In quattro anni (dal 2009) l'Università ha perso quasi un miliardo di euro e i ricercatori, a causa del blocco del turnover, sono scesi da 60 a 50 mila. Rispetto alla popolazione, abbiamo la metà dei ricercatori dei tedeschi, dei francesi e degli inglesi e alla ricerca va l'1,25% del Pil contro il 3% previsto dall'Agenda di Lisbona. Eppure i nostri ricercatori sono «più bravi», o meglio, sanno fare di più con il poco che hanno a disposizione. A dirlo è un rapporto commissionato dal governo britannico agli analisti della casa editrice Elsevier sulle performance dei propri ricercatori apparso sulla rivista Nature l’11 dicembre 2013: “Gli USA stanno scivolando verso il basso nella classifica della qualità della ricerca, misurata attraverso l’impatto citazionale relativo dei suoi articoli (scientifici). Questo è quanto mostra uno studio commissionato dal governo britannico. In particolare, gli analisti della casa editrice Elsevier (nell’articolo su elsevierconnect del 10 dicembre “Report: How do the large research nations compare?”) mostrano che gli USA sono stati superati nella classifica (normalizzata per disciplina) dal Regno Unito nel 2006 e dall’Italia nel 2012. Si veda il grafico da SciVal Analytics. Dunque, il surrogato della misura della qualità della ricerca, rappresentato dal numero di volte che un articolo scientifico è stato citato, per l’Italia ha superato l’analogo indicatore per gli Stati Uniti – fermo restando che questi ultimi sono avanti quando si considera solo l’1% degli articoli più citati. Inoltre nello stesso studiosi trova anche che l’efficienza della ricerca italiana è ottima: ad esempio, per il numero di citazioni ottenute per unità di spesa in ricerca e sviluppo, è seconda solo al Regno Unito e pari a quella del Canada, dunque maggiore di Francia, Germania, USA, ecc. Sebbene questo studio si riferisca solo a quei campi che sono censiti dalle banche dati bibliometriche comeScopus (che i ricercatori italiani conoscono molto bene, dato che è stato utilizzato sia per la VQR che per l’ASN), si tratta di tutte le discipline tecnico-scientifiche e bio-mediche, e dunque i dati emersi sono di tutto rilievo. (Fonte: F. Sylos Labini, Roars 01-01-2014; citato da O. Riva su CorSera 08-01-2014)
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