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10 Dicembre
RICERCA. RACCOMANDAZIONI SULL’USO APPROPRIATO DELLA BIBLIOMETRIA PER LA VALUTAZIONE DEI SINGOLI RICERCATORI PDF Stampa E-mail

Institut de France. Académie des sciences. Report presented to the Minister of Higher Education and Research.
Individual evaluation of researchers is still a subjective process that suffers from numerous potential biases. The Académie has examined the use of quantitative bibliometrics, which are considered to be more objective, and has made a number of recommendations on rigorous rules that should be followed when using bibliometrics to support qualitative evaluations.
Such rules should be recognized internationally, at least at the European level. The issue of bibliometric evaluation is a complex one and is still being debated. Strong opinions have arisen for and against its use that depend greatly on the scientific field.
Recommendation 1: The use of bibliometric indices for evaluating individual researchers is of no value unless a number of prerequisites are met: - The evaluation should focus on the articles and not the journals. - Data quality, standardization, significance of deviation and robustness of indices must be validated.
Recommendation 2: Bibliometrics should not be reduced to numbers, it must be accompanied by an in-depth consideration of bibliometric and bibliographic data, and if possible the articles themselves
Recommendation 3: Bibliometric indices should be used differently depending on the purpose of the evaluation, such as recruitment, promotion, grants and distinctions.
Recommendation 4: Greater importance should be given whenever possible to the position of a researcher’s name in the order of authors and the exact contribution of each author
Recommendation 5: Bibliometric evaluation should become an object of study in order to improve its value. France must participate in this process. All the recommendations above need to be further examined. In order to do so, the Académie recommends the creation of a Steering Committee to examine the use of bibliometrics in individual evaluations, for example within the framework of the Observatoire des Sciences et Techniques (OST) which is a public body with a long experience in bibliometrics. It would be composed of a small group of experts from various disciplines and agencies, whose task will be to study the limitations of indices and their use and suggest how to improve them. This committee should engage in research that will help refine existing indices and make practical suggestions to be validated at the European level. Its recommendations should be based on a number of tests and studies such as retrospective tests and the development of criteria to detect originality, innovation, dissemination and impact of a work.
(Fonte: academie-sciences.fr 17-01-2011. Redazione roars 09-12-2012)

 
L’ITER PER LA CARRIERA UNIVERSITARIA PDF Stampa E-mail

Ecco l’iter che oggi un giovane medico o biologo deve percorrere, se intende intraprendere la carriera universitaria. Primo: vincere il concorso per diventare dottore di ricerca. Dovrà poi lavorare giorno e notte per almeno tre anni. È quasi d'obbligo passare almeno 6 mesi di lavoro negli Stati Uniti. Secondo: se tutto va bene, dovrà lavorare ancora per due o anche per quattro anni con un assegno di ricerca. Terzo: aspettare che si liberi un posto di ricercatore, per il pensionamento o il prepensionamento di qualche "strutturato", vivendo di misere borse di studio della Regione o di Enti privati. Quarto: una volta vinto il concorso, lo stipendio sarà quello dei professori di scuola media. Quinto: dopo anni dovrà superare il concorso per professore associato e poi superare il concorso per professore ordinario. Un particolare: i 5200 euro arrivano, se arrivano, quasi sempre alle porte della pensione.
(Fonte: P. L. Ipata, FQ 02-12-2012)

