Home 2012 8 Ottobre
8 Ottobre
ABILITAZIONE SCIENTIFICA. IL CUN SUL D.M. 76 PDF Stampa E-mail
Il Consiglio Universitario Nazionale alla luce dell’incertezza tuttora perdurante all’interno della comunità accademica in merito alla corretta interpretazione del D.M. 7 giugno 2012, n. 76, quanto al margine di discrezionalità di cui potranno usufruire le Commissioni per le abilitazioni scientifiche nazionali, ritiene opportuno che le precisazioni ricevute dal Ministro si traducano in un provvedimento ministeriale di chiarimento, la cui adozione e diffusione assicurino la certezza del quadro normativo di riferimento, permettendo di superare ogni residua perplessità e proseguire con i migliori auspici di buon esito l’importante processo avviato con i decreti e i bandi degli scorsi mesi.
(Fonte: CUN 26-09-2012)
 
RECLUTAMENTO MEDIANTE “CHIAMATA DIRETTA”. RIFORMULARE LE NORME PDF Stampa E-mail
Il CUN (nella mozione del 26 settembre) rileva la numerosità delle proposte di chiamata diretta e, a quanto consta, i riscontri positivi a esse assicurati dalle Commissioni, sulla base dei soli elementi disponibili per una valutazione di merito, senza che sia stata apparentemente effettuata, né da parte delle Commissioni stesse, né da parte di altri soggetti istituzionali, una valutazione dei rilievi sollevati, in termini di ammissibilità, da questo Consesso. Rileva inoltre la necessità che il legislatore assicuri, con proprio intervento, un coordinamento sostanziale tra la vigente disciplina in materia di chiamata diretta e quanto attualmente disposto dall’art. 18, co. 1, lett. a) della l. 30 dicembre 2010, n. 240, in cui già si prevede che “gli studiosi stabilmente impegnati all’estero in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario in posizioni di livello pari a quello oggetto del bando” siano legittimati a partecipare al procedimento ordinario per l’immissione nei ruoli da parte delle Università. Infine rinnova la richiesta affinché la normativa connessa al reclutamento mediante chiamata diretta sia riformulata in termini atti a definire le competenze dei diversi soggetti coinvolti nel procedimento, oltre che a salvaguardare la valenza eccezionale e accessoria che il legislatore ha inteso assicurare all’istituto, sin dal momento della sua prima introduzione, così da non trasformarla in modalità sostitutiva di reclutamento, idonea a concretare una “via di fuga” dalle procedure ordinarie previste dalle leggi.
(Fonte: CUN 26-09-2012)
 
RECLUTAMENTO. MANCA LA VALUTAZIONE A POSTERIORI PDF Stampa E-mail
Il punto fondamentale è la mancanza di valutazione a posteriori. Se nella mia struttura favorisco un candidato inadeguato ma amico, questo deve avere come conseguenza una penalizzazione per la struttura. La valutazione a posteriori permetterebbe di sgombrare rapidamente il campo da tutte le storture dei “concorsi” come li abbiamo conosciuti, nelle varie formulazioni, da trent’anni a questa parte. La chiamata diretta per mezzo di selezioni locali gestite direttamente dalle strutture che mettono a bando un posto (come avviene nei paesi avanzati) permetterebbe ai dipartimenti di dotarsi di procedure di selezione finalizzate all’assunzione del candidato migliore e più adatto al tipo di ricerca che è svolto in quel contesto. Poi, se invece del candidato migliore si sceglie un incapace perché è amico, allora questo si rifletterà sugli scores del dipartimento che (questi si) possono essere valutati usando parametri di diverso genere. Vorrei sottolineare che anche i concorsi effettuati mediante commissioni sorteggiate per 4/5 siano finiti a implementare logiche del tutto simili a quelle dei concorsi con 2/3 idonei. Il sorteggio non fa alcuna differenza; quello che può fare la differenza, invece, è sapere che la scelta delle persone giuste o sbagliate avrà una conseguenza.
Se l’ANVUR fosse organizzata allo scopo di fare una VERA valutazione delle strutture universitarie, allora io non ci vedrei nulla di male in un’abilitazione larga che prelude alla vera selezione effettuata a livello locale. Com’è stato più volte sottolineato, abilitazione non significa assunzione e magari così si riattiverebbe anche una certa mobilità tra i diversi atenei.
(Fonte: 1saqquara, roars 28-09-2012)
 
