Home 2012 10 Dicembre RICERCATORI UNIVERSITARI E PARIGRADO OSPEDALIERI. STESSO LAVORO MA DIVERSA RETRIBUZIONE
RICERCATORI UNIVERSITARI E PARIGRADO OSPEDALIERI. STESSO LAVORO MA DIVERSA RETRIBUZIONE PDF Stampa E-mail

Sono seduti accanto nello stesso laboratorio, spesso fanno insieme anche le guardie notturne, si alternano nei corridoi dei reparti con le stesse mansioni. Ma il trattamento economico a fine mese, invece, non è affatto lo stesso. Ricercatori assunti dall'Università di Verona da un lato, dipendenti dell'azienda ospedaliera universitaria integrata veronese dall'altro. Due livelli di stipendio (con differenze anche importanti) e di «diritti» che, pur in una reale equiparazione delle mansioni, non vengono invece per niente eguagliati.
A permettere l'equiparazione agli ospedalieri, un tempo per tutti era la legge De Maria in cui si stabiliva l'indennità aggiuntiva come componente del complessivo trattamento economico spettante al professore (o al ricercatore) universitario quando avesse svolto attività assistenziale sanitaria. Oggi le cose non stanno più così. «Il problema riguarda l'inserimento in assistenza dei ricercatori universitari - spiega Roberto Leone, rappresentante dei professori associati del dipartimento di sanità pubblica e medicina di comunità dell'Università di Verona - di fatto esistono dei ricercatori universitari assunti come tali che lavorano nell'ambito ospedaliero e che hanno un trattamento economico diverso dai loro parigrado assunti dall'azienda ospedaliera». Stipendi in qualche caso anche dimezzati (il calcolo dipende dagli anni di servizio) rispetto a quelli di colleghi con le stesse mansioni. «Se dovessimo considerare gli impegni nel loro complesso, quelli dei ricercatori sarebbero di più - spiega Donato Zipeto, rappresentante dei ricercatori dell'Università di Verona - siamo valutati a fine anno sulla base della ricerca prodotta. Il nostro servizio in ospedale, quindi, deve affiancare il lavoro di ricerca, la didattica e le pubblicazioni, pur mantenendo insomma intatte le ore in ospedale». Studenti e ricerca, pubblicazioni e guardie. Tutto, per uno stipendio inferiore a quello dei colleghi. A subire questa situazione, per quanto riguarda l'Azienda integrata veronese (che, fa sapere, sta però cercando di risolvere la questione) si tratta di una cinquantina di persone assunte negli ultimi due anni (da quando, cioè, esiste l'Azienda integrata). «A parità di lavoro lo stipendio è più basso di circa un terzo - dice Leone - si tratta di una situazione pesante per i nuovi arrivati che minaccia di peggiorare in futuro. Come si possono invogliare i giovani a scegliere questa strada, con una situazione così squilibrata?».
(Fonte: Corriere di Verona 27-11-2012)