 
TURNOVER PER LA PRIMA FASCIA. TRE CORRETTIVI PER LO SBLOCCO PDF Stampa E-mail

La sovrapposizione e la coesistenza di numerosi limiti, introdotti per ragioni diverse (finanza, ricambio generazionale, ri-proporzionamento delle fasce) hanno sostanzialmente bloccato a tempo indeterminato il turn over per la prima fascia. Tra i molti, i principali ostacoli sono costituiti dall’utilizzazione del punto organico per misurare il finanziamento necessario alla chiamata “interna”, dal limite di chiamate rispetto ai posti banditi per ricercatori di tipo b, dal limite di finanza pubblica del 20% del turn over complessivo. Mentre il piano di reclutamento straordinario dei professori associati, volto alla progressione di carriera dei ricercatori, supera alcuni di questi limiti, nessuna salvaguardia è prevista per la progressione di carriera dei professori associati.
Nella consapevolezza della difficoltà di intervenire nell’immediato sui limiti imposti per ragioni di finanza, si propongono tre correttivi immediati i quali ove necessario possono trovare spazio nel provvedimento cosiddetto “mille proroghe” in corso di approvazione.
Il primo di essi è la modificazione dei criteri di individuazione della copertura finanziaria per la chiamata degli interni. Ferma restando l’esigenza di un razionale sistema di pianificazione dell’organico, l’applicazione dell’attuale criterio del punto organico indipendentemente dall’anzianità di servizio posseduta dall’interno che è chiamato determina un’anormale e fittizia necessità di copertura finanziaria. In molti casi, invece, la chiamata dell’interno non comporterebbe all’ateneo alcun differenziale di spesa reale. Per tale ragione si propone di modificare il criterio del punto organico per le chiamate degli interni inserendo il criterio del “differenziale di costo individuale” proiettato su un ragionevole arco temporale. Analogamente si può agire sul recupero del maggior costo effettivo del personale andato in pensione.
Il secondo è l’eliminazione del vincolo della corrispondenza tra le chiamate dei professori ordinari e i posti banditi di ricercatori a tempo determinato di tipo b, anche perché, di fatto, finora nessun ateneo ha bandito tali posti e invece le risorse sono state “distratte” verso posti di tipo a. Altre sono le forme che devono garantire la massimizzazione dei posti di tipo b negli atenei, come ad esempio proposto di seguito.
Il terzo rimedio, che può essere o alternativo o aggiuntivo al secondo, è quello di abrogare tout court la lettera (a) del comma 3 dell’art. 24 della legge 240 del 2010, ovvero imporre agli atenei un limite massimo (assai piccolo) di posti di tipo a bandibili in rapporto ai posti di tipo b.
(Fonte: lettera del CONPASS al ministro Profumo 07-12-2012)

 
IL PARADOSSO DEI LAUREATI INTROVABILI PDF Stampa E-mail
Abbiamo pochi laureati rispetto ai maggiori Paesi europei ma, nonostante ciò, secondo il Censis quasi uno su quattro non lavora. C'è dunque un eccesso d'offerta: i neolaureati sono più di quanto domandino le aziende. Ma è proprio qui che arriva il paradosso, e lo certifica l'ultima rilevazione del sistema Excelsior di Unioncamere. Una quota cioè di domanda che resterà inevasa e che traccia l'identikit dei profili professionali «introvabili». Come mai, però, un eccesso di offerta di laureati (visto il loro relativamente basso tasso di occupazione) produce comunque figure professionali introvabili? Ovvero quali sono le cause di questa inefficienza del mercato del lavoro che non riesce a far incontrare domanda e offerta? Secondo le imprese testate da Excelsior le risposte sono diverse a seconda del profilo del laureato. Per esempio si ritengono molti dottori in economia «non adeguatamente formati», al punto da richiedere un titolo post laurea. Per gli ingegneri, invece, l'offerta non soddisferebbe la domanda aziendale di profili altamente qualificati. Anche i diplomati, infine, pur se in maniera minore dei laureati, soffrono del paradosso dell'introvabilità (tasso del 18,7%), con un picco (-28,7%) per gli indirizzi nautici e aeronautici. Dunque tanti italiani cercano lavoro e non lo trovano. Ma, nonostante tutto, la stessa sorte può capitare anche alle aziende: hanno bisogno della «persona giusta da assumere» ma non la trovano. Sono oltre 65.000 i lavoratori «di difficile reperimento», il 16,1% del totale delle assunzioni non stagionali programmate nell'anno (406.820), secondo una ricerca di Unioncamere. In testa c'è il progettista di sistemi informatici, con l'84,6% delle ricerche che stentano a trovare la persona giusta. Ma la crisi ha colpito anche questi lavori cosiddetti «introvabili»: in generale il numero è in forte calo rispetto al 2011, quando le persone di difficile reperimento erano ben 116.950. Crollati ora del 40% e oltre.
(Fonte: g. str., Corsera 24-11-2012)

