Home 2013 28 marzo AVA AVA (AUTOVALUTAZIONE, VALUTAZIONE PERIODICA E ACCREDITAMENTO). PROSPETTIVE A UNITO
AVA (AUTOVALUTAZIONE, VALUTAZIONE PERIODICA E ACCREDITAMENTO). PROSPETTIVE A UNITO PDF Stampa E-mail

AVA è l'acronimo di "Autovalutazione, valutazione periodica e accreditamento", una dicitura che contiene i nuovi criteri cui gli atenei italiani devono rispondere per essere a tutti gli effetti riconosciuti dal ministero. Secondo una stima eseguita da ricercatori e studenti dell'università, in base a quei parametri l'ateneo di Torino dovrebbe dire addio a circa 10 mila ore di didattica. Che messe tutte insieme equivalgono a una decina di corsi di laurea. «Il ministero spiega che i docenti ordinari e associati possono fare al massimo 120 ore di lezione, gli insegnanti a tempo "definito" devono limitarsi a 90 e i ricercatori a 60», spiega Alessandro Ferretti, che ha elaborato la stima con la collega del Coordinamento ricercatori Unito Lia Pacelli e con il presidente della Commissione didattica Giuliano Antoniciello. Dunque, continua Ferretti, «questo significa che, in base all'organico attuale, l'Università potrà fornire 242 mila ore di didattica. Secondo una nostra ricerca a campione, però, risulta che oggi ne vengano offerte circa 10 mila in più». Antoniciello, Ferretti e Pacelli fanno notare che dire addio a quella quantità di ore equivale a chiudere dieci corsi di laurea triennale (anche di più se si dovesse annullare qualche specialistica).  E che l'alternativa è rinunciare ai singoli insegnamenti: ne servirebbero però 250 da sei crediti per arrivare all'equilibrio.
C'è poi un secondo aspetto, che però avrà effetto soltanto fra qualche anno: «Il ministero - spiega Alessandro Ferretti ha aumentato il numero di docenti necessari per attivare un corso di studi con una certa quantità di studenti. Significa che se non ci saranno abbastanza professori occorrerà imporre il numero chiuso a un numero sempre maggiore di insegnamenti. E sarà un ulteriore problema per i bilanci dell'ateneo, perché avere meno studenti significa incassare anche meno tasse».
(Fonte: S. Parola, La Repubblica 21-02-2013)