Home 2014 12 gennaio STUDENTI FUORI CORSO. INDAGINE NELLE FACOLTÀ DI ECONOMIA DOPO LA RIFORMA 3+2
FUORI CORSO. INDAGINE NELLE FACOLTÀ DI ECONOMIA DOPO LA RIFORMA 3+2 PDF Stampa E-mail

In un recente articolo (Rivista di Politica Economica, n. 3, 2013) abbiamo condotto un’indagine sui tempi effettivi di laurea nei corsi di laurea triennali delle facoltà di economia attivati nell’anno accademico 2001-2002. L’anno di riferimento dell’indagine è il 2007-2008, anno che consente una significativa considerazione di un massimo di quattro anni teorici di studio fuori corso. I risultati dell’indagine non sono confortanti. Nell’insieme dei corsi, la quota di laureati fuori corso sul totale dei laureati è pari al 59.2% e il numero medio di anni fuori corso è pari a due anni. Rilevanti sono le differenze di genere e, soprattutto, le differenze territoriali. La quota di laureate fuori corso è 56.5%, quella dei laureati 62.2%. La quota aumenta fortemente da Nord a Sud: è pari al 44.6% nell’insieme dei corsi dell’area settentrionale, al 65.3% nell’area centrale e al 78.2% nell’area meridionale. Per quanto riguarda i tempi effettivi di laurea, la differenza è meno accentuata rispetto a quella delle quote di laureati fuori corso, ma comunque rilevante: in media lo studente fuori corso si laurea al Nord con un anno e 10 mesi circa di ritardo, al Centro con due anni, al Sud con 2 anni e tre mesi circa. Concludendo, dai limitati dati disponibili il problema dei fuori corso sembra molto aperto anche dopo la riforma 3+2. Interventi, su una molteplicità di piani, diretti a ridurre l’eterogeneità e ad accrescere l’efficienza generale del sistema universitario sarebbero oltremodo opportuni.
(Fonte: P. Potestio e C. Conigliani, Roars 25-12-2013)