Home 2013 11 febbraio 11 Febbraio VARIE. INDAGINE OCSE. LE DONNE E L’ISTRUZIONE
VARIE. INDAGINE OCSE. LE DONNE E L’ISTRUZIONE PDF Stampa E-mail

L’Italia non sta uti­lizzando al me­glio una parte im­portante del suo capitale umano, le donne. È una perdita colossale per la nostra economia. Quan­do studiano, le ragazze ita­liane sono più brave dei ra­gazzi, in tutte le materie. I dati del programma Pisa (Program for international student Assessment, l'indagine promossa dal­I'Ocse — l'Organizzazione per la cooperazione e lo svi­luppo economico — allo scopo di misurare le com­petenze degli studenti in matematica, scienze, lettu­ra e abilità nel risolvere pro­blemi) mostrano che a 15 anni le ragazze italiane rag­giungono punteggi di gran lunga superiori ai maschi in «abilità di lettura» (510 contro 464, una differenza enorme) ma anche in «abi­lità scientifica» (490 contro 488). Solo in matematica le ragazze fanno un po' meno bene dei maschi. Il 76% delle matricole delle facol­tà umanistiche sono don­ne; nelle scientifiche solo il 37%. Questa scelta probabil­mente riflette anch'essa ste­reotipi culturali. Perché laurearsi in fisica nucleare per poi fare la casalinga? Meglio studiare poesia. Quando però le donne si iscrivono a una facoltà scientifica, spesso sono più brave: alla Federico II di Napoli, ad esempio, il 37% delle ragazze si laurea con 110 e lode, contro il 24% dei maschi. La partecipazione alla forza lavoro delle donne in Italia è tra le più basse dei Paesi Ocse e la più bassa in Europa. Nel 2011 solo 52 donne italiane su 100, fra i 15 e i 64 anni, lavoravano o cercavano attivamente un lavoro. In Spagna erano 69, in Francia 66, in Germania 72, in Svezia 77. Solo in Messico e Turchia erano meno che in Italia. Vero che le donne più giovani la­vorano di più: ad esempio, nella classe di età 35-44, il tasso di partecipazione è aumentato di 5 punti in un decennio. Ma rimane 15 punti inferiore al corrispon­dente tasso tedesco. Il motivo di queste diffe­renze straordinarie è che in Italia la divisione dei compiti tra lavoro domesti­co e lavoro retribuito sul mercato è più sperequata fra uomo e donna.
(Fonte: A. Alesina e F. Giavazzi, CorSera I blog 15-01-2013)