Home 2013 2 settembre VARIE MISSIONE IMPOSSIBILE 1: PENALIZZARE IL DEMERITO
MISSIONE IMPOSSIBILE 1: PENALIZZARE IL DEMERITO PDF Stampa E-mail

Se un'università introduce correttivi che premino il merito c'è in agguato la sospensiva del Tar, perché la legge non autorizza a ciò. Quali correttivi? Per esempio: escludere dall'elettorato, cioè dall'influire sulla scelta del rettore o del direttore di dipartimento, chi sia inattivo; togliere il potere di chiamata dei docenti ai dipartimenti che siano in fondo alla graduatoria (hanno fatto cattivo uso del loro potere di giudizio); penalizzare in termini sostanziali (per esempio, con un taglio del 30-50% dello stipendio) i docenti parzialmente o totalmente inattivi; poter licenziare o sospendere dal servizio i docenti inattivi; trasformare in professori a contratto, ove necessari per la didattica, i professori-ricercatori dediti alla professione (avvocati, medici, commercialisti eccetera). Sui primi due punti Roma-Sapienza ha introdotto nello Statuto norme specifiche (chi non ha prodotto, non vota), ritenute "anti-democratiche" e immediatamente sospese dal Tar (come se il merito sia determinabile a maggioranza indipendentemente...dal merito). Sugli ultimi tre punti manca proprio la norma. Le penalizzazioni finanziarie del MIUR alle università in bassa classifica? Sono così lontane dal colpire chi ha causato il danno (lo stipendio è intoccabile) da avere l'unico effetto di penalizzare ulteriormente quelle università, che non avranno nemmeno le risorse per chiamare qualche professore che rigeneri il sistema.
Resta allora una domanda sostanziale: com'è possibile raddrizzare la baracca o scalare le graduatorie internazionali se le norme tutelano i diritti (o meglio gli pseudo-diritti degli inattivi: diritto di votare per rettore-direttore di dipartimento, illicenziabilità, mantenimento dello stipendio) anche quando vi è il riscontro obiettivo di non aver adempiuto ai doveri? Tra tante norme inutili e burocraticamente oppressive manca l'unica veramente utile, quella che consente di applicare la massima che i diritti vengono dopo i doveri. (Fonte: L. Frati, IlSole24Ore 12-08-2013)