Home 2013 30 luglio RICERCA E RICERCATORI ENTI DI RICERCA. VALUTAZIONE NEL RAPPORTO VQR
ENTI DI RICERCA. VALUTAZIONE NEL RAPPORTO VQR PDF Stampa E-mail
L'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) conquista il primo posto nelle scienze biologiche, e si comporta bene anche nell'area di ingegneria industriale e dell'informazione, nelle scienze fisiche e in quelle chimiche. Analoga situazione per l'IRCCS Fondazione Santa Lucia che ricorre ai primi posti per le scienze biologiche, quelle mediche e psicologiche. Il grande assente in questi casi, o meglio quello relegato spesso ai posti più bassi della classifica è il Consiglio nazionale delle ricerche, che però è stato analizzato come unico ente e non per singole strutture di diverse competenze (punte di eccellenza potrebbero essere quindi mascherate). Il CNR infatti segue l'Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e l'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) nelle scienze fisiche, per posizionarsi agli ultimi posti nelle scienze biologiche e rincorrere le prime posizioni nell'area dell'ingegneria industriale e dell'informazione (dove vince l'Agenzia spaziale italiana). Un pò meglio il CNR va nelle scienze storiche, filosofiche e pedagogiche. Nell’articolo apparso su Nature all’indomani della presentazione dei risultati della VQR si leggeva: “Ci sono state alcune sorprese nella classifica dei maggiori enti di ricerca. Il più grande ente di ricerca italiano, il CNR, si è piazzato ben al di sotto dell’INGV, dell’INFN e dell’INAF in termini di qualità complessiva. Benedetto ha illustrato nella sua presentazione che ciò è dovuto al fatto che il CNR ha sottoposto a valutazione un numero di prodotti significativamente più basso rispetto a quanto richiesto.”
A questo proposito G. Sirilli (Roars) osserva che Benedetto ha perfettamente ragione: la scarsa performance del CNR è dovuta al fatto che l’ente presenta una percentuale di prodotti mancanti del 10,54%, contro percentuali degli altri principali enti almeno cinque volte inferiore. Tuttavia, un rapido calcolo sui dati ANVUR permette di verificare che, se da quelli del CNR vengono espunti i prodotti mancanti e quelli penalizzati, gli indici di produttività nell’area della fisica del CNR, dell’INFN e dell’INGV sono praticamente uguali, e ciò vale anche per il paragone tra CNR e INGV per l’area delle scienze della terra. Peraltro, nella Relazione della VQR sull’INFN si legge che “Nell’area delle scienze fisiche dove sono presenti tre grandi enti per numero di prodotti attesi (CNR, INFN e INAF), in una graduatoria dimensionale l’INFN si colloca al primo posto per l’indicatore R [indicatore del voto medio della struttura] e al terzo posto per l’indicatore X [indicatore dei prodotti eccellenti della struttura].” Conclusione: non è vero che il CNR è a livelli di ricerca inferiori a quelli degli altri enti, tutt’altro.
(Fonti: A. L. Bonfranceschi, daily.wired.it 18-07-2013; G. Sirilli, Roars 23-07-2013)