Home 2013 30 luglio IN EVIDENZA COMPLICARE LA NORMATIVA SULL'ISTRUZIONE
COMPLICARE LA NORMATIVA SULL'ISTRUZIONE PDF Stampa E-mail
Un caso specifico e recentissimo. Come certamente saprà, in questi giorni tutte le sedi universitarie italiane sono alle prese con le prime scadenze del sistema AVA (Autovalutazione, Valutazione periodica e Accreditamento). Le finalità dichiarate sono lodevoli: chi potrebbe ragionevolmente opporsi allo scopo del miglioramento dei corsi di studio e al controllo sul possesso di requisiti minimi per un insegnamento serio e di qualità? Il problema sta ovviamente nei mezzi adottati. Basta una lettura anche rapida della normativa (in particolare del Decreto Ministeriale 47/2013) per rimanere anzitutto sconcertati di fronte alla farragine burocratica che viene scaraventata sui corsi di studio. Riassumo, per esempio, quali sono le strutture di cui ora si deve dotare un corso di studio: oltre a un «Consiglio di corso di studio», anche il «Gruppo di riesame», una «Commissione di Gestione dell’Assicurazione della Qualità», una «Commissione paritetica», il tutto variamente intrecciato con strutture simili od omologhe di Dipartimento e di Ateneo (per esempio il Responsabile di Qualità di Dipartimento, il Nucleo di Valutazione di Ateneo, il Presidio di Qualità, e così via). Di tutti questi gruppi di lavoro bisogna dichiarare le funzioni, le scadenze di lavoro, il modo in cui entrano in contatto con le altre strutture e si scambiano risultati e proposte. Gli Atenei più ligi hanno dedotto appositi organigrammi, che assomigliano più al labirinto di Cnosso che a una seria organizzazione aziendale. (Fonte: G. Salmieri, lettera aperta al ministro Carrozza, 19-06-2013)