Home 2013 1 novembre RECLUTAMENTO RECLUTAMENTO. VIA I CONCORSI, SOLO COOPTAZIONI VIRTUOSE
RECLUTAMENTO. VIA I CONCORSI, SOLO COOPTAZIONI VIRTUOSE PDF Stampa E-mail

Un conto è un prof che aiuta suo figlio, altro un docente che da una chance a un allievo capace.
Se non li favoriamo avremo sempre più cretini in cattedra. E allora mettiamoci d'accordo: la cooptazione non è un peccato nè un reato, è la legge non scritta dell'università. Perché il giudizio culturale non spetta al popolo elettore, bensì - come diceva Adorno - al «denigrato personaggio dell'esperto». È il prof di diritto costituzionale che valuta le qualità del costituzionalista in erba, non può certo farlo il sindaco. E d'altra parte ogni giovane studioso s'avvia alla ricerca sotto la guida d'un docente, che poi lo aiuta a far carriera. Sempre che, beninteso, lui abbia stoffa da cucire. Questo sistema incoraggia comportamenti borderline, al confine fra il lecito e l'illecito? Può darsi, ma se é cosi tanto vale prendere il toro per le corna. Con una soluzione radicale: via i concorsi, che ogni professore si scelga l’assistente, che ogni ateneo si scelga i propri professori. Magari stabilendo i requisiti minimi per essere chiamati in Paradiso, dal titolo di dottore di ricerca a un certo numero di pubblicazioni. Altrimenti rischieremmo la promozione in massa del cretino.
E se il cretino trova comunque spazio in Paradiso? Ne risponde chi lo ha scelto, ma a tale scopo serve una doppia condizione: via il valore legate della laurea, via il valore legale della cattedra. Dunque competizione fra i singoli atenei, sicché chi recluta i peggiori docenti si troverà senza studenti. E stop all'inamovibilità dei professori, stop allo stipendio a vita, stop alla stessa busta paga per i prof che scrivono libroni e per quelli che coltivano le rose. E la soluzione proposta mezzo secolo fa da Luigi Einaudi, ma è anche il perno del sistema americano.
(Fonte: M. Ainis, L’Espresso 24-10-2913)