Home 2014 12 gennaio RICERCA. RICERCATORI. INNOVAZIONE RICERCA E SPERIMENTAZIONE ANIMALE
RICERCA E SPERIMENTAZIONE ANIMALE PDF Stampa E-mail

Ogni volta che prendiamo un farmaco, facciamo un vaccino in vista di un viaggio o entriamo in sala operatoria, dovremmo rivolgere un pensiero di ringraziamento a topi e ratti (rappresentano oltre il 90% degli animali di laboratorio) e alle altre specie, soprattutto scimmie, che hanno permesso alla medicina gli straordinari progressi dell’ultimo mezzo secolo, nel quale l’aspettativa di vita media è aumentata di quasi trent’anni. Paradossalmente, oggi che la sperimentazione animale è regolamentata in maniera molto più stringente rispetto al passato, rischiamo di tornare indietro, impedendo, di fatto, lo sviluppo di terapie all’avanguardia a cui sono appese le speranze di cura di moltissimi malati. Grazie ai primati non umani, in passato è stato possibile debellare la poliomielite, sviluppare la dialisi, mettere a punto farmaci anti-asmatici e terapie antiretrovirali (che oggi offrono ai malati di Aids una speranza di vita simile alle persone sane), testare la stimolazione cerebrale profonda per il Parkinson, creare modelli sperimentali del morbo di Parkinson e di Huntington. “Oggi sono ancora insostituibili per le ricerche sul vaccino contro la malaria, l’epatite C e l’HIV, per l’ictus e alcune patologie del sistema riproduttivo femminile, così come per gli studi di neuroscienze cognitive”. I gatti sono praticamente assenti nei laboratori di ricerca, mentre i cani rappresentano meno dello 0,1% delle specie impiegate. In casi selezionatissimi, come la distrofia muscolare di Duchenne, da cui possono essere affetti anche i fedeli amici dell’uomo, si sono rivelati di grandissimo aiuto (la sperimentazione ha permesso di guarire i Golden Retriever, aprendo la speranza anche ai malati umani).
“Basterebbe che l’Italia, come hanno già fatto Gran Bretagna, Francia, Spagna, Belgio, Danimarca, Svezia, Germania e altri Paesi, recepisse così com’è la direttiva europea in materia, varata nel 2010, documento condiviso, frutto di un dibattito durato dieci anni”, sottolinea Marta Piscitelli, vicepresidente dell’Associazione italiana per le scienze degli animali da laboratorio (Aisal). Invece, violando l’articolo 2 della normativa Ue, il Parlamento ha introdotto emendamenti più restrittivi (l’articolo 13 della legge 96-2013), giudicati dalla comunità scientifica “immotivati, poco argomentabili e di difficile condivisione". La scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo ha mandato agli 800 scienziati riuniti a Milano all'Istituto Mario Negri un messaggio di solidarietà per il direttore Garattini, obiettivo nelle settimane passate degli attacchi degli animalisti. «Chi sostiene l'abolizione della sperimentazione animale - osserva Elena Cattaneo - deve assumersi la responsabilità di spiegare ai familiari dei malati i danni enormi derivanti dal mancato progredire degli studi scientifici dovuti all'impossibilità di studiare lo sviluppo cellulare fisiologico e patologico, i meccanismi delle malattie, l'effetto dei trapianti, la tempia genica, le molecole di sintesi, le possibilità delle nano-tecnologie».
(D. Cipolloni, www.wired.it 04-12-2013; Sole Sanità 06-12-2013)