Home 2013 2 dicembre VARIE NESSUNA STRATEGIA DI PREMIO DELL’«ECCELLENZA»
NESSUNA STRATEGIA DI PREMIO DELL’«ECCELLENZA» PDF Stampa E-mail

Quando Giavazzi, nel celebre editoriale del 19 agosto sul Corriere della Sera, invocò la chiusura delle Università di Messina, Bari e Urbino, spiegando alle famiglie che ciò era «nell'interesse dei loro figli», il Ministro replicò con un tweet: "Non sono d'accordo con questo approccio che chiudere è bello. Magari è meglio integrare, sostenere, modificare o aiutare". Ma il decreto di programmazione triennale firmato dal Ministro il 26 settembre segue esattamente la massima del «chiudere è bello» e l'idea-guida è che in Italia ci sono troppe Università, troppi docenti e troppi studenti, pertanto coloro che aiutano a ridimensionare sono benvenuti e premiati: di «sostenere» e «aiutare» non c'è traccia, così come non c'è nel decreto 713/2013. Qui non c'è nessuna strategia di premio dell'«eccellenza», c'è piuttosto la messa in questione tutta politica dell'Università come strumento di elaborazione culturale libera e destinata a tutti i capaci e meritevoli. I professori universitari come categoria non sono certo innocenti della diffusione di questa disistima dell'istituzione universitaria e dell'indifferenza generale con la quale si sta procedendo allo strangolamento di un settore di investimento vitale. Ma anche qui vorremmo che si applicasse con chiarezza il principio di responsabilità personale, e che i docenti che tentano, tra mille difficoltà, di portare avanti con dedizione l'istruzione superiore in Italia non si sentissero come gli ultimi anziani maggiordomi in un castello decaduto, che dopo il loro pensionamento sarà comprato da qualche facoltoso straniero e trasformato in albergo.
(Fonte: G. Salmeri, Roars 27-11-2913)