Home 2013 11 febbraio 11 Febbraio VARIE. INTERVISTA AL MINISTRO PROFUMO
VARIE. INTERVISTA AL MINISTRO PROFUMO PDF Stampa E-mail

A pochi giorni dalla fine del suo mandato, abbiamo rivolto al ministro Profumo alcune domande per fare un bilancio di quest’anno e mezzo in cui è stato alla guida del dicastero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

Ministro, le università italiane rischiano ancora il default a causa della riduzione dei fondi previsti nella legge di stabilità?

La situazione è certamente molto difficile per le università. Per circa una trentina di atenei italiani c'è una situazione di acuta criticità. Naturalmente le università, essendo autonome e responsabili, dovranno attuare politiche che siano in grado di gestire anche una situazione più complessa di quella inizialmente prevista.

Molti rettori si sono dichiarati profondamente delusi dal governo tecnico, soprattutto per i tagli operati nell’Università. La CRUI, la Conferenza dei rettori, ha approvato un documento molto critico, quasi disperato.

La situazione generale economica del Paese è sotto gli occhi di tutti. Certamente l'auspicio è quello che si investa di più in scuola, università e ricerca. Il tutto però deve fare i conti con le situazioni di bilancio. Io credo che il risultato di quest’anno non possa essere giudicato negativamente. Nel futuro dovremo un po' ripensare al nostro sistema. Le risorse oggi non sono più solo nazionali, ma diventano sempre più importanti le risorse europee: quindi il finanziamento complessivo del sistema delle università e degli enti di ricerca deve essere visto su questa base transnazionale.

Come valuta oggi la riforma Gelmini a due anni dall'attuazione e in che direzione dovrà andare il prossimo governo in tema di università, formazione e ricerca?

Dal punto di vista della Legge Gelmini, in quest’arco breve di tempo, sono stati conclusi alcuni dei processi che erano ancora in atto. In particolare c'era un certo numero di decreti necessari per il funzionamento del sistema delle università, che non erano stati completati. Nel corso dell'anno sono stati anche avviati le abilitazioni nazionali per i docenti di prima e seconda fascia. E’ stato anche avviato il percorso della valutazione delle istituzioni universitarie: i risultati saranno disponibili al termine di questo primo semestre; e potranno essere utilizzati anche per la distribuzione del fondo di funzionamento ordinario per l'anno 2013.

Che cosa dovrà fare il prossimo governo?

Io credo dovrà in primis consolidare i processi che sono stati messi in atto in questo anno. I processi che sono stati fondamentalmente baricentrati su sei elementi: il primo, la valorizzazione delle capacità delle persone e del loro impegno; il secondo, progetti che siano molto più aperti rispetto al passato (per esempio i concorsi universitari); il terzo, l'elemento centrale della trasparenza (nei concorsi, nelle circolari, nei processi); il quarto, un rispetto profondo dei tempi, senza deroga, senza possibilità che ci siano termini che sono prolungati nel tempo; il quinto elemento, la semplificazione dei processi: noi abbiamo bisogno di avere sistemi che siano meno burocratizzati, più semplici; e il sesto elemento è la valutazione. Io credo che questi possano essere i sei elementi sui quali si può costruire una politica delle università e della ricerca per il futuro, con una stretta connessione con l'Europa.

A proposito di ricerca, la CRUI pensa che il programma “Horizon 2020” non si potrà sfruttare in maniera competitiva per mancanza di fondi.

I nostri ricercatori hanno le capacità per competere al meglio in Europa. E' necessario però che si apra lo spettro dei partecipanti. Dobbiamo fare in modo che più ricercatori partecipino. Io credo che il Paese Italia abbia tutte le possibilità di migliorare le sue prestazioni in Europa. Questo è un vero “must”. Il Paese non può permettersi di perdere milioni di euro, dal punto di vista della Ricerca.

Migliaia di giovani stanno partecipando ai concorsi per l’insegnamento nella scuola e nell’università. Molti di loro saranno esclusi. Qual è il messaggio che si sente di mandare a loro e a tutti i precari della scuola? Sono tutti destinati a fare altro nella vita? Saranno nuovi cervelli in fuga?

C'è stata una grande attenzione da parte del Ministero per ricreare una fiducia da parte dei cittadini nei confronti dello Stato e nei confronti dei sistemi di selezione dello Stato, per le nuove generazioni, i docenti della scuola o i docenti universitari. Il mio messaggio è rivolto a tutte queste persone che si stanno impegnando, che stanno studiando, che stanno dedicando del tempo: il sistema è trasparente dal punto di vista della selezione, di ottima qualità e quindi li invito ad avere fiducia in questo sistema.
(Fonte: G. Pennisi, ustation.it 18-01-2013)