Home 2013 7 ottobre IN EVIDENZA PIANIFICAZIONE DEI CORSI DI STUDIO
PIANIFICAZIONE DEI CORSI DI STUDIO PDF Stampa E-mail

D'ora in poi, dai corsi di studio attivati, agli interventi per il sostegno agli studenti, tutto dovrà essere pianificato secondo la linea dettata dal DM recante il nuovo Piano di programmazione triennale delle università 2013-2015 firmato dal ministro dell'istruzione e università Maria Chiara Carrozza. Una nuova stretta che definisce obiettivi e regole che le università dovranno seguire per i prossimi tre anni su didattica, ricerca, studenti e fabbisogno del personale. Regole ferree da seguire alla lettera, perché solo chi raggiungerà gli obiettivi «di promozione della qualità e dimensionamento sostenibile del sistema universitario», potrà ricevere finanziamenti aggiuntivi dal ministero, sia attraverso la quota premiale, sia attraverso ulteriori fondi triennali messi a disposizione. L'obiettivo? Evitare buchi emersi a sorpresa dalla vecchia contabilità finanziaria come accaduto negli ultimi anni a qualche ateneo, e offrire uno strumento monitorabile sulla programmazione e sui risultati raggiunti dal punto di vista economico. E infine fare in modo che le spese per il reclutamento del personale siano preventivate nelle programmazioni pluriennali per garantirne la sostenibilità nel medio periodo. Nel nuovo calendario, le università dovranno approvare entro il 31 dicembre di ogni anno il preventivo annuale e entro il 30 giugno adottare il programma triennale.

Obiettivi di sistema. Nei prossimi tre anni di programmazione, si legge, non si potrà procedere all'istituzione e all'attivazione di nuove università se non a seguito «di processi di fusione tra due o più università» e sarà, invece, opportuno puntare al «dimensionamento sostenibile del sistema» attraverso l'accorpamento o l'eliminazione di corsi di laurea su base regionale in funzione della domanda e della sostenibilità e degli sbocchi occupazionali. Inoltre, sempre nello stesso periodo di programmazione, dovranno essere ridotti i corsi di studio attivati nelle sedi decentrate «non sorretti da adeguati standard di sostenibilità finanziaria, numerosità di studenti, requisiti di docenza, delle infrastrutture e di qualità della didattica e della ricerca». Fermo restando, poi, l'esigenza di procedere a un riassetto delle università telematiche attualmente esistenti. Nel prossimo triennio non solo non potranno esserne istituite delle nuove ma, qualsiasi nuova università non statale legalmente riconosciuta (con esclusione comunque delle telematiche), dovrà avere almeno un corso integralmente in lingua straniera.

Programmazione delle università. Ogni ateneo, poi, dovrà indicare l'azione per cui intende partecipare relativamente al triennio di programmazione, riportando «lo stato dell'arte, gli interventi pianificati nel triennio», ma anche «l'ammontare di risorse finanziarie richiesto» tenendo conto però dell'ammontare complessivo del finanziamento destinato all'intero sistema universitario. I programmi presentati saranno valutati da parte di apposita commissione di esperti nominata dal Miur.I predetti programmi delle Università individuano in particolare:

a) i corsi di studio da istituire e attivare nel rispetto dei requisiti minimi essenziali in termini di risorse strutturali ed umane, nonché quelli da sopprimere;

b) il programma di sviluppo della ricerca scientifica;

c) le azioni per il sostegno ed il potenziamento dei servizi e degli interventi a favore degli studenti;

d) i programmi di internazionalizzazione;

e) il fabbisogno di personale docente e non docente a tempo sia determinato che indeterminato, ivi compreso il ricorso alla mobilità.”

Il testo del decreto sul sito http://www.italiaoggi.it/documenti (Fonte: B. Pacelli, ItaliaOggi 26-09-2013)