Home 2013 2 settembre IN EVIDENZA LA CRISI DELL'UNIVERSITÀ
LA CRISI DELL'UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail
La crisi dell’università italiana, il sistema universitario italiano e il precariato, nelle parole del Prorettore dell’Università degli studi di Trento, Paolo Collini: “Sappiamo che oggi, in Italia come in gran parte del mondo sviluppato, non si accede più al lavoro nella ricerca universitaria direttamente con un posto a tempo indeterminato. È in fondo normale, perché la capacità di fare ricerca si giudica sul campo e non con un concorso e quindi serve tempo per vedere se le persone sono capaci. Il problema è che in Italia non è normale quello che succede dopo i primi anni, perché è spesso preclusa all’università la possibilità di offrire, anche ai migliori e anche se ha le risorse, l’opportunità di restare.” “Molte università all’estero hanno spesso il problema di non riuscire a trattenere i giovani migliori che sono attratti da offerte di altri atenei e di un altro sistema universitario, mentre per noi è spesso impossibile anche solo provarci. Così i giovani che fanno ricerca devono guardare al mercato europeo come al loro “mercato del lavoro domestico”; direi che non c’è nulla di male nella nuova Europa, come negli Stati Uniti è normale che un dottorando di Harvard vada a lavorare nel North Carolina, perché un dottorando di Venezia non dovrebbe andare a Rotterdam? Gli stipendi e le condizioni di vita sono spesso migliori e, infatti, molti di loro non hanno nessun desiderio di ritornare in Italia. E poi i ricercatori italiani sono molto apprezzati e basta andare in Inghilterra o in Olanda per vedere quanti nostri giovani connazionali ci sono nelle università.” “È un dramma invece per le nostre università destinate ad impoverirsi e per il Paese. Ma questa, come si sa, è una voce che si leva spesso nel deserto senza che nessuno la ascolti”.
(Fonte: A. Migliorino, intervista al prorettore dell'università di Trento P. Collini, www.controcampus.it 20-08-2013)