Home 2013 28 marzo EU. ESTERO USA. IL MITO DI HARVARD INCRINATO DALLE MAIL SPIATE
USA. IL MITO DI HARVARD INCRINATO DALLE MAIL SPIATE PDF Stampa E-mail

Dal record di suicidi da stress tra gli studenti alla denuncia dei suoi tassi d'usura del 42% (il doppio del limite legale) al libro che punta il dito sui tanti figli di papà somari, ammessi in cambio dei favori (e dei milioni di dollari) elargiti dalle loro famiglie, le controversie sono da sempre una realtà tra le severe mura neogotiche della più prestigiosa università americana. Eppure mai, prima d'oggi, uno scandalo aveva minacciato tanto la reputazione di Harvard, fondata nel 1636 e dove da secoli studiano i futuri leader d'America. Il fattaccio scoppiato nel weekend quando in un lungo articolo di prima pagina, iI «Boston Globe» ha rivelato che lo scorso autunno gli amministratori dell'università di Harvard si sono introdotti in segreto negli account e-mail di 16 presidi di facoltà, con l’obiettivo di risalire a chi avesse soffiato ai media il recente scandalo sugli esami truccati da parte di alcuni studenti. Lo scorso agosto le autorità dell'ateneo hanno rivelato che quasi la metà degli studenti del corso di Government aveva copiato la prova dell’esame finale di primavera: un take-home test che il docente del corso consente di svolgere a casa piuttosto che in aula. Invece di lavorare individualmente sul test, circa 125 studenti avevano collaborato tra di loro condividendo contenuti e risposte e 60 sono stati sospesi. Non a caso, gli account spiati apparterrebbero a membri della commissione istituita ad hoc per occuparsi dello scandalo. La flagrante invasione di privacy ha scatenato un putiferio nell'ateneo, dove i professori hanno dato vita a un'animata protesta per denunciare ciò che lo storico Richard Bradley, laureato ad Harvard e autore del saggio Harvard Rule, ha definito il momento più triste nella lunga storia dell'università.
«Le autorità dell'ateneo hanno violato in maniera irreversibile la fiducia che tutti noi riponevamo in loro», dichiara al New York Times» la docente di sociologia Mary C. Waters, «non li avrei mai creduti capaci di un'azione simile».
(Fonte: A. Farkas, CorSera 14-03-2013)