Home 2013 1 novembre VARIE DATI OCSE-PIAAC SULLA SCUOLA ITALIANA
DATI OCSE-PIAAC SULLA SCUOLA ITALIANA PDF Stampa E-mail

I risultati della prima indagine Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competence) sono una doccia fredda per chi pensa ancora che la scuola italiana sia, nonostante tutto, migliore di quella di altri Paesi. Quando il confronto non si basa su aneddoti («mia figlia ha frequentato un anno all'estero ed era la più brava...»), ma sui risultati di questionari uguali in 24 Paesi e ai quali hanno risposto campioni rappresentativi della popolazione di età compresa tra i 16 e i 65 anni, il quadro è disastroso. Siamo in fondo alla classifica sia per le competenze linguistiche sia per quelle matematiche. E il disastro riguarda non solo i giovani ma anche gli anziani, a dimostrazione del fatto che i problemi della scuola italiana derivano da lontano, dal suo impianto dirigistico e centralizzato che deve essere radicalmente cambiato. Agli italiani viene invece costantemente detto che è solo un problema di risorse destinate alla scuola, ma i dati Ocse (Education at a Glance) esaminati dal Rapporto del Forum «Idee per la crescita» (vedi : http://www.corriere.it/cultura/i-corsivi/forum-idee-per-la-crescita-liberiamo-la-scuola/ ) mostrano una realtà diversa. Nel 1999-2000 la spesa annua per studente era maggiore in Italia rispetto alla media dei Paesi Ocse in tutti e tre i livelli di istruzione: pre-scolare, primaria e secondaria. Ad esempio nel caso della secondaria, lo Stato italiano spendeva 7218 dollari per studente mentre la media Ocse era 5957 dollari (e il confronto è in termini reali, ossia a parità di potere d'acquisto della moneta). Nel 2008-2009 la spesa per studente secondario italiano era di 9112 dollari, di poco inferiore alla media Ocse di 9312. E in ogni caso, non sono certo questi tagli la causa della pessima performance dei quarantenni e cinquantenni nella indagine Piaac.
Si sente però anche dire che siano pochi gli insegnanti in Italia o scarse le ore di insegnamento. Anche in questo caso i dati Ocse presentano una realtà diversa. Nella scuola secondaria c'erano in media 10,3 studenti per insegnante in Italia nel 1999-2000 contro una media Ocse di 14,3. Le cifre corrispondenti per il 2009-2010 erano 12 e 13,8. Le ore obbligatorie di insegnamento erano 1020 in Italia nel primo periodo contro una media Ocse di 935 (1023 e 899 nel secondo periodo). I dati sono simili per gli altri livelli di istruzione. Se le risorse economiche, gli insegnanti e le ore di insegnamento per studente non sono inferiori alla media Ocse, perché allora siamo ultimi nella indagine Piaac? Gli insegnanti italiani sono pagati poco in rapporto al Pil pro capite, rispetto a quanto sono pagati in media gli insegnanti nei Paesi Ocse. E a questo si aggiunge una lunga gavetta di precariato in cui conta soprattutto l'anzianità e non il merito, per diventare docenti. È difficile pensare che in questo modo si possano attirare i laureati migliori (soprattutto nelle materie scientifiche e tecniche) a meno che non si tratti di persone che abbiano una vera passione totalmente disinteressata per questo mestiere (e per nostra fortuna ce ne sono).
(Fonte: A. Ichino, CorSera 10-10-2013)