Home 2013 2 dicembre VARIE UMANISTI E SCIENZIATI
UMANISTI E SCIENZIATI PDF Stampa E-mail

Nessuno vuole dimenticare Giulio Natta, l'ingegnere umanista che si diplomò al classico a soli 16 anni, premio Nobel e inventore della plastica, e preferirgli il coevo Gadda, che invece, pure lui ingegnere, si mise a fare lo scrittore. Un paese ha bisogno di entrambi, ma soprattutto ha bisogno che i suoi cittadini siano competenti in ambedue i campi (diversamente da quanto, purtroppo, rivelano i sondaggi OCSE). Non è accettabile che a un ingegnere si perdonino ortografia e sintassi zoppicanti "perché tanto deve saper fare i conti", o, viceversa, che l'umanista vanti la sua ignoranza in fatto di matematica o scienze. Non a caso è in atto un processo spontaneo di avvicinamento tra i campi del sapere, di natura trasversale: gli ingegneri riscoprono le loro radici umanistiche e gli umanisti realizzano la necessità del dialogo con i tecnici. La prossima primavera l'Università di Torino terrà un convegno dal titolo "Umanesimo corsaro: uno sguardo interdisciplinare al di là dei confini", che vedrà tra i relatori, ad esempio, Lucio Russo, fisico, filologo e storico della scienza, celebre per il saggio "La rivoluzione dimenticata" in cui ricostruisce l'evoluzione del pensiero scientifico dalla Grecia antica al mondo bizantino. Anche in questo caso, ha senso domandarsi se Russo sia un umanista o uno scienziato?
(Fonte: V. Berengo, IlBo 01-11-2013)