Home 2013 7 ottobre RICERCA. RICERCATORI. INNOVAZIONE AL GOVERNO E ALLE FORZE POLITICHE UNA DENUNCIA E UN APPELLO DAL MONDO DELLA RICERCA
AL GOVERNO E ALLE FORZE POLITICHE UNA DENUNCIA E UN APPELLO DAL MONDO DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

Lo spread culturale con la Corea è salito a 430 punti. Crollano gli investimenti: – 14% in cinque anni. Crolla l’occupazione dei giovani nelle fabbriche della conoscenza: – 17%. Aumentano le tasse: + 50%. Il deficit commerciale nell’alta tecnologia ha raggiunto punte dell’1% del PIL. Siamo già oltre l’orlo del burrone. Così il Paese si è giocato il futuro. Le colpe dei padri già ricadono sui figli. Dobbiamo ancora una volta denunciare la condizione di marginalità nella quale viene tenuto il sistema della ricerca pubblica nel nostro Paese. Molti di noi lo hanno fatto e documentato più di una volta negli ultimi anni e le analisi critiche e le valutazioni negative già fatte in passato, purtroppo, possono essere ripetute con una serie di aggravanti. Non intendiamo discutere la necessità del contenimento della spesa pubblica e, tanto meno, i corretti principi di una buona amministrazione, ma – nella reale situazione del nostro Paese – dobbiamo denunciare oltre agli effetti negativi ottenuti in via generale in materia di sviluppo del Paese, la progressiva decadenza del nostro sistema scientifico, formativo e competitivo. Alla crescente perdita di risorse umane si accompagna ormai la progressiva perdita anche del patrimonio strumentale. A questi effetti generali occorre aggiungere quelli indotti dalla perdita di capacità di utilizzo dei Fondi comunitari, che richiedono, appunto, il concorso di risorse interne. Questi risultati non possono giustificare quelle politiche. Gli obiettivi europei del raggiungimento entro il 2010 di un finanziamento totale pari al 3 % del Pil non solo non sono stati raggiunti, ma appaiono qualcosa del tutto estranea a questo Paese. Dobbiamo, in definitiva, denunciare come la perdurante crisi rischia di portare il complesso delle nostre istituzioni di ricerca verso condizioni negative di non ritorno. E questo, sentiamo il dovere di ripeterlo ancora una volta, avrebbe come conseguenza di trascinare in una analoga situazione di non ritorno anche la possibilità di una ripresa economica e sociale. Il seguito su http://tinyurl.com/pw7y42h
(Fonte: Roars 22-09-2013)