 
UNIBO. FINANZIAMENTI, TASSE, BORSE DI STUDIO. NE PARLA IL RETTORE PDF Stampa E-mail
Il rettore Dionigi, sospesa formalmente la seduta del CdA dopo che gli studenti l’avevano già interrotta, parla a tutto campo. Rivendica un'università del merito che per tre anni non ha alzato le tasse - mosca bianca tra gli atenei italiani - e ha promosso azioni a favore degli studenti più deboli, economicamente svantaggiati e meritevoli con un aumento del 10% dei fondi per il diritto allo studio: in tutto 22 milioni stanziati per quest'anno tra esoneri dalle tasse, borse di studio e premi. «Io non mi metto nessuna medaglia, la situazione dei giovani oggi è drammatica, questo m’interessa. Come uscirne? Lo chiedo a tutti, e la strada è capire che il destino è comune, se ne esce stando dalla stessa parte». Dionigi ricorda la situazione dei suoi dipendenti: «Lavorano a stipendi bloccati, a 1.200 euro il mese, dalle sette del mattino alle nove di sera mandano avanti gli uffici: questo è il Paese reale». A fronte di un mondo attraversato dal dramma della disoccupazione giovanile e colpito dai furbetti delle tasse, in un Paese dove «i diritti da salvaguardare sono quelli alla salute e all'istruzione», insiste Dionigi, come uscirne? E su questo ragionamento tesse le lodi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «E un gigante che grida nel deserto, ora però anche la sua voce rischia di affievolirsi, ma dobbiamo a lui se l'università sino ad ora si è salvata». La scure dei tagli incombe sugli atenei come una spada di Damocle: 400 milioni, che per Bologna significa 22 milioni in meno. «Se i tagli continuano a picchiare, non potrò proseguire con questa politica. Qualcuno dopo di me farà meglio, ma ora guardiamo ai problemi del paese e delle università, il disagio non lo nego». Snocciola i numeri, il rettore, a difesa del diritto allo studio. Tra le novità: la garanzia per chi deve partire con le borse di studio Erasmus e 300 mila euro stanziati per 183 studenti che hanno avuto la casa distrutta dal terremoto e che per questo sono stati esonerati dalle tasse. Sul possibile taglio a livello europeo dell'Erasmus, Dionigi è netto: «Una vergogna». Il finanziamento da parte delle Agenzie nazionali è stato assegnato solo all'80%, per questo l'Ateneo, con uno stanziamento di 1,25 milioni, garantirà a tutti gli studenti vincitori il contributo mensile di 230 euro, anche se non dovessero arrivare tutti i finanziamenti comunitari previsti. Sul numero chiuso a Ingegneria, Dionigi ironizza: «È talmente chiuso che garantiremo più posti delle matricole che s’iscrivono».
(Fonte: I. Venturi, La Repubblica Bologna 28-11-2012)
 
UNIBO. NUMERO CHIUSO NEI CORSI DI LAUREA TRIENNALE A INGEGNERIA PDF Stampa E-mail
«A ingegneria ci sono 15 corsi di laurea triennale tra Bologna e le sedi Romagnole e nessuno sarà toccato, ma servono misure per governare meglio l'offerta alla luce della riduzione di docenti, del taglio dei fondi e dell'aumento degli studenti» spiega il prorettore alla didattica dell'Alma Mater, Gianluca Fiorentini L'introduzione del numero chiuso nei corsi di laurea triennale e in particolare a Ingegneria energetica, meccanica, gestionale e informatica è dovuto a più fattori: più iscritti con tensioni sugli spazi, meno professori (-23% dal 2007) e riduzione dei fondi ministeriali (-12% dal 2009). A Ingegneria il numero chiuso tiene banco nelle discussioni da diversi anni, molto prima dei vincoli imposti dai decreti applicativi della legge Gelmini. Le proposte, approvate in settimana dai consigli di Corso di laurea, ora passeranno al vaglio dei Dipartimenti e della Scuola e poi dell'Ateneo. Ma il prorettore assicura: «Non ci sono rischi di razionamento nel complesso dei corsi tra Bologna e le altre sedi». Il totale dei posti a numero programmato è 2.460 e quest'anno il totale degli immatricolati è 2.050. Il numero dei posti programmati supera quindi del 20% le matricole. «Tra il 2007 e il 2012 — spiega — Ingegneria è passata da 238 a 183 professori. Una riduzione del 23% che è più alta della media d'ateneo (circa il 20%; ndr)». Gli studenti aumentano e i docenti diminuiscono. «L'Ateneo pur nel momento difficile deve garantire un reclutamento di docenti equilibrato a sostegno delle lauree con più studenti, ma senza chiudere corsi o azzerare gruppi di ricerca con grandi tradizioni e risultati di livello internazionale». In cantiere, c'è anche l'ipotesi di un test unico dando ai candidati la possibilità di scegliere due opzioni di corso. Ecco i posti nel dettaglio per le lauree più richieste: Ingegneria meccanica 200 (quest'anno 193 matricole); gestionale 250 (314 matricole); energetica 186 (207 matricole) e civile 230 (247 matricole).
(Fonte: E.Astolfi, Il Resto del Carlino Bologna 25-11-2012)
 
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