, era stato l’esposto del preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, che durante una dissertazione di laurea notò come falsificata la sua firma su uno statino apposto dentro il fascicolo di un candidato. Da allora, le forze dell’ordine sono entrate in azione, coordinate da due sostituti procuratori che hanno disposto il sequestro del materiale, ponendo in essere diverse perizie grafologiche per accertare l’autenticità delle firme sui documenti ufficiali di superamento esami o di conseguimento delle lauree, arrivando a quantificare in 72 le pergamene sospette, che ora l’università dovrà affrettarsi ad annullare. E tutto ciò, si badi bene, sarebbe stato architettato alle spalle dei professori. La catena individuata dagli inquirenti, infatti, partiva dalla fotocopia di uno statino già utilizzato, veniva cambiato il nome dello studente “leale” con quello del “furbetto”, cui seguiva la scrittura della falsa firma dell’insegnante. Infine, lo statino contraffatto era sistemato nel fascicolo dello studente. Addirittura, tra quelle “taroccate”, sarebbero emerse firme di professori non più di ruolo in facoltà. I reati contestati ai 75 indagati sono di falso e introduzione abusiva nel sistema informatico dell’ateneo. I particolari su leggioggi.it 18-09-2012
 
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