Home 2013 11 febbraio 11 Febbraio RICERCA. LIBERTÀ INTELLETTUALE E SCOPERTE
RICERCA. LIBERTÀ INTELLETTUALE E SCOPERTE PDF Stampa E-mail

L'unica vera legge che si può ricavare da uno sguardo lungo sul passato delle grandi rivoluzioni scientifiche dell'Occidente è quella del legame tra caso e libertà. Le maggiori scoperte sono nate casualmente dalle menti di chi seguiva l'esclusiva bussola della libertà intellettuale e non si preoccupava di quale potesse essere il prodotto utile, la maledetta «ricaduta» (occupazionale, produttivistica, turistica) di ciò che attirava la sua mente. Sistematizzare e moltiplicare quella casualità si è imposto da allora come il principio primo dell'Università come luogo della ricerca e dell'insegnamento. E per questo nei laboratori e nelle biblioteche si è fatta strada la regola di offrire e di chiedere soprattutto una cosa: una autentica libertà intellettuale. Nient’altro che questa libertà vanno cercando oggi le migliori menti del mondo italiano degli studi. L'unico risultato che le misure burocratiche di governi governati dal dogma dell'utilità è stato quello di una bilancia dello scambio intellettuale in crescente passivo: intere generazioni di giovani di qualità hanno finito col lasciare il nostro Paese per recarsi là dove si garantiva loro non la ricchezza ma la possibilità di svolgere liberamente quegli studi che qui sono gravati dal peso di una soffocante burocrazia. L'esempio di un personaggio che tutti gli italiani hanno potuto conoscere e ammirare, quello di Rita Levi-Montalcini, una studiosa formatasi in Italia ma che solo oltre oceano ha trovato la possibilità di fare il suo lavoro, dovrebbe insegnarci a evitare gli errori del passato invece di aggravarli con le scelte sbagliate del presente.
(Fonte: A. Prosperi, La Repubblica 11-01-2013)