Home 2012 18 Novembre RICERCA. I 23 RICERCATORI DEL PROGRAMMA “RITA LEVI MONTALCINI” 2009 NEL LIMBO TRA DISOCCUPAZIONE E SPRECO DI PUBBLICO DENARO
RICERCA. I 23 RICERCATORI DEL PROGRAMMA “RITA LEVI MONTALCINI” 2009 NEL LIMBO TRA DISOCCUPAZIONE E SPRECO DI PUBBLICO DENARO PDF Stampa E-mail

Siamo 23 ricercatori, vincitori del prestigioso bando intitolato al Premio Nobel Rita Levi Montalcini, il vecchio ‘rientro dei cervelli’, per intenderci (Programma per Giovani Ricercatori, bando 2009), riproposto con un diverso nome dai D.M. 45/2009 e 230/2009 (nella presentazione dell’epoca, Programma per giovani ricercatori Rita Levi Montalcini 2009-ex Programma ‘rientro dei cervelli’). Il nostro bando fu lanciato come una versione più lunga e meglio finanziata dei precedenti programmi di ‘rientro dei cervelli’: nel presentarlo, infatti, Mariastella Gelmini sottolineava con soddisfazione come il budget fosse salito da 3 a 6 milioni di euro. Ebbene, al momento l’investimento della collettività rischia di trasformarsi in un prestito a vuoto e la nostra esperienza in Italia rischia di giungere al capolinea. Nel 2010 siamo stati selezionati sulla base della qualità, originalità e competitività dei nostri progetti di ricerca e un anno dopo abbiamo ‘preso servizio’. Veniamo da tutto il mondo, abbiamo formazioni variegate, ma due cose ci accomunano: abbiamo studiato o fatto ricerca in alcune delle più prestigiose università internazionali e siamo tornati in Italia dopo un’accurata selezione (superata da meno del 10% dei candidati) con la speranza ovvero l’illusione di poter contribuire a migliorare i nostri atenei offrendo loro la nostra esperienza internazionale e il nostro particolare percorso accademico. Ora, invece, a quasi due anni di distanza, ci ritroviamo a non sapere che cosa ne sarà di noi alla fine del nostro contratto triennale. Secondo i termini del bando, possiamo avere un rinnovo di altri tre anni, ma il problema è, come sempre, di tipo economico. Il Ministero dovrebbe stanziare una somma minima, da indicare nel prossimo decreto riguardante il FFO, per assicurare la disponibilità delle risorse finanziarie occorrenti per un rinnovo di tutti i nostri contratti per il secondo triennio, ma, nell’incertezza circa la sua decisione, ci interroghiamo circa il nostro futuro. In teoria, le università potrebbero rinnovare i nostri contratti di tasca propria. In pratica, l’effetto congiunto della diffidenza verso l’elemento allogeno e del taglio della spesa rende quasi impossibili i rinnovi: è ovvio che, a fronte di così tanti problemi di finanze e di organico, gli atenei tendano a proteggere gli interni o i contratti imprescindibili per le loro esigenze didattiche. E’ per questo motivo che abbiamo più volte interpellato il MIUR affinché chiarisca come intende garantire continuità al programma, visto che non è previsto uno stanziamento di fondi ad hoc. Queste nostre plurime sollecitazioni, protratte per mesi, sono finora sempre cadute nel vuoto: a parte qualche vaga risposta del Ministero, non abbiamo né conferme né rassicurazioni.
(Fonti: I 23 ricercatori del programma “Rita Levi Montalcini” 2009, roars 02-11-2012)