Home 2013 2 dicembre IN EVIDENZA PARLA IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
PARLA IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA PDF Stampa E-mail

Credo che gli spazi e le risorse sul 2013 siano troppo pochi. Capisco e comprendo il grido di dolore che viene dai rettori delle università italiane, ma devo dire che ho trovato una situazione drammatica in termini di risorse allocate per università e ricerca. Ho trovato il diritto allo studio praticamente azzerato e ho cercato di dare almeno 100 milioni di euro stabili a partire dal 2014. Ho trovato un taglio considerevole ai fondi FFO delle università e ho ottenuto nella legge di stabilità a partire dal 2014 un reintegro parziale di 150 milioni di euro. Ho ricevuto in eredità dai governi precedenti una situazione in cui, di fatto, non ci sono fondi disponibili per la ricerca se non poche decine di milioni di euro. Ora bisogna riportarla al centro dell'attenzione. In Italia si parla troppo poco di scienza, di ricerca e di tecnologia. Tra l'altro noi scontiamo una struttura amministrativa che non ha la percezione che scienza, ricerca e innovazione siano la stessa cosa. Faccio un esempio pratico. Parliamo di fondi strutturali. Noi ora dobbiamo definire i nostri PON e non è pensabile che nei Piani Operativi Nazionali non investiamo almeno 3 miliardi in ricerca. Ma è molto importante che Stato e regioni convergano su un utilizzo di questi fondi perché ne abbiamo un gran bisogno. Io per ricerca intendo tutta, quella umanistica, quella tecnologica, quella pubblica e privata. In Italia abbiamo trascurato per anni il campo scientifico e anche l'impatto che la comunità scientifica può avere sulle decisioni dei governi. Ci vorrebbero meno talk show sulla decadenza di Berlusconi e più talk show su qual è oggi il rapporto tra scienza, ricerca e società. Nel 2014 dovremo fare due cose molto importanti. La prima è che sarà l'anno dell'empowerment dei ricercatori e quindi bisognerà concentrare tutte le risorse perché i ricercatori diventino indipendenti e in grado anche di partecipare ai progetti europei in modo più strutturato. Occorre aumentare Il numero dei ricercatori e aumentare la dotazione di programmi di ricerca libera in Italia. La seconda cosa importante è parlare di accesso all'università, soprattutto a medicina, formazione dei medici e specializzazione. Sto provando a trovare risorse nel campo del Fondo sociale europeo per sostenere la spesa per la specializzazione dei medici. A proposito dei rettori del Sud che contestano il decreto sui punti organico, dirò che innanzitutto non si può parlare di università del sud, del centro e del nord. Perché ci sono molte differenze tra università e università. Anche tra quelle del sud ce ne sono alcune che hanno dotazioni di punti organico, ma non li stanno utilizzando. Così come ci sono università con i bilanci in crisi e altre che hanno fatto risanamento. A me non interessa solo la situazione attuale del bilancio, ma anche cosa si è fatto per migliorarlo negli anni. Ho tutti i dati sia in termini di bilancio che di risorse stanziate, ad esempio, con i vari piani Sud. Metterò online la tabella con tutti i finanziamenti che i vari atenei ricevono dal ministero. Quello che conta sarà riformare il sistema di finanziamento dell'università e soprattutto eliminare questo sistema cervellotico di distribuzione dei fondi a vantaggio di uno trasparente e semplice. Deve esserci una piattaforma di base di finanziamento e di distribuzione di capacità assunzionali, ma al tempo stesso spingere il più possibile sull'utilizzo di parametri meritocratici per la distribuzione dei fondi. Penso anche che i rettori debbano ripristinare un dialogo costruttivo con il ministero utilizzando la CRUI come luogo di elaborazione di proposte e non come integrazione di lamentele. La conferenza dei rettori deve essere all'altezza della comunità scientifica italiana e fare proposte di miglioramento. Nel dl istruzione non si è riusciti a recuperare i 41 milioni c.d. “premiali” promessi agli atenei. Ma quei 41 milioni erano risorse per infrastrutture di ricerca considerate in perenzione anzitempo e stiamo lavorando perché siano recuperate nella legge di stabilità alla Camera.
(Fonte: le risposte del ministro Carrozza nell’intervista a E. Bruno - IlSole24Ore 28-11-2013)