Home 2013 7 ottobre IN EVIDENZA ATENEI E DECRETO DEL FARE
ATENEI E DECRETO DEL FARE PDF Stampa E-mail

La legge di conversione del "decreto del fare" è appena entrata in vigore, e finalmente si può ragionare sul testo definitivo degli articoli che riguardano gli atenei. Si conferma un mutamento rilevante nei criteri di attribuzione dei fondi agli atenei, anche se a tappe un po' più lente rispetto al testo approvato dalla Camera. Attualmente, sul totale dell'Ffo (Fondo di finanziamento ordinario), la quota premiale ammonta a circa il 12% (per il 2013 è prevista in 818 milioni di euro). Per effetto delle nuove norme, la quota si alzerà progressivamente: andrà al 16% nel 2014, al 18% nel 2015 e al 20% nel 2016, per arrivare a regime, nel 2021, al 30%. Si tratta quindi di una piccola rivoluzione: ipotizzando che nei prossimi anni il totale dell'Ffo rimanga invariato, la quota per i migliori atenei salirebbe a oltre un miliardo già nel 2014, con aumenti progressivi che porterebbero il "premio" ad arrivare a regime, cinque anni dopo, a due miliardi di euro. Come verrà applicato questo nuovo meccanismo? Le incognite non mancano. Una è legata al futuro del Fondo complessivo: è evidente che un incremento così rilevante degli incentivi al merito perderebbe ogni senso se continuasse la tendenza a comprimere sempre di più l'ammontare generale delle risorse destinate al sistema universitario. Il "decreto del fare" sembrerebbe andare invece nella direzione della sostanziale conferma delle risorse attuali, prevedendo per il 2014 e il 2015 incrementi simbolici dell'Ffo (21 e 42 milioni, cifre che non coprono nemmeno l'inflazione). Un altro problema è nella clausola di salvaguardia che è stata approvata a tutela degli atenei che non rispetteranno i parametri ANVUR. Viene stabilito, infatti, che per effetto delle nuove disposizioni nessuna università potrà veder diminuire la propria quota annuale di Ffo di oltre il 5% rispetto all'anno precedente. Questo significa che gli atenei non otterranno un incremento o diminuzione dei fondi in modo proporzionale ai risultati conseguiti: ci sarà invece un "correttivo" che eviterà traumi repentini alle casse degli atenei meno in linea con i parametri ANVUR. Di conseguenza, gli effetti della riforma sui bilanci accademici, anche se garantiti, saranno graduali. (Tuttavia, nel caso che il “correttivo” si debba applicare per due, tre o più anni consecutivi, la penalizzazione diventa consistente. Nota di PSM)
(Fonte: M. Periti, IlBo 26-08-2013)