Home 2013 2 settembre RICERCA E RICERCATORI RICERCA. IL RISULTATO ZERO
RICERCA. IL RISULTATO ZERO PDF Stampa E-mail
I due metodi, bibliometrico e "peer" - funzionando su schemi logici totalmente diversi - hanno portato a risultati sistematicamente diversi. È un problema? No, se i risultati sono usati per confronti di performance delle stesse aree o di aree vicinali (chimici con chimici, ingegneri con ingegneri, giuristi con giuristi); sì, se il confronto riguarda aree distanti. Il che rende difficile "calare" all'interno delle università il risultato della VQR. Difficile ma non impossibile: bisognerà lavorare su confronti nazionali e, laddove possibile, internazionali. Richiederà tempo, la VQR è un giacimento di informazioni da estrarre, e molte discussioni. E nel frattempo? Nel frattempo, c'è un dato di estrema rilevanza che può essere usato subito: il "risultato 0 (zero)", quello della inattività, zero prodotti. Lo "zero" è un dato incontrovertibile e non dipende né dalle aree, né dai settori disciplinari. Se uno/una per sette anni non ha prodotto nulla di presentabile all'ANVUR vuol dire che non ha lavorato in ricerca. Stop. Certo ci sono spesso buone ragioni perché ciò accada: la ricerca non si fa "per forza", bisogna avere qualcosa da cercare, qualche idea, qualche obiettivo e anche il tempo per perseguirli (e qualcuno dirà anche avere qualche finanziamento...). Per alcuni è più difficile che per altri, inevitabile ...ma zero/sette è veramente zero. E poi alcune aree sono più dense di "zeri" di altre. Si può partire da qui per avviare un ragionamento costruttivo, non punitivo, con le strutture e capire quali azioni sono necessarie per ridurre l'improduttività e quali sono le ragioni.
(Fonte: D. Braga, IlSole24Ore 31-07-2013)