Home 2013 28 marzo ATENEI IT UNIME. UNA FONDAZIONE CON FUNZIONI "STRUMENTALI E DI SUPPORTO" ALL'UNIVERSITÀ
UNIME. UNA FONDAZIONE CON FUNZIONI "STRUMENTALI E DI SUPPORTO" ALL'UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Il rettore dell’università di Messina ha fatto approvare lo statuto di una fondazione, di cui è divenuto presidente, che per legge dovrebbe svolgere funzioni "strumentali e di supporto" all'università, mentre si è attribuita funzioni didattiche e scientifiche con licenza di individuare nuovi "settori di ricerca e progetti strategici" da realizzare. «Ricerca e formazione sono funzioni dell'università - ricorda Signorino, uno dei 53 firmatari di una petizione contro la nuova creatura - che la fondazione si è data in implicita competizione con l'ateneo». Le fondazioni universitarie nascono di solito dal matrimonio tra uno o più atenei, altri enti pubblici e aziende private. Qui invece l'unico fondatore della fondazione è l'Università di Messina. «Questo fa sì - si legge nella petizione firmata dai 53 - che il patrimonio della fondazione sia costituito solo da risorse sottratte all'ateneo e ai suoi dipartimenti». Per i prossimi quattro anni, rinnovabili per altri quattro, il rettore Tomasello presiederà così un'istituzione privata che si candida a spogliare l'università pubblica di parte dei suoi compiti, e di parte delle sue finanze. Il rettore l'ha creata con un tempismo perfetto, a pochi mesi dallo scadere del proprio mandato. Anzi quando il mandato suo, del Senato e del CdA erano scaduti da un anno. Tutti e tre avrebbero dovuto lasciare nell'ottobre 2011, «ma col pretesto di governare la riforma - ricorda Signorino - deliberarono di prorogarsi. Il ministero espresse parere negativo, ma lo fece un giorno dopo la scadenza dei termini del silenzio-assenso, rendendo così possibile l'autoproroga». Inutile anche la sentenza con cui il TAR di Catania, il 29 ottobre 2011, ha dichiarato illegittima quell'autoproroga. «Nel frattempo - spiega Signorino - era intervenuta la legge Gelmini, che prevedeva un anno di mandato in più per i rettori che avessero riformato la loro università secondo i dettami della legge entro l'anno accademico 2010-2011. Nello stesso giorno in cui era attesa la sentenza del TAR, il senato ha adottato la riforma, consentendo al rettore di rimanere in carica fino al 31 ottobre 2012». Ed ecco arrivare una nuova disposizione, che fa scattare l'anno di proroga non dall'adozione della riforma, ma dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. «Siccome la pubblicazione è avvenuta nel 2012, il rettore di Messina si è avvalso di un secondo anno di proroga, sebbene la legge - insiste Signorino - ne concedesse uno solo». Tra i compiti che la fondazione di Tomasello si è attribuita col suo statuto c'è anche la possibilità di compiere "qualsiasi operazione mobiliare, immobiliare, nonché acquistare o vendere in qualsiasi forma brevetti, licenze e procedimenti di fabbricazione". La legge che nel 2001 ha previsto le fondazioni universitarie attribuisce loro una serie di compiti sempre e comunque "a favore e per conto dell'università". Qui invece siamo davanti a un ente il cui fine, lo scrive nel suo statuto, è il proprio interesse, una "migliore gestione ed amministrazione del proprio patrimonio" e che a tal fine si dà, fra l'altro, la facoltà di compiere "qualsiasi operazione mobiliare", ossia acquistare obbligazioni, azioni, derivati. «Trasferendo sul bilancio universitario - aggiunge Signorino - eventuali perdite patrimoniali». Lo statuto non dice nulla, poi, sui dipendenti della Fondazione. «Certo è che avranno contratti peggiori di quelli dell'università», prevede Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc-Cgil. «Sarà un rapporto di lavoro privato, e precario».
Rispondendo via mail alle domande del Secolo XIX, Tomasello dichiara, in sintesi, che la fondazione è nata nel rispetto della legge e che ogni sua azione sarà controllata dall'Università di Messina la quale non subirà alcun danno finanziario. Tomasello cita la Fondazione Tecnomed di Milano, ricordando che anche questa ha un unico fondatore, l'Università di Milano-Bicocca, senza che perciò si sia «verificato alcun impoverimento dell'ateneo». Ma il paragone non è calzante perché Tecnomed è una fondazione-azienda che produce radiofarmaci, medicinali usati perla diagnosi dei tumori, li vende, e vive quindi di risorse proprie.
(Fonte: F. Margiocco, Il Secolo XIX 04-03-2013)