L’ETÀ ACCADEMICA PDF Stampa E-mail
Il sito CINECA è solo una base di dati nella quale i docenti possono (e non devono) inserire le proprie pubblicazioni e il proprio CV. Non c’è nessun obbligo a inserire tutte le proprie pubblicazioni, quindi dove sta l’immoralità a mettere le pubblicazioni che si considerano più rilevanti? In tutti i Paesi del mondo i ricercatori inseriscono la lista delle loro pubblicazioni più recenti e più rilevanti. Non capisco dove stia il problema etico, ma evidentemente ormai il mondo si è convinto che siccome l’ANVUR ha inventato una cosa chiamata “età accademica”, essa esiste davvero e possa essere “falsificata”. L’età accademica è solo una definizione dell’ANVUR, e la FAQ precisa cosa si intende. E’ la data della più vecchia pubblicazione presente sul proprio sito CINECA. Se invece si volesse fare riferimento alla definizione di età accademica come la “più vecchia pubblicazione in assoluto”, essa non è in nessun modo falsificabile. Il primo articolo che uno ha pubblicato esiste da qualche parte come pubblicazione, una pubblicazione è per definizione “pubblica” e può essere rintracciata con una ricerca.
(Fonte: sam, roars 28-09-2012)
 
SUCCESSO ITALIANO NELLE BUSINESS SCHOOL PDF Stampa E-mail
Nell'ultima classifica del Financial Times, dedicata ai Master in Management, la Bocconi sale di tre posizioni e si colloca al 23esimo posto. Il ranking, che tiene conto anche di scuole cinesi e indiane, è stilato sulla base di 22 parametri divisi in tre macroaree. Primo: lo sviluppo di carriera e la retribuzione dei diplomati. Secondo: la multiculturalità di scuole e programmi. Terzo: la qualità del corpo docente. «Le nostre performance positive negli ultimi anni sono caratterizzate da diversi aspetti — spiega Alberto Grando, direttore Sda Bocconi —. A iniziare dal fortissimo orientamento internazionale che ha fatto crescere la nostra reputazione. Senza dimenticare fattori come il prestigio delle pubblicazioni accademiche sulle riviste più importanti e l'incremento di docenti selezionati dal job market mondiale. Oggi, oltre il 25% dei professori proviene da altri Paesi. Un’altra componente di successo è data dai servizi aggiuntivi — prosegue Grando —. Mi riferisco ai coaching individuali per aiutare gli studenti nell'orientamento e alla business community formata da 80mila ex alunni della Bocconi che svolgono un ruolo di network».
(Fonte: Corriere Economia 24-09-2012)
 
QS WORLD UNIVERSITY RANKINGS 2012-2013. SOLO L’UNIBO FRA LE ITALIANE NELLA TOP 200 PDF Stampa E-mail
Bologna rimane l’unica università italiana nelle top 200 della classifica Quacquarelli Symonds (Qs World University Rankings 2012-2013) che piazza al primo posto il Mit (Massachusetts Institute of Technology). Gli atenei milanesi – Politecnico e università degli studi –passano rispettivamente dalla 277ma alla 244ma e dalla 275ma alla 256maposizione. La Sapienza, seconda italiana in classifica, scende di qualche gradino, da 210ma diventa 216ma, mentre un altro ateneo romano, Tor Vergata, migliora sensibilmente il suo punteggio salendo dal 380mo posto del 2011 al 336mo di quest’anno. Nonostante le continue pressioni finanziarie, le istituzioni italiane continuano comunque a produrre eccellenza nell’ambito della ricerca. Sei istituzioni, infatti, figurano tra le prime duecento al mondo in questo indicatore (la Qs ne prende in considerazione sei) e 15 in totale hanno migliorato il loro punteggio rispetto al 2011. Nessuna università italiana si piazza, invece, nelle top 200 università per l’indicatore della proporzione degli studenti internazionali rispetto al totale.
(Fonte: online-news.it 11-09-2012)
 
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