Home 2013 2 dicembre IN EVIDENZA RIFORMA UNIVERSITARIA. IN VISTA UNA LEGGE DELEGA PER UN TESTO UNICO
RIFORMA UNIVERSITARIA. IN VISTA UNA LEGGE DELEGA PER UN TESTO UNICO PDF Stampa E-mail

In rete è stato diffuso un primo schema del disegno di legge con cui il governo Letta intende chiedere al Parlamento un'amplissima delega per rivedere radicalmente i pilastri del nostro sistema di istruzione nazionale. Dunque, nelle intenzioni del ministro Carrozza vi sarebbe un drastico superamento delle riforme Gelmini, per arrivare a un nuovo assetto che, in base alle anticipazioni, si potrebbe riassumere un po' sbrigativamente con alcune parole d'ordine: ridotta presenza dello Stato dal punto di vista gestionale e finanziario; più larga autonomia amministrativa, economica e nel reclutamento concessa a scuole e atenei; più spazio ai privati nel supportare e cogestire le politiche nella ricerca. Vediamo di analizzare il testo finora disponibile, tenendo presente che si tratta di un primissimo schema, suscettibile di profondi cambiamenti.
Procedura. Nell'articolato si delinea già con chiarezza il percorso che si intende compiere. Approvata la legge delega, il governo avrà a disposizione un massimo di nove mesi per varare i decreti legislativi, previo parere del Consiglio di Stato e della Conferenza Unificata (l'organo che riunisce Stato ed enti locali su materie di competenza comune). È previsto anche il parere preventivo delle commissioni parlamentari competenti. Dopo l'entrata in vigore dei decreti, il governo potrà intervenire per due anni con "disposizioni integrative e correttive".
Enti di ricerca. Si interviene sullo stato giuridico del personale e in particolare dei dirigenti. Molta attenzione sarà dedicata ad armonizzare i ruoli sulla carta e le mansioni effettivamente svolte, in particolare per chi è inquadrato con funzioni di ricerca. Ci si concentra poi sui tempi nell'erogazione dei finanziamenti.
Università. Anche qui, le scarne dichiarazioni di intenti sembrano prefigurare un sistema totalmente nuovo. Viene anzitutto stabilita la "piena responsabilità" degli atenei per la gestione delle risorse finanziarie. Un principio che dovrebbe tradursi con lo slittamento verso un modello che guarda (da lontano) agli Stati Uniti: ai vincoli finanziari si sostituisce uno schema basato su incentivi e sanzioni, secondo il quale i finanziamenti dovrebbero essere attribuiti in gran parte secondo criteri di merito basati sui risultati della gestione. I controlli di legittimità preventivi lasciano il posto alla valutazione successiva delle attività. Anche in tema di organizzazione interna è ribadito il principio di autonomia, che dovrebbe tradursi in una libertà ancor maggiore nella determinazione delle articolazioni interne degli atenei, ma anche nella "eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni di competenze". Capitolo fondamentale è il ruolo assegnato ai privati: si parla di "incentivazione dei finanziamenti privati" con particolare riferimento alla copertura dei posti di docente. Si vorrebbe così intervenire sul rapporto tra imprese e università, punto critico tante volte dibattuto, lasciando uno spazio sempre più ampio alla compenetrazione tra domanda delle aziende e offerta, da parte dell'università, di una ricerca calibrata sulle esigenze dei comparti industriali. Sempre sul fronte della ricerca, si prevede la "portabilità dei finanziamenti": i docenti avrebbero dunque libertà di movimento tra atenei (non solo, si suppone, in ambito italiano) per utilizzare i propri budget per i progetti avviati. Per quanto concerne la contribuzione studentesca, le linee guida sono improntate a definire "limiti ai contributi e alla possibilità di aumento degli stessi": misura decisamente in controtendenza con i criteri ispiratori della riforma, che sembra invece privilegiare un progressivo ritiro della mano pubblica sulle modalità di gestione delle università. Novità anche per il reclutamento: saranno riviste le regole dell'abilitazione scientifica nazionale per "contenere il numero dei partecipanti e degli abilitati", requisiti più severi, dunque, per l'ammissibilità delle domande e la valutazione dei candidati. Viene ulteriormente aumentata la flessibilità degli studiosi con contratto a termine (ricercatori e assegnisti), dei quali è anche prevista la riduzione complessiva.
(Fonte: M. Periti, IlBo 19-11-2013)
In un incontro con i rettori delle università del Sud, avvenuto a Roma il 28 novembre, il ministro Carrozza ha confermato che ci sarà la delega per un testo unico che riorganizzi la normativa che riguarda il settore e un provvedimento che ridisegnerà le modalità di finanziamento degli atenei tenendo conto delle particolarità e delle esigenze territoriali.