Home 2013 28 marzo FINANZIAMENTI FINANZIAMENTI. UNO SGUARDO ALLA SITUAZIONE
FINANZIAMENTI. UNO SGUARDO ALLA SITUAZIONE PDF Stampa E-mail

Nel 1993 la legge 537 introdusse il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Le risorse erogate dal fondo vengono ripartite in diversi ambiti: risorse umane, ricerca, formazione, incentivi, ecc. Comprende inoltre una quota “proporzionale” ed una di “riequilibrio”. La prima dipende dalla spesa “storica” di ogni ateneo, la seconda dagli esiti delle varie gestioni. Il FFO non rappresenta l’unico bacino di risorse finanziarie dell’università, poiché va anche tenuto conto dei contributi degli studenti (la cui “quota di compartecipazione” corrisponde circa al 15% del totale). Soffermandoci sugli ultimi quattro anni, ci accorgiamo che la disponibilità del Fondo Ordinario è calata progressivamente dal 2009 ad oggi: dai 7.63 miliardi del 2009 si è passati ai 7,37 del 2010 (-3% circa) ai 7,14 del 2011 (-3,2%), fino ai 6,82 del 2012 (-4,4%). In 48 mesi, in soldoni, ci siamo persi per strada quasi un miliardo.
Prendiamo la Sapienza di Roma: il finanziamento di 517 milioni erogato nel 2000 è andato via via crescendo fino a toccare quota 581 milioni nel 2008. Da lì in poi, il crollo: 568 milioni nel 2009, 548 nel 2010, addirittura 519 nel 2011: in undici anni, a conti fatti, non si registra alcun progresso.
Spostandoci verso nord, la situazione è in lieve miglioramento: l’Università di Torino percepiva, nel 2011, un finanziamento di 245 milioni, contro i 191 del 2000. Lo stesso discorso vale per l’Alma Mater di Bologna (da 302 a 382), fermo restando che anche in questa circostanza i picchi si verificarono sul finire del decennio (nel 2009, 400 milioni stanziati per Bologna e 263 per Torino).
Il sud: per la Federico II di Napoli si riscontra un aumento di appena 5 milioni in undici anni (da 339 a 344), che diventano 4 per l’Università di Catania (da 175 a 179). Ci sono poi atenei che sono addirittura andati indietro: nel 2000, le università di Bari e Palermo ricevevano rispettivamente fondi pari a 190 e 221 milioni, scesi a 189 e 216 nel 2011. Ci sono università che, al netto dei costi relativi esclusivamente al personale, si ritrovano a dover gestire pochi milioni di euro. Sia all’ateneo di Cassino che all’università di Foggia, ad esempio, a fronte di una quarantina di milioni di entrate complessive, ne rimangono poco più di 4 una volta sottratte le spese del personale, ovvero poco sopra il 10%.
(Fonte: controcampus febbraio 2013)