Home 2013 28 marzo EU. ESTERO EU. EFFETTI DELLA RECESSIONE SULLE UNIVERSITÀ. LA CORSA A LONDRA
EU. EFFETTI DELLA RECESSIONE SULLE UNIVERSITÀ. LA CORSA A LONDRA PDF Stampa E-mail

A partire dalla crisi del 2008, gli atenei dell'intero continente hanno subito una forte pressione per aumentare le rette, tagliare i costi e dare impulso alla formazione al lavoro. In questo quadro, otto Paesi particolarmente colpiti dalla recessione - tra cui Grecia, Spagna, Italia, Portogallo e Ungheria - hanno tagliato i budget dell'università di oltre il 10%. Con il risultato che la Spagna è stata costretta ad allungare le vacanze per risparmiare su luce e riscaldamento. Che oggi in Irlanda un professore guadagna un terzo in meno rispetto a cinque anni fa. E che in Ungheria i laureati devono rimanere a lavorare in patria almeno due anni per ogni anno di università frequentato a spese dello Stato, perché per gli studenti fuori corso è iniziata la tolleranza zero. In Francia, chi può se ne va a studiare in Inghilterra. E questo benché sia uno dei pochissimi Paesi, con Germania e Svizzera, che negli ultimi cinque anni hanno aumentato il budget destinato all'istruzione (+5% solo nel 2010). Malgrado ciò, gli studenti francesi si sentono imprigionati in un sistema antiquato e punitivo, che premia l'eccellenza ma penalizza brutalmente chi deve accontentarsi di frequentare le facs (compresa la Sorbonne). Perciò tutti corrono a Londra, malgrado una stanza di nove metri quadri in un dormitorio universitario costi 900 euro al mese e il governo abbia triplicato le spese a carico degli studenti, portandole a 10.500 euro l'anno.
Pur essendo diventato il terzo Paese più caro al mondo per gli studi superiori dopo Stati Uniti e Corea del Sud, il Regno Unito è ormai il grande hub europeo dell'istruzione, dove i ragazzi non hanno altra scelta se non studiare perché divertirsi, mangiare decentemente, andare alle mostre e ai concerti è immancabilmente «troppo caro». Inoltre, nel Paese dove fino a ieri per avere accesso a una brillante carriera in banca era preferibile avere studiato filosofia a Oxford, gran parte delle risorse è stata spostata su discipline più «produttive», come ingegneria o economia. Ecco spiegato perché oggi sempre più famiglie, in Italia come in Francia, affrontano sacrifici per mandare i figli a studiare in Inghilterra.
(Fonte: L. Manera, CorSera 26-02-2013)