Home 2013 2 dicembre VARIE CRITICITÀ DELLE UNIVERSITÀ TELEMATICHE RILEVATE DALL’ANVUR
CRITICITÀ DELLE UNIVERSITÀ TELEMATICHE RILEVATE DALL’ANVUR PDF Stampa E-mail

Delle undici università telematiche accreditate in Italia, sei sono concentrate a Roma: Guglielmo Marconi, San Raffaele, UniNettuno, Unitelma Sapienza, Unicusano e Universitas Mercatorum. A Novedrate (Como) c'è l'E-campus, a Firenze l'Italian university Line, a Torrevecchia Teatina (Chieti) il Leonardo da Vinci, quindi la Giustino Fortunato di Benevento e la Pegaso di Napoli. Le altre (decine, tra cui la famosa Cepu), non hanno alcun tipo di riconoscimento pubblico. Due università telematiche accreditate (su sei controllate) rischiano di perdere la certificazione statale. Altre tre devono investire e allargare corsi e qualità della didattica per mantenerlo. Una sola è «in linea con gli standard europei». Le cinque "telematiche" rimaste fuori attendono valutazione. Il ministro Carrozza ha preso in mano il dossier preparato dall'ANVUR — l'Agenzia di valutazione del sistema universitario — e ha chiesto al suo staff di controllare i giudizi espressi. In alcuni casi sono pesanti, in altri sottolineano conflitti di interessi e in generale rivelano che tutti gli Atenei telematici italiani devono introdurre «modifiche o integrazioni». La San Raffaele di Roma ha rapporti con Tor Vergata, ma la sua didattica — tre corsi di laurea — è affidata a docenti a contratto e a ricercatori a tempo determinato. «Servono docenti di livello superiore», sottolinea l'ANVUR, «e spazi adeguati sia per i loro uffici che per le attività comuni». L'ANVUR suggerisce alla romana Universitas mercatorum di distinguere tra attività di ricerca svolte per conto della compagine societaria e quelle assegnate all'ateneo sulla base di bandi di gara. Per la Nicolò Cusano, siamo sempre a Roma, l'Agenzia di valutazione chiede cambiamenti rapidi: «Non può servirsi solo di docenti a contratto e ricercatori». L'Italian university Line (Iul) di Firenze, fondata dalle università di Firenze, Milano Bicocca, Macerata e Palermo, dalla Lumsa di Roma, «non ha espresso una progettualità adeguata a supporto della fase di lancio dell'iniziativa: sembra mancare la coesione necessaria ad assegnare alla Iul un ruolo riconosciuto all'interno dei rispettivi atenei fondatori». Per la Iul si parla di trascuratezza organizzativa (rendicontazione, comunicazione, reporting) a fronte di una infrastruttura tecnologica comunque di prim'ordine. La napoletana Pegaso, che ha stipulato addirittura 385 convenzioni, paga una crescita troppo rapida del numero di iscritti: «Il fenomeno non è accompagnato da un adeguato livello di qualità dell'erogazione della didattica e da criteri di selezione rigorosi per gli esami e la tesi finale». Per la Giustino Fortunato di Benevento, l'ANVUR, che gradisce affiancare l'"e-learning" all'insegnamento tradizionale, stigmatizza la concorrenza che l'università telematica sta facendo a quella tradizionale del Sannio: «Meglio una possibile collaborazione per economie di scala».
(Fonte: www.repubblica.it/rubriche/la-scuola-siamo-noi/2013/11/05/news/ )