Home 2013 2 dicembre RECLUTAMENTO RECLUTAMENTO. I CALCOLI DEL TURNOVER
RECLUTAMENTO. I CALCOLI DEL TURNOVER PDF Stampa E-mail

A partire dal 2012, per effetto della cosiddetta “spending-review” del Governo Monti, il turnover per le università è applicato a livello di sistema universitario nel suo complesso e non più a livello di singolo ateneo. Esso è fissato negli anni 2012 e 2013 al 20% rispetto alle risorse liberate dai pensionamenti nell’anno precedente. Il valore di turn-over per singolo ateneo viene stabilito dal MIUR “tenendo conto dell’art. 7 del DLgs 49/2012” (un decreto applicativo della legge Gelmini). Per la prima volta nella storia dell’autonomia universitaria e senza alcun analogo in altri comparti pubblici (per esempio negli enti di ricerca), i livelli di turnover per ciascun ateneo non sono stati determinati in base al numero di pensionamenti di quel determinato ateneo, ma a tal fine il MIUR ha dato il via, tanto nel 2012 quanto nel 2013, a una sorta di “campionato”, la cui classifica è stata stilata sulla base di un indicatore finanziario, denominato ISEF, dato dal seguente numero:



Un numero pertanto direttamente proporzionale al gettito proveniente dalle tasse degli studenti. Il turnover di un ateneo è stato quindi determinato in base al suo posizionamento in questa classifica, individuato per mezzo di un algoritmo. Grazie a tale algoritmo, un ateneo che si ritrova nella prima metà della classifica preleva punti organico a quegli atenei che si ritrovano nella seconda metà, a prescindere dal fatto che questi ultimi siano o no “virtuosi”. Paradossalmente può capitare quindi che un ateneo che l’anno precedente non abbia subito alcun pensionamento (e che quindi in teoria non avrebbe avuto diritto ad alcuna possibilità di nuovo reclutamento in periodi di limiti al turnover) riceva più punti organico di atenei con i livelli massimi di depauperamento degli organici. O ancora che in una situazione nella quale tutti gli atenei italiani siano “virtuosi” rispetto ai criteri di sostenibilità economica previsti dal MIUR, comunque ve ne debba essere una metà che sia costretta a cedere punti organico all’altra metà. È opportuno notare che un'ipotesi simile si è già concretamente verificata quest’anno: molti tra gli atenei penalizzati dal Decreto Carrozza sono stati classificati dallo stesso Ministero come “atenei virtuosi”.
(Fonte: B. Cappelletti Montano, Roars 26-11-2013)