Home 2013 7 ottobre RANKINGS CLASSIFICHE DELLE UNIVERSITÀ. UNA SINTETICA GUIDA STORICA
CLASSIFICHE DELLE UNIVERSITÀ. UNA SINTETICA GUIDA STORICA PDF Stampa E-mail

Renzo Rubele su Roars (03-10-13) ci propone una piccola guida storica e concettuale alle classifiche di Università, per consultare meglio l’ultima della serie, l’edizione 2013-14 dei “Times Higher Education World University Rankings”. Con l’occasione ricorda come la stessa genesi di questo tipo di classifiche sia tipicamente commerciale, e ben distinta dalle politiche pubbliche di settore, le quali – a dispetto della percezione indotta – non impiegano quasi mai simili strumenti. A questo riguardo si fa di solito riferimento agli USA, dove la popolarità di tali esercizi comparativi risulta più chiara se si tiene presente che in quel Paese esistono all’incirca 4.000 istituti di istruzione post-secondaria, e la sete di informazioni non è mai soddisfatta del tutto. Il periodico U.S. News and World Report costituisce l’esempio più classico di redazione di classifiche nazionali di Università e College, e la home-page del sito tiene in bella evidenza l’offerta per un anno di abbonamento alla “Bussola” completa delle oltre 1.600 istituzioni presenti nel proprio database. Oppure i ranking si mettono in relazione a certe tipologie di corsi di studio, come gli MBA, gli ambiti (e sovente costosi) Master in Business Administration, che si disputano le attenzioni di ambiziosi aspiranti manager d’impresa. E proprio dal mondo dei network di alumni di MBA nasce e sviluppa l’iniziativa di Nunzio Quacquarelli e della sua Agenzia londinese, la Quacquarelli-Symonds (QS), che dal 1990 costruisce un business di servizi informativi e di consulenza per laureati, studenti e aspiranti studenti universitari. Fu dalla collaborazione di QS con il THE – allora THES, Times Higher Education Supplement, che comunque era (a dispetto del nome, cambiato l’anno seguente) un settimanale indipendente già dal 1971 – che nacquero nel 2004 i “THES-QS World University Rankings” (poi THE-QS, fino al 2009). Si trattava di una risposta “anglosassone” e “di mercato”, decisa dall’allora direttore del THES John O’Leary, a quella vera e propria bomba sganciata nel bel mezzo del dibattito pubblico sull’Università durante il 2003 che fu l’Academic Ranking of World Universities (ARWU), pubblicato da alcuni ricercatori dell’Università Jiao Tong di Shanghai, che si annunciava come la prima “classifica mondiale” di Università eseguita su larga scala. L’origine di questa idea non era in effetti commerciale, benché oggi il marchio ARWU sia di proprietà della “Shanghai Ranking Consultancy” (SRC), che risulta quindi essere una sorta di spin-off di tutta l’intrapresa, ma si nutriva del dibattito politico-culturale cinese di quel periodo, che discuteva la questione di quando la Cina avrebbe potuto disporre di una Università di livello mondiale, una “World-Class University”, appunto.
L’anno 2003 è quindi diventato una data che fa da spartiacque, nella storia delle classifiche di Università. E proprio il crescere dell’appeal popolare di queste classifiche richiamò l’attenzione degli esperti sulla validità e sulla rilevanza dei principi e degli algoritmi che stanno alla base della loro compilazione. La consapevolezza dei punti deboli della metodologia di Quacquarelli-Symonds, che si basava in larga parte su questionari “reputazionali” somministrati ad accademici e imprenditori di tutto il mondo – che mai ovviamente avrebbero potuto dare un giudizio su tutte le Università per conoscenza diretta – portò nel 2009 alla rottura della collaborazione del THE con i “ragazzacci” di QS guidati da Ben Sowter, che dal 2010 hanno proseguito in proprio la redazione di nuovi “World University Rankings”, cercando ovviamente di migliorare, rendere più robuste e complementari le survey (che quest’anno arrivano a coinvolgere 62.000 contatti fra gli accademici e 28.000 fra i datori di lavoro). Intanto il Times Higher Education aveva identificato nella appropriata struttura di intelligence di Thomson-Reuters, il Global Institutional Profiles Project, il nuovo partner per le proprie classifiche, che sono quindi proseguite con una metodologia nuova e capillare, ritenuta oggi quella più all’avanguardia fra i 3 maggiori “produttori” mondiali.
(Fonte: R. Rubele, Roars 03-10-2013)