Home 2013 28 marzo IN EVIDENZA DOTTORATO DI RICERCA. NUOVE REGOLE CON IL DECRETO 94/13
DOTTORATO DI RICERCA. NUOVE REGOLE CON IL DECRETO 94/13 PDF Stampa E-mail
Il decreto 94/2013 firmato l'8 febbraio regolerà da ora in poi il dottorato universitario. Da noi da ora in poi il "dottore" si potrà chiamare anche Ph.D. (Philosophy Doctor), tanto per imitare gli anglosassoni. Una nuova disciplina nel settore era necessaria. Da quando erano stati istituiti, nell'anno accademico 1983-84, i dottorati si erano moltiplicati, a fronte di una capacità di assorbimento bassissima dopo il conseguimento del titolo. Risultati non di rado eccellenti conseguiti dai ricercatori, e concretizzati in tesi dottorali massicce, rimanevano lettera morta quasi sempre data l'endemica impossibilita dei neo dottori a continuare nel lavoro.  Anche qui, la disoccupazione ha falcidiato persone serie in quantità, disperdendo potenzialità spesso di primo livello. La cosiddetta fuga dei cervelli era proprio a questo punto che si verificava, nel momento in cui il titolare del dottorato non trovava qui da noi da battere un chiodo. Il decreto è pieno di buone intenzioni e anche di velleità tutte teoriche. Amplia la possibilità di istituire dottorati anche con realtà esterne all'università, come imprese ed enti di ricerca; elimina tendenzialmente piccoli dottorati marginali; favorisce accorpamenti di dottorati in consorzi interuniversitari; razionalizza almeno sulla carta le titolazioni più fantasiose con cui si istituivano dottorati almeno a occhio e croce discutibili. Stabilisce che d'ora in poi i vari dottorati dovranno essere ‘accreditati' dal Ministero, secondo una valutazione che dovrebbe ammettere solo quelli di alta qualità; e pone come minimo il numero di 16 docenti "in possesso di documentati risultati di ricerca di livello internazionale" nel collegio che dirige il dottorato (di cui non più di 4 ricercatori). Ogni dottorato non potrà avere meno di 6 borse per dottorandi: e qui iniziano i dolori. Perché stante la situazione di miseria in cui versano le università, appare ormai poco probabile che i vari bilanci consentano fondi tali da permettere questa chimera.  Il Ministero, si dice nel decreto, potrà finanziare i dottorat "nei limiti e nelle disponibilità finanziarie del Ministero stesso", che è come dire che piove sul bagnato.
(Fonte: R. Fedi, Secolo XIX 15-02-2013)