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RAPPORTO OCSE EDUCATION AT A GLANCE 2013 PDF Stampa E-mail

Education at a Glance 2013, il rapporto sui sistemi formativi nel mondo pubblicato nelle scorse settimane dall’OCSE ci dice che i giovani laureati aumentano di numero in tutto il mondo. Costituiscono, ormai, il 40% della popolazione nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni nei paesi che aderiscono all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. In Corea del Sud hanno raggiunto il 64% nel 2011: record planetario. Erano appena (si fa per dire) il 37% nell’anno 2000 e meno del 10% nel 1980. Seul non è un’anomalia, ma la punta di iceberg. In Giappone i giovani laureati sono il 59%, in Canada e in Russia sono il 57%, in Gran Bretagna il 47%, in Francia il 43%.
In Italia sono appena il 21%. Una buona crescita rispetto al 2000, quando i giovani italiani con la laurea non superavano l’11%. Ma in termini assoluti, siamo alla metà della media OCSE. Secondo dato: non è vero che per l’università italiana costa troppo. È vero il contrario. Costa troppo poco. Dice l’OCSE che la spesa procapite per studente in Italia ogni anno è di 9.580 dollari. Confrontatela con queste altre: Stati Uniti, 25.576 dollari; Canada, 22.475; Svizzera, 21.893; Svezia, 19.562; Giappone, 16.015; Gran Bretagna, 15.860; Francia, 15.067; Corea del Sud, 9580. La media, nei paesi OCSE è di 17.665 dollari. La media nell’Unione Europea è di 12.865. La verità, dunque, è che per ogni nostro studente noi spendiamo il 26% in meno della media europea e il 46% in meno della media OCSE. Anche in termini relativi il confronto è impietoso. Lasciamo stare il confronto con Stati Uniti, dove la spesa per l’università è pari al 2,8% del Prodotto interno lordo (PIL), o il Canada (2,7%) e la Corea del Sud (2,6%). Ma il fatto è che noi spendiamo meno della metà della media OCSE (2,1%) e il 33% in meno rispetto alla media dell’Unione Europea. Non è vero che le università italiane sono troppe. In Italia abbiamo 61 università statali, 6 scuole superiori e 26 università non statali. Totale: 93 istituti di educazione terziaria. In Gran Bretagna ne hanno 141, in Germania quasi 400, in Francia oltre 500, negli Stati Uniti 4.314. Giuseppe De Nicolao, dell’università di Pavia, ha fatto i conti: in Italia ci sono 1,6 centri di educazione terziaria ogni milioni di abitanti; in Spagna 1,7; nel Regno Unito 2,3; in Germania 3,9; in Francia 8,4 e negli Stati Uniti, addirittura, 14,5 per milione. Allora sono troppi i corsi? Nel 2008, prima della crisi, l’intensità era di 101 corsi per milione di abitanti, contro i 154 della Germania e i 610 del Regno Unito. Ma in questi ultimi anni, secondo il sito Università.it Istruzioni per l’uso c’è stato un taglio feroce: i corsi sono passati dai 5.519 del 2007 ai 4.324 del 2013, con un taglio del 21%. Allora sono troppi i professori? Niente affatto, dice l’OCSE, in Italia c’è un docente quasi ogni 20 studenti. Negli altri paesi OCSE la media è di un docente ogni 10 studenti o poco più.
(Fonte: P. Greco, Left 30-08-2013)