Home 2014 12 gennaio STUDENTI STUDENTI. DICHIARAZIONI MENDACI PER LE BORSE DI STUDIO
STUDENTI. DICHIARAZIONI MENDACI PER LE BORSE DI STUDIO PDF Stampa E-mail

Oltre al caso clamoroso di Roma, dove il 62% degli studenti controllati nei tre atenei capitolini – Roma Tre, Tor Vergata e La Sapienza – ha dichiarato un reddito più basso, sono numerose le segnalazioni effettuate dalle università italiane, seppur in maniera meno eclatante. Gli studenti che dichiarano meno del dovuto lo fanno per ottenere borse di studio, alloggi o anche solo per avere agevolazioni per trasporti pubblici o mense in diverse università. Un danno non solo per gli atenei, che elargiscono servizi gratuiti a chi non ne avrebbe diritto, ma soprattutto per gli studenti che avrebbero davvero diritto a tali agevolazioni e che invece finiscono per essere esclusi. Secondo la legge, chi ha dichiarato il falso rischia una denuncia per falsa autocertificazione e truffa. Le università stanno correndo ai ripari e hanno stretto accordi con la Guardia di finanza, con l’Inps (è il caso di Roma) o con l’Agenzia delle entrate per incrociare le informazioni delle banche dati del Fisco con quella anagrafica e confrontare la situazione patrimoniale degli studenti. Un ulteriore strumento di contrasto contro le false autocertificazioni è stato l’introduzione, qualche anno fa, della certificazione del reddito con l’Iseeu, l’indicatore della situazione economica pensato specificatamente per l’università. Un calcolo rilasciato da organismi riconosciuti come i Caf.
A Palermo le verifiche contro l’evasione hanno permesso di recuperare 400mila euro solo nel 2012. A Torino su 12 mila domande per le borse di studio sono stati recuperati 700mila euro dovuti alla compilazione ‘errata’ dei moduli. A Genova sono 290 le borse di studio revocate nel 2012. A Padova nel 2012 un’inchiesta della Guardia di finanza aveva scoperto che su circa 400 controlli, uno su quattro risultava irregolare. Nel 2013 sono state ritirate 180 borse di studio (circa l’1% del totale delle domande) negli atenei di Bologna, Parma, Modena-Reggio Emilia e Ferrara. Nelle università toscane – Firenze, Pisa e Siena – sono state registrate più di 400 dichiarazioni irregolari su un campione di oltre 5400 controlli.
(Fonte: L. Pierattini, repubblica.it 30-11-